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Recensioni
Pubblicato il 20/01/2004 alle 00:51:00
‘‘Senza fretta’’ con Tony Turco... sulle orme di De Gregori
di Massimo Giuliano
La somiglianza della voce (e dello stile) con il noto cantautore romano è incredibile. Ma Tony Turco, artista a tutto tondo, rivendica anche altre influenze, e intanto si porta a casa il prestigioso premio della critica di un noto concorso

All’ultimo “Premio Augusto Daolio – Un giorno insieme – Città di Sulmona” il premio della critica è andato a lui: Tony Turco da L’Aquila. Mentre l’implacabile giuria composta, tra gli altri, da Alessandro Centofanti (tastierista di Venditti) ed Edoardo De Angelis (direttore artistico della D’Autore) emetteva severi giudizi tacciando alcuni pseudo-cantautori, che si erano esibiti con l’ausilio di un solo strumento, di proporre brani dallo stile antico e noioso, Tony spopolava con un pezzo eseguito in maniera acustica, solo chitarra e armonica: “L’acqua dov’è”. Una canzone semplice ed efficace, che ha colpito l’implacabile giuria di cui sopra. Sul tetto del mondo ancora un abruzzese, dunque: un abruzzese che sembra però molto più vicino all’America e… a Roma. Sì, perché nella musica di Tony non è difficile riscontrare influenze country — come “Dimmi come si fa”, che recita: «Dimmi come si fa ad innaffiare la siccità e non sembrare dei coglioni» — ma anche la lezione di un maestro del cantautorato italiano come Francesco De Gregori (la voce di Tony è incredibilmente simile a quella dell’autore di “Generale”); gliel’ho fatto notare, e lui mi ha risposto — con la simpatia e l’umiltà che lo caratterizzano, e che lo rendono ancora più artista — di rivendicare anche altre influenze, di stampo magari più “partenopeo”: Pino Daniele ed Edoardo Bennato.
Passiamo all’analisi del cd “Senza fretta”: non c’è dubbio che questo lavoro, autoprodotto, abbia un buon suono e sia composto di 10 gradevolissimi pezzi, arrangiati con classe e cura. “Chi ha paura del castoro?”, la traccia iniziale, si apre con suoni d’atmosfera, grazie soprattutto all’intreccio delle chitarre acustiche e dell’armonica, mentre in lontananza soffia il vento. Chissà chi è il castoro di cui parla Tony. Le ballate non mancano: “Canta piano”, “Questo tempo da ingannare”, ma soprattutto “Senza fretta”, canzone romantica che può essere etichettata solo in un modo (“bella”) e che è tutta giocata su un delicato arpeggio di chitarra acustica, cui fanno da contraltare i preziosi assoli di tastiera e sax. Da notare che in questo cd gli strumenti elettrici sembrano quasi assenti: Tony infatti è riuscito a mantenere un suono acustico, anche se in realtà alcuni strumenti impiegati hanno un’altra matrice sonora.
Proseguendo nell'ascolto del cd, ci sono ancora molte chicche da gustare: “L’acqua dov’è” qui è proposta insieme a tutto il gruppo, e ha decisamente un altro impatto rispetto alla versione unplugged ascoltata a Sulmona. Meglio o peggio? Difficile dirlo. Certo è che ancora una volta, ci spiace, Tony, ma dobbiamo citare De Gregori: infatti sia “L’acqua dov’è” che “Sig. Topo” sembrano uscite dalla sua penna, e non avrebbero sfigurato in album come “Canzoni d’amore” o “Prendere e lasciare”. E chissà se a De Gregori è dedicato quello che a personale parere del sottoscritto è il capolavoro del cd: “Francesco” («Così divenni per tutti Francesco giullare di Dio»), una canzone cantautorale di alto livello, che da sola vale tutto l’album (comunque valido, nel complesso, se non si era ancora capito!). Chiudono “Senza fretta” due pezzi: “La luna” e “Tutto quello che verrà”, quest’ultima costruita attorno al pianoforte.

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