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Pubblicato il 15/05/2006 alle 14:16:27 | |
Pearl Jam: buone nuove dal passato.
Ritorno alle origini per la band di Seattle che ripropone un rock irrorato di punk, ballad semi-acustiche e un fine tocco di blues.
Ritorno alle origini per la band di Seattle che ripropone un rock irrorato di punk, ballad semi acustiche e un fine tocco di blues.
Tutti sapevano che il tanto atteso nuovo album dei Pearl Jam sarebbe uscito il 2 Maggio.
Festeggiavo il mio 30esimo compleanno il 30 aprile in un locale nella città dei trulli con amici e nemici.
Mi arriva il primo regalo: un cd. Lo scarto lentamente come se stessi leggendo le carte durante un poker e trovo…. l’ “avocado”!!!!! Ebbene si, era lui, il nuovo dei PJ ancora nel cellophane che puzzava di “nuovo”.
E’ stato come prendere la DeLorean di Doc , arrivare a 88 miglia orari e ritornare al 1991, alle note di TEN, album d’esordio dei 5 ragazzi flanellati.
La prima parte del disco irrompe come un martello pneumatico in un convento di Benedettine.
Life Wasted, il singolo World Wide Suicide e Comatose esplodono in un delirio di valvole e urla che mi ricordano il miglior “Vitalogy” .
Marker in the sand, la bellissima Gone e Parachutes sono immediate, toccanti e di una “semplicità difficile”.
La particolarità di questo album è che tutti si sono cimentati nella scrittura dei brani, direi con successo; persino Mike McCready (chitarrista solista) ha partorito “Inside Job”, una splendida ballad elettrica interpretata al meglio da Vedder.
C’è il tempo per uno pseudo blues (Come Back) e per la reprise di Life Wasted voce e tastiere.
I testi giocano un ruolo importante nel disco, soprattutto in Unemployable e Army Riserve che confermano la già dichiarata posizione anti-Bush dei PJ, dimostrata anche dai concerti del 2004 con il Boss che purtroppo hanno fallito nell’intento di allontanare George dalla Casa bianca.
La scelta di una copertina e di un packaging povero ma di rara bellezza sull’accostamento dei colori e sul soggetto (una avocado tagliato a metà) è un chiaro messaggio su come i PJ vogliano esprimere l’immediatezza della loro musica e delle liriche.
Adesso non resta altro che fiondarsi ai botteghini e comprare il biglietto per il loro Tour italiano di settembre (ben 5 date) e farsi un altro giro nella DeLorean….. sempre che Doc non s’incazzi.
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