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Interviste |
Pubblicato il 29/04/2014 alle 23:11:03 | |
Tony Hadley a Roma ci racconta della sua vita artistica ed accenna ad un nuovo album
Quale inviata di Musicalnews ho avuto il piacere di intercettarlo (negli studi tv RAI de La pista) e fargli qualche domanda sulla sua esperienza con gli Spandau Ballet, il Live Aid e il futuro.
Quale inviata di Musicalnews ho avuto il piacere di intercettarlo (negli studi tv RAI de La pista) e fargli qualche domanda sulla sua esperienza con gli Spandau Ballet, il Live Aid e il futuro.
Tony Hadley, frontman degli Spandau Ballet, era a Roma nei giorni scorsi per La Pista, il programma di Rai1 condotto da Flavio Insinna e andato in onda fino al 25 Aprile.
L' idolo delle teenagers degli anni '80 è oggi un gentleman, sorridente e disponibile, un artista sofisticato e con i piedi per terra. Ecco qui cosa ci ha raccontato...
Nice to meet you Tony!
Nice to meet you too!!! Thank you, grazie, cheers!!
Raccontami questa tua esperienza qui in Italia per La Pista..
In questa occasione particolare stiamo facendo uno show televisivo ed è molto bello. Ci sono 8 squadre di 10 ballerini, che vogliono diventare ballerini ancora migliori di quanto già non siano. E' la loro prima volta in televisione e tutto quello che io devo fare è cantare una canzone. Forse loro credevano che io potessi danzare, ma non sono capace [ride], quindi ho detto ai ragazzi "Ascoltatemi, voi ballate e io canterò la canzone!". Altri capi squadra riescono anche a ballare, ma io no, sono il peggiore.
Cosa mi dici delle tue esperienze nel nostro Paese?
Ho avuto molte esperienze qui in Italia fin da quando ero un ragazzo con gli Spandau, ed è sempre meraviglioso. Il cibo e il vino sono fantastici. La mia famiglia mi ha raggiunto l'altro giorno, e siamo andati al mare visto che faceva molto caldo. Penso però che fossimo le uniche persone sulla spiaggia ad indossare un costume mentre tutti gli altri intorno avevano dei jeans e tshirts.[ride].
E la tua collaborazione con Caparezza?
Si, ed anche con Luisa Corna. Lei è una grande artista e una donna adorabile. Abbiamo collaborato e tentato di fare qualcosa in italiano ma è stato davvero dificile, ma forse lo faremo in futuro. Ho scritto "Goodbye Malinconia" con Caparezza ed abbiamo fatto insieme un paio di shows. Lui è un ragazzo fantastico, davvero un grande artista.
C'è qualcosa che bolle in pentola riguardo la tua carriera solista?
Il mio nuovo disco è quasi pronto ed uscirà entro l'anno, dobbiamo solo completarne il mixaggio. A volte da artista ti chiedi quali sono le cose che puoi fare per arrivare al cuore del pubblico, poi un giorno ti chiedi cosa davvero desideri fare TU. Questo è il mio primo album solista in cui sono completamente IO...che piaccia o no, esprimo me stesso.
Sono passati più di 30 anni dal tuo debutto con gli Spandau. Che uomo sei ora rispetto al ragazzo del passato?
Sono più o meno lo stesso, non è cambiato molto. Sicuramente sono cresciuto, è ovvio, ed in un certo senso sono più saggio. Ho cinque bellissimi figli, con un range di età che va dai 30 anni ai 2 anni. Ma in termini di entusiasmo per la musica e per la vita mi sento ancora lo stesso di quando avevo 20 anni ed ero in tour.
Cosa ricordi di più della tua esperienza con gli Spandau?
Ero con loro proprio un paio di settimane fa ad Austin in Texas per un documentario sulla band che uscirà a breve. Onestamente è davvero un bel documentario, ed è stato molto emozionante guardarlo con i ragazzi. Abbiamo suonato nuovamente insieme in un club dopo 28 anni che non suonavamo in America e che non suonavamo insieme da 4 anni. E' stato fantastico, ci siamo divertiti molto.
C'erano un sacco di fans urlanti nel periodo di massimo successo degli Spandau Ballet. Come la vivevi?
[ride]Specialmente in Italia, era come essere uno dei Beatles. Non sto scherzando!! In ogni ristorante, Sanremo, concerti ecc... la gente era così entusiasta per gli Spandau che non riuscivamo quasi a camminare per la strada, ed era bellissimo comunque. Il problema è che va via troppo velocemente, è come essere sulle montagne russe, salti continuamente da una parte all'altra. Quando cresci alcune volte fai un passo indietro e vedi le cose con la giusta distanza ed in maniera più rilassata.... Avevamo molto i piedi per terra, eravamo onesti con noi stessi e non ci siamo mai montati la testa. Eravamo consapevoli fosse solo una fase. Pensavamo fosse divertente ma non l'abbiamo mai presa troppo seriamente dal mio punto di vista.
Quando hai deciso di essere una popstar?
Quando avevo 14 anni circa. Avevo vinto una competizione in un talent, mentre ero in vacanza con i miei genitori. La gente mi diceva che avevo una bella voce e quando ho iniziato a firmare autografi la cosa è iniziata a piacermi [ride]. Prima di quello volevo essere un chirurgo ma non ero bravo con la matematica, con la fisica e la chimica, e fu alllora che ho deciso [ride]. Non è stato per diventare famoso, ma per fare musica, la amavo !!! Io adoravo il punk, e poi artisti come Roxy Music, David Bowie, i Queen, T-Rex ecc, loro mi hanno portato a conoscere la musica.
Cosa diresti ad uno di questi ragazzi che partecipano a La Pista?
Penso che molti dei problemi di alcuni ragazzi di oggi nascano dal fatto che vogliono essere famosi, invece che concentrarsi sul tirare fuori il talento da loro stessi. Qualsiasi cosa tu voglia fare devi metterci passione. Se vuoi essere un attore devi metterci tutto te stesso nello studiare Shakespeare, o se vuoi essere un ballerino come i ragazzi de La Pista, devi allenarti. Loro fanno pratica ad ogni singola ora del giorno. Io sono stato abbastanza fortunato nell'essere bravo a cantare, ma sto ancora imparando molto dall'avere a che fare con la mia voce, non smetti mai di imparare da artista. La fama non significa nulla, è spazzatura. Tirate fuori il talento!
"True" è un brano che dopo 30 anni finisce ancora nelle compilations delle canzoni d'amore da regalare ai fidanzati, ed è stato ripreso da altri artisti nel tempo. Come spieghi il suo successo?
Non pensavo nemmeno potesse essere un singolo. Pensavo fosse una buona canzone ma era completamente lontana da quello che caratterizzava il suond degli Spandau, perché se vai indietro agli inizi nel 1980 a pezzi come "To cut a long story short" ci trovi i sintetizzatori, "four on the floor", dance music ecc... Molta gente non si è accorta degli Spandau fino al 1983 con True perdendosi tutta la storia precedente della band, e arrivando a vedere solo quei bravi ragazzi dai vestiti ben stirati che suonavano un'adorabile ballata. E' stata ripresa da cantanti rap, viene suonata ai matrimoni, è stata protagonista in molti shows americani. E' una canzone fantastica, non per nulla è stata numero 1 in 12 Paesi, ed è stato anche grazie a lei se abbiamo sfondato in tutto il mondo. Sono grato per questo.
Il 1985 con il Live Aid è stato un anno importante. Avete condiviso il palco con grandi artisti come gli U2 o i Queen. Come ricordi quell'evento?
Oh Dio, si!!! Freddie Mercury era fantastico ed anche gli altri dei Queen, davvero delle grandi persone. E' stato sorprendente. Quando ci siamo riuniti per il singolo Band Aid, una volta arrivati agli studios è stato sorprendente per noi vedere come Bob Geldof mettesse tutto se stesso in una canzone per l'Etiopia. Forse nessuno di noi si aspettava che da questa cosa nascesse un fenomeno così grande a livello mondiale. Poi il Live Aid...Londra, Philadelphia...Paul McCartney, Phil Collins, The Queen, la principessa Diana, Dio la benedica!!! Ma la cosa più bella di tutto ciò è stato il backstage. Tutti gli artisti che si incontravano salutandosi, le vecchie glorie del rock e le giovani band, erano tutti così felici di essere insieme per una causa del genere. E abbiamo capito di poter fare la differenza. E l'abbiamo fatta. Prima c'era stato Woodstock quale evento che raccogliesse tanta gente, ma penso che il Live Aid abbia davvero cambiato la storia. Per la prima volta è stato fatto un grande passo nella tecnologia satellitare usata per raccogliere insieme tanti artisti e pubblico da più punti diversi del pianeta per lo stesso evento. Il Live Aid è stato il primo step importante verso la beneficienza ed ha reso più consapevole la gente del fatto che i paesi più ricchi possono mettersi le mani in tasca e fare la differenza.
Come pensi stia cambiando la musica dagli 80 ad oggi?
Cambia in continuazione. Molta gente pensa che gli anni 80 siano i migliori, ma è una stupidaggine. Questi sono gli anni migliori per la musica, credo che i giorni di oggi godano davvero di ottima salute. Gli anni '80 erano buoni, lo erano anche i '90 e i 2000, ed oggi ci sono delle ottime band in giro come The Killers e i Kaiser Chiefs, Sweedish House Mafia, Avicii. Comunque non torno indietro ad ascoltare i dischi degli Spandau Ballet [ride]. E' oggi è il giorno migliore: il sole splende, io sono vivo. E' perfetto!
Sfatiamo il mito della competizione con i Duran Duran..
Ognuno di noi era in competizione: con i Duran, con i Frankie goes to Hollywood, Wham!, ma più che altro si trattava di un gioco dei media come più recentemente è stato tra Blur e Oasis. Devo dire che noi eravamo molto affezionati, personalmente sono un grande fan dei Duran Duran. Amo la loro musica, e penso di avere ogni loro album. Mi piaceva ascoltare e capire cosa facevano, perché erano molto interessanti come band e non avevano paura di sperimentare. E se ci trovassimo insieme oggi andremo sicuramente a bere qualcosa.
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