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Pubblicato il 12/12/2009 alle 12:42:14 | |
Frank, mettece 'na pezza: Gianfranco Frank Petrignani raggiunge il suo Lucio Battisti in paradiso.
Amici dal 1961, quando insieme suonano per locali con Enrico Pianori e il suo complesso, Lucio alla chitarra e Petrignani al basso: poi si ritrovano negli States nel 1975. Il ricordo del nipote Massimiliano e del diretur Giancarlo Passarella.
Amici dal 1961, quando insieme suonano per locali con Enrico Pianori e il suo complesso, Lucio alla chitarra e Petrignani al basso: poi si ritrovano negli States nel 1975. Il ricordo del nipote Massimiliano e del nostro diretur Giancarlo Passarella.
Il sogno americano di Lucio Battisti e' durato sei mesi, dal Marzo al Settembre del '76: in quella occasione a fargli da apripista ha voluto con se il vecchio compagno di balere con cui aveva imparato a suonare: l'umbro Gianfranco Petrignani, divenuto nel frattempo famoso nei locali chic di Las Vegas e del Canada. Per tutti era diventato Frank, la voce calda dell'intrattenitore di origine latina: un successo di cui veramente in Italia si e' avuto poco sentore!
E' stato Michele Bovi in un suo Tg2 Dossier del 2002 a far emergere questa pagina sconosciuta del famoso Lucio Battisti che ha trascorso diversi mesi con il suo amico Gianfranco Petrignani a capire come avvicinarsi all'ostico mercato nordamericano. Quando era in difficolta', continuava a chiedere a lui di risolvere il tutto. Come ricorda il nostro diretur Giancarlo Passarella... Ho incontrato diverse volte negli ultimi due anni Gianfranco Petrignani nella sua casa di Bastia Umbra. Una vita fatta di ricordi, tante foto e Lucio Battisti nel cuore, di cui citava sempre la frase ..Frank, mettece 'na pezza! per raccontare i momenti in cui interveniva per aiutare Lucio Battisti a capire il modus vivendi negli States!
Gianfranco Frank Petrignani ci ha lasciato l'altro ieri per un ictus ed abbiamo chiesto al nipote Massimiliano Petrignani di raccontarci il suo aspetto umano ...Gianfranco Petrignani era mio zio. Era, perché oggi non è più. O almeno non è più come lo immaginavo in questa terra. Come sempre è di nuovo riuscito a sfuggire alla "normalità". Come quella volta, decisiva, nella qualche abbandonò la sua famiglia per inseguire un sogno. Quel sogno che lo ha trasformato in cantante e portato in famosi locali come il Lido' di Parigi, a forgiare ed amministrare nuovi gruppi musicali, suonando e cantando nei migliori locali notturni in tutta Europa, molti anni in Canada, oppure farlo approdare allo Stardust di Las Vegas e tutti gli altri suoi innumerevoli locali che, ormai, facevano parte della sua vita artistica e personale. Un sogno americano che, con poche risorse iniziali, è riuscito a trasformare in realtà. Un sogno che lo ha portato al fianco di personaggi ed artisti famosi di tutto il mondo, uno per tutti Frank Sinatra. Anche se per una sola notte. Mentre la sua famiglia non poteva crederci…
E Frank Petrignani viveva di quel mondo pieno di luci e suoni. Viveva della sua voce. Determinato e freddo nelle sue scelte, ma caldo e generoso quando voleva. Solitario e passionale, ha vissuto la sua musica e fatto vivere quella di altri. Poche persone riescono a costruire un castello fiabesco con pochi mattoni. Gianfranco Petrignani ci è riuscito. I mattoni se li costruiva da solo, con le proprie mani irrobustite dalle sue esperienze, conquistate con una prorompente forza interiore, sacrificandosi e sacrificando di tutto. Che sciagurato; ma il mio è un parere che proviene dal mondo della "normalità". E' partito giovane da Assisi, più di cinquanta anni fa, inseguendo quel sogno… e qui, Frank l'Americano, non più giovane, è tornato per riportare tutti i suoi frutti, buoni o cattivi che siano stati; ma questo è un assioma universale, che vale per qualsiasi individuo.
Eppure, nella sua avventura musicale nell'Italia degli anni '50, l'inseguire quel sogno lo ha portato ad iniziare il cammino musicale insieme all'amico Lucio. Lucio…mettece 'na pezza! gli diceva quando la sera, dopo aver suonato insieme, incontravano le belle ragazze dei locali… Quel Lucio era Battisti. Quel Battisti che riesce in ogni sua canzone ancora ad emozionare. Gianfranco, lo ha vissuto in prima persona. Gianfranco suonava e cantava insieme a quel Battisti che, troppo giovane musicalmente, non emozionava ancora nessuno. Ma l'Italia era troppo piccola per Gianfranco. Ed allora è partito ed ha viaggiato in tutto il mondo. Ed ha conosciuto molte, forse troppe persone. Ed ha fatto mille e mille esperienze, sempre immerso nella musica. Esperienze che la mia normalità non riuscirà mai a sognare. Gianfranco Petrignani è mio zio. Ed ora sta in qualche dove a suonare ancora. Forse proprio col suo amico Lucio Battisti.
I funerali sono in programma nella mattinata di domani: alla famiglia Petrignani le nostre piu' sentite condoglianze. Ci dice sempre Max Petrignani .. il funerale si svolgerà alla chiesa del cimitero di Bastia Umbra domattina alle 9.00. Partiremo inizialmente dall'ospedale di Assisi alle 8.40, dove si trova ora. Effettuata la messa, partiremo per Perugia ed il suo corpo verrà cremato. Gianfranco riposerà in una ampollina...come un genio nella sua lampada...
La foto di questo articolo e' di Ines Paolucci ed e' stata scatta a Dicembre 2008: Frank Petrignani (gia' malato) e' nella sua casa di Bastia Umbra, felice di aprirci il suo album di ricordi.
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