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Interviste
Pubblicato il 20/05/2008 alle 12:45:12
Cherries: dopo X Factor un nuovo tour mondiale e un nuovo album
di Laura Gorini
Sono uno dei gruppi vocali femminili made in Italy più valenti e sensuali.Di chi sto parlando? Delle Cherries che si sono svelate in un’intervista in esclusiva per i lettori di Musicalnews.com.

Sono uno dei gruppi vocali femminili made in Italy più valenti e sensuali.Di chi sto parlando? Delle Cherries che si sono svelate in un’intervista in esclusiva per i lettori di Musicalnews.com.
Ragazze vi vedo particolarmente attive in questo momento. Mi sembra che vi siate ben riprese dall'eliminazione dal programma X Factor Italia avvenuta nella prima puntata...
Beh, in realtà la delusione è durata pochissimo, credo solo quella sera stessa, e se vuoi la verità, più per il fatto di non poter continuare a vivere con quelli che ormai erano i nostri amici inseparabili (gli Aram Quartet prima di tutti, con cui abbiamo legato sin dai provini) che per il programma in sé. X Factor è un'esperienza, che come diciamo sempre, ci è un po’ "caduta tra le braccia": non era infatti prevista!Eravamo appena tornate da un tour negli Usa a metà Gennaio, con il programma di ripartire a inizio Marzo, per nuove date e l'incisione di alcuni pezzi dell'album ad Atlanta, quando abbiamo saputo dei provini per la trasmissione e ci abbiamo provato, più per gioco che altro. E invece dal primo provino al giorno in cui ci hanno detto che eravamo tra i quindici finalisti: sono passati nove giorni! La partenza negli Usa è stata rimandata, così come l'incisione,ma appena fuori abbiamo ripreso tutti i nostri impegni, a ritmi ancora più incalzanti di prima!
Che cosa secondo voi non ha convinto il pubblico a casa della vostra esibizione?
Se ti riferisci al meccanismo del televoto, credo che la qualità dell'esibizione c'entri davvero poco. Al contrario, dal giorno dopo la nostra eliminazione abbiamo ricevuto per settimane centinaia di email sul nostro Myspace e sul sito ufficiale. Email di perfetti sconosciuti che per dimostrarci la loro solidarietà e il disappunto per la scelta di Morgan ci hanno scritto fiumi di parole. E non c'è stata trasmissione dove gli opinionisti non abbiano parlato di noi con elogi ed entusiasmo. E noi siamo molto fiere anche solo di essere rientrate in quei quindici con le nostre sole forze. Più avanti di così non si poteva, credimi!
Tuttavia che ricordi avete di questa esperienza? La rifareste?
I ricordi sono legati soprattutto a fattori umani, l'amicizia, la condivisione della passione che ci univa agli altri, i momenti insieme, dopo le prove, le serate a cantare tutti insieme nelle stanze di uno o dell'altro, per le due settimane che hanno preceduto la prima puntata e che abbiamo trascorso a Milano nel residence con gli altri gruppi vocali. Quasi tutte le amicizie che abbiamo stretto lì, soprattutto con gli Aram Quartet, che ci hanno chiamato più volte telefonicamente dal loft di X Factor durante la trasmissione, con Antonio Marino, con cui si è creato un bellissimo rapporto, con Dante Pontone che rivedremo sabato 24 maggio in occasione di un suo concerto a Sora al quale ci ha invitato a partecipare (insieme appunto ad Antonio e qualche altro di noi "ex") sono rimaste in piedi e sono molto sincere e profonde. Questa è soprattutto l'eredità di X Factor. Oltre al fatto che sicuramente ci conosce una bella fetta di pubblico in più ora. E lo rifaremmo anche subito.
Ragazze voi siete giunte sul palcoscenico di X Factor con alle spalle un cospicuo numero di serate live non solo in Italia... Andate molto forte infatti negli Usa. Come spiegate questo successo all'estero e non ancora nel nostro paese?
E' una domanda complessa che non può essere soddisfatta da una risposta semplice. Inizierei dalla situazione dell'industria discografica del nostro paese, non certo fiorente. A questo aggiungerei subito il genere che facciamo. Vedi, noi diciamo sempre che gli Italiani sotto questo punto di vista sono un pç "ipocriti", perché masticano tonnellate di musica rap, hip hop, R&B, black, ma solo se di provenienza estera, soprattutto americana. Ma le realtà dello stesso genere che hanno radici in Italia si contano sulle dita di una mano. L'impressione è che per il nostro paese, se questo genere nasce tra le nostre mura, allora non è credibile. E se non ci sono precedenti di vendite che motivino investimenti da parte della discografia su un genere, allora non si investe. Questo non succede negli Usa, dove proprio per la nostra "italianità" ci hanno adorate. Per il merito di coprire una fascia di utenza che lì non è stata coperta da nessuno. E' qualcosa nella melodia che abbiamo innata nella voce, nel modo di comporre, ci hanno detto. Nel nostro look, nel nostro stile. E la nostra esperienza negli States ci ha portato a credere che il problema non è in noi. E' nel contesto.
Da quali pezzi è composto il vostro repertorio live?
Durante le nostre esibizioni presentiamo soprattutto i nostri pezzi originali, ma coloriamo lo show con delle versioni di pezzi molto famosi completamente stravolti ed arrangiati in stile "Cherries". Per esempio abbiamo una versione di "Moondance" di Van Morrison, di cui si conosce la celebre versione swing di Bublè, che noi abbiamo trasformato in un lento R&B stile Erika Badu, e che adoriamo, una versione di "Imagine" che spazia tra l'R&B e il dub ed anche una "What a Wonderful World" accappella completamente stravolta e innovativa.Un assaggio di quest'ultima l'abbiamo tra l’altro dato ai provini per X Factor.
Ma facciamo ora un piccolo passo indietro nel tempo chiedendovi quando sono nate le Cherries?
Le Cherries sono nate nel 2003, ed inizialmente la formazione era a quattro, ma della line up originale siamo rimaste solo Gianna e Terry. Maria si è aggiunta alla band da poco più di un anno. Ma è come se ci fosse sempre stata:è il naturale completamento delle Cherries.
So che state attualmente lavorando al vostro primo album ufficiale...Qualche chicca in merito?
E' un lavoro innovativo. Abbiamo scelto la via della sperimentazione, decidendo di non seguire strade già conosciute. Abbiamo unito le sonorità che abbiamo colto negli Usa con il nostro background (ognuna di noi proviene da generi molto differenti, ed ascolta artisti e musica diversa) e grazie anche ad alcuni dei nostri più stretti collaboratori e ai nostri fonici, che sono diventati parte integrante del progetto, possiamo dire di essere molto soddisfatte di quello che ne è venuto fuori, non c'è nulla del genere in giro. E quello che è importante per noi è avere un nostro stile, riconoscibile ed unico. L'album sarà ultimato a metà giugno.
Ultimissima domanda: se non foste le Cherries chi vi piacerebbe essere e perché?
Qui rischiamo di essere scontate e un po’ sentimentalotte,ma posso dirti con certezza che se non fossimo le Cherries, forse creeremmo le Cherries:questa band non è solo tre voci che interagiscono, non sono solo tre artiste che hanno unito le loro idee e le loro visioni. Siamo tre amiche che hanno scelto una strada, e che cercano di lasciare il loro piccolo marchio nella musica. In Italia o negli Usa. In Giappone forse. Non importa!

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