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Recensioni |
Pubblicato il 10/05/2004 alle 23:29:46 | |
I "sogni" (dreams) degli Anonimo FTP
"My dreams", secondo cd della band milanese, è un piccolo monumento al noise creativo.
Gli Anonimo FTP sono artefici di uno psyco-noise-alternative rock con testi in italiano e influenze chitarristiche indie-angloamericane. Il progetto, che nasce a Milano nel 1999, viene portato avanti da quattro elementi: Vince Merlino (voce e basso), Paul Rondena (chitarre), Davide Centamore (chitarre), Enzo Bellavia (batteria), ai quali si è aggiunto nell’autunno del 2002 Lorenzo Parisini (chitarre). Si concentrano sin da subito su materiale inedito che li porta alla realizzazione di due lavori autoprodotti e, infine, alla pubblicazione del primo cd "Vetro" (giugno 2002), sotto l'indie label Load Up Records/White&Black e con la co-produzione artistica di David “The Prince” Lenci, da molti considerato tra i migliori studio-producer del panorama indie. In pochi anni di attività, gli Anonimo hanno già all’attivo circa 90 concerti e un mini-tour acustico nelle librerie Fnac di Genova, Milano, Verona e Torino; hanno suonato, inoltre, in diverse regioni della penisola e con nomi importanti come Alberto Camerini, Timoria e Giorgio Canali (ex C.S.I. - P.G.R.). Sono rientrati in studio nel 2003 per le registrazioni del secondo album "My Dreams", un piccolo monumento al noise creativo; ma cos'è il noise per la band milanese? «E' uno stile che frequentemente ci caratterizza. Crediamo, infatti, che una nostra attitudine importante sia proprio quella di "sporcare" il suono con divagazioni rumorose che vanno a confrontarsi, e per certi versi scontrarsi, con la melodia delle liriche. E' un gioco di equilibri dove talvolta ha la meglio l'orecchiabilità e dove in altri episodi, invece, è l'aspetto sghembo e dissonante a sorreggere la struttura del brano. Nel cd d'esordio "Vetro", questo aspetto della nostra musica è molto più marcato, mentre nel nuovo disco il rumore lascia in parte spazio alla psichedelia e ad un'attitudine meno rabbiosa e, probabilmente, un po’ meno rock. Non sappiamo proprio dirti invece quali sono i nostri modelli, soprattutto rapportandoci a "My Dreams", perché è un disco nato esclusivamente da sessioni d’improvvisazione in sala prove che, attraverso il solo lavoro di transazione degli arrangiamenti, sono diventate successivamente dei brani veri e propri. E' quindi un disco molto istintivo, dove ogni musicista ha messo sul piatto della bilancia la propria attitudine, la propria fantasia e il proprio gusto musicale, in un processo creativo molto rapido e senza troppi cerebralismi. Apprezziamo artisti come Sonic Youth, Pixies, Neil Young, Pearl Jam, Nirvana, Dinosaur Jr, Rage Against the Machine, Radiohead, Blur, Led Zeppelin, Deep Purple, Bauhaus, Smiths, Afterhours, Marlene Kuntz, Ritmo Tribale, C.S.I., Depeche Mode e Motorpsyco».
"My dreams" contiene 16 brani di sognante follia psycho-rock, registrati in due sessioni diverse: la prima al Red House Recording Studio con David Lenci e Andreas Venetis, sessione che si contraddistingue per essere più “jam” e diretta, con una forma canzone embrionale ed istintiva, vicina all’impatto live. Il secondo momento insieme a Fabio "Magister" Magistrali, che si è occupato anche del mix dell’intero album con il suo “Magister Mob Studio”, presso la cascina San Colombanino di Giussago (PV). La band ha riconosciuto da subito la condizione ideale lavorando con Magistrali e ha trovato la dimensione sonora più adatta per il completamento e il mix di questo album. Le due sessioni sono alternate nella track list e si intersecano con episodi lo-fi registrati da Rondena e Merlino in un casolare di Monte San Vito (AN). Pochi giorni prima del mastering al Bips studio di Milano è stata aggiunta un’ulteriore traccia strumentale dal titolo “Brass vs Guitars”, dove compare un flicorno.
L'album è disponibile in tutta Italia da poche settimane su etichetta Midfinger Records, distribuzione Venus.
Colpisce la scelta dei titoli in inglese, mentre i testi sono in italiano. Si tratta di uno scherzo? Ecco cosa dice Vince Merlino: «Ho avuto questo pensiero, l'ho proposto al resto della band ed è subito piaciuta l'idea di "raggirare" (se così si può dire) chi già ci conosce e si aspetta dei testi in italiano e spiazzare chi non ci conosce molto bene, il quale magari compra il disco nei negozi e leggendo sul retro titoli in inglese si aspetta naturalmente liriche in inglese: il suo ascolto del disco parte con "One", dove canto in inglese "maccaronico" (deliri che in realtà non hanno un significato ma che puoi scambiare benissimo per inglese, magari convincendoti di non capirlo molto bene...), e subito dopo con "Match" ha immediatamente capito che è stato preso per il culo... Magari ci odieranno, ma ci piaceva l'idea e ci piace rischiare. E dopotutto non credo proprio che il pubblico moderno sia così ingenuo da comprare un cd non sapendo cosa l'aspetti a grandi linee, soprattuto per quello che concerne il cantato. Il nostro, alla fine, va visto semplicemente come un gioco, magari bastardo, ma pur sempre un gioco».
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