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Pubblicato il 13/12/2010 alle 02:21:45
E se la mosca non deve smettere di ronzarci all'orecchio: ecco i Blood Mosquito!
di Dario Albelli
Da Bologna i navigati Blood Mosquito ed il loro sound da spazio siderale, forti di nuovi brani e di mille riff ipnotici: tra Incubus ed Afterhours, passando dai Litfiba per arrivare ai Franz Ferdinand...

Da Bologna i navigati Blood Mosquito ed il loro sound da spazio siderale, forti di nuovi brani e di mille riff ipnotici: tra Incubus ed Afterhours, passando dai Litfiba per arrivare ai Franz Ferdinand...

Il famoso detto italiano chiama mosca bianca un qualcosa di raro e prezioso, che per valore spicca nel suo genere di appartenza. La mosca di cui parliamo oggi però è tutt’altro che bianca, ed il suo valore aumenta man mano che nella storia di questo particolare insetto si fa anzi protagonista il colore rosso (chi ha detto Red Ronnie!).

Ma partiamo dal principio.La formazione bolognese Blood Mosquito invade la scena musicale italiana nel 2001 con il primo demo di 4 pezzi: “Contamina”, “Istantanee”, “Sentimentalmente Down”, “Venerdì”. Poco tempo dopo ecco il salto di qualità. Entra in scena il rosso di cui prima, il celebre Red Ronnie della tv, che invita la band a partecipare all’I-Tim Tour, garantendo così visibilità e righe di curriculum. Con la compilation Samigo Top 100, i BM sono inseriti fra i 100 migliori emergenti italiani e, dopo aver contribuito con la propria opera a ulteriori raccolte successive, anche la direzione dell’Heineken Jammin Festival reclama una fetta della torta, e vuole i Mosquito sul palco Ribalta Aperta dell’HJF 2004.
Completano questo breve excursus l’esibizione per il Roxy Bar Dvd di Red Ronnie (2005) e la partecipazione alle finali nazionali di Sanremo Rock 2005. Nel 2007 firmano il contratto con la Disc2Disc di Tony D’Ambrosio e Michele Muti.

Perché tanto interesse da parte di queste autorità in campo artistico a livello italiano? La risposta è celata, in dosi diverse, in ogni brano che i 4 di Bologna hanno potuto incidere su disco. La definizione di grunge rock che i Mosquito amano adottare per il proprio stile (da molti contestata), non è da condannarsi, bensì da integrare, quindi giustificare.
Se in origine un sound più grezzo e una focosità più animalesca animava le corde della formazione, il corso degli eventi, le occasioni colte e la naturale contaminazione dell’ambiente musicale italiano, hanno intossicato per alcuni, sgrezzato per altri, la carica istintuale iniziale, portando ad un prodotto finito di livello eccellente. Sound cristallino e tecnologia all’avanguardia al servizio di un’opera creativa che allo stesso modo crea ex-novo e cita dal passato.

Punto di forza e marchio di fabbrica, le sonorità futuristiche di stampo space rock, che miscelano arpeggi misurati alla Renzulli (Litfiba), allo strapotere del basso, sempre presente e sempre più nero. “Sfera”, “Le mie ragioni solide” e “Raccolgo Aria” su tutte sono il campione perfetto da allegare al biglietto da visita dei BM. La traccia vocale, rigorosamente in italiano, raccoglie ciò che Afterhours e Negramaro insegnano, andando a integrarsi naturalmente all’oscurità della base strumentale, satura di campionature e psichedelia. Su un diverso livello le percussioni, misurate al millimetro per non intralciare l’ascolto, ma sostenere l’architettura.

Compongono i Blood Mosquito: PG alla voce e chitarra, Teo come chitarrista, Pol al basso e Michele alla batteria. Ottimo incentivo a partecipare alle loro esperienze live, il gruppo dispone di un nutrito repertorio di cover internazionali, sicuramente necessario ad allentare la tensione creata dalle sonorità introspettive caratteristiche dei pezzi della casa. Incubus, Franz Ferdinand, The Killers, ma anche , Coldplay e Foo Fighters sono all’ordine del giorno. Fondamentali, anche alla formazione chitarristica di PG e Teo, gli U2 di Bono Vox.

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