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Pubblicato il 03/08/2010 alle 09:45:28 | |
L'importanza per Michael Pergolani & Renato Marengo di aver varato il Demo Jazz Award
Tra migliaia di cd che arrivano alla sede Rai di Saxa Rubra, quelli che propongono musica jazz sono sempre di piu': come abbiamo potuto constatare, al pubblico piace anche l'ibridazione tra il jazz e tutte le forme d'espressione musicale.
Tra migliaia di cd che arrivano alla sede Rai di Saxa Rubra, quelli che propongono musica jazz sono sempre di piu': come abbiamo potuto constatare, al pubblico piace anche l'ibridazione tra il jazz e tutte le forme d'espressione musicale.
La discussione puo' andare dal filologico al filosofico. Poi potremo citare i vari momenti storici in cui ha prevalso una corrente piuttosto che l'altra. Infine ci potremo fare due risate, citando la celebre riflessione di Duke Ellington che disse pubblicamente ...In genere, il jazz è sempre stato simile al tipo d'uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia.., poi ripresa e resa metal dagli Ac/dc qualche anno dopo. Per rendere piu' appetitoso il tutto, potremmo grattarci sopra (come il cacio sui canonici maccheroni!) qualche considerazione fatta nelle redazione dei giornali di musica, dove spesso si varano generi musicali, solo per riuscire a vendere piu' copie e catturare l'attenzione di nuovi target di potenziali lettori. Il caso del nu-metal e' quello piu' eclatante degli ultimi decenni...!
Cio' premesso trovo interessante che i due acchiappatalenti Marengo & Pergolani abbiamo capito che il Demo Jazz Award e' per loro la valvola di sfogo di molti artisti che passano speranzosa sulle frequenze di Radio1, emittente (ogni tanto e' bene ricordarlo!) che e' l'incontrastata ammiraglia dell'etere italiano. Tra Atina e Cassino, Radio1 nelle ultime due settimane di Luglio e' stata fortemente presente: nel borgo montanaro di Atina i concerti prestigiosi hanno visto la presenza di GianMaurizio Foderaro (tra l'altro curatore di Demo), mentre nello splendido (e popolare) scenario della Villa Comunale di Cassino sono stati i due di Demo a fare da collante tra la musica ed il grande pubblico. Ricordando che questi show sono stati registrati e che quindi li potremo ascoltare sulle frequenze di Radio1 da fine Settembre in poi, mi piace ricordare il gesto simpatico offerto dalla Banca Popolare del Cassinate, lo sponsor forte dell'intera 25esima edizione dell'Atina Jazz Festival 2010: Sabato 31 Luglio ha offerto ai vincitori della sezione critica, una composizione tra il floreale ed il collezionistico.... una tammorra che e' stata molto apprezzata dai musicisti, ma anche da un commosso Renato Marengo che ha associato quello strumento della tradizione popolare meridionale ai suoi esordi come discografico del Neapolis Sound (dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare in poi...).
La sensazione e' che si e' iniziato un percorso logico per sdoganare un genere musicale che ama ibridarsi in tutte le forme e maniere, anche se istintivamente rizza il pelo e si assesta su posizioni integraliste. L'invito e' anche rivolto al promoter Palco Reale di Gianni Sergio (che ha curato il rapporto tra Demo e l'Atina Jazz Festival 2010) ad interessarsi sempre di piu' a questi suoni e sapori, magari partendo proprio dai torinesi Jambalaya che hanno vinto a Cassino e che a Giugno 2011 andranno percio' a Rochester ad esibirsi: ovviamente e' gradita la presenza di Gino Aveta, come direttore di palco.
Fare squadra con le cose migliori che si sono viste in queste due settimane di luglio, puo' portare benefici a tutti, magari ripassandosi a priori un po' di biografia sulla musica jazz che potrebbe cosi' iniziare... Sin dai primi tempi il jazz ha incorporato nel suo linguaggio i generi della musica popolare americana, dal ragtime, al blues, alla musica leggera e colta dei grandi compositori americani. In tempi più recenti il jazz si è mescolato con tutti i generi musicali moderni anche non statunitensi, come il samba, la musica caraibica e come il rock. Il jazz si è trasformato, nel corso di tutto il XX secolo, evolvendosi in una gran varietà di stili e sottogeneri: dal dixieland di New Orleans dei primi anni, allo swing delle big bands negli anni trenta e quaranta, dal bebop della seconda metà degli anni quaranta, al cool jazz e al hard bop degli anni cinquanta, dal free jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il funk e l'hip hop dei decenni successivi....
(nella foto lo staff di Demo ad Oliveto Citra per il Premio Sele d'Oro nel Settembre 2008: da sinistra Giulio Tedeschi, Michael Pergolani, Gino Aveta, Renato Marengo, il sottoscritto e GianMaurizio Foderaro)
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