|
Recensioni |
Pubblicato il 09/07/2007 alle 14:55:51 | |
Kilt - Tra Serpi e Favole (LadyMusic Recs), lontani sono i peperoncini rossi piccanti
Interessante crossover quello dei ferraresi Kilt, un mix di Jane's Addiction ed Afterhours: l'uso del cantanto li porta lontano dal primordiale amore per i Red Hot Chili Peppers.
Interessante crossover quello dei ferraresi Kilt, un mix di Jane's Addiction ed Afterhours: l'uso del cantanto li porta lontano dal primordiale amore per i Red Hot Chili Peppers.
Il quartetto annovera musicisti nati tra il 1984 ed il 1987: l'eta' dunque gioca a loro favore, perche' c'e' tempo per migliorarsi in tutti gli aspetti del loro progetto, ma gia' questo cd e' da annoverare come un buon biglietto da visita, dal package maliardo e dalla resa finale piu' che positiva. Il cd e' sicuramente la consacrazione in note musicale del loro progetto teorico. Infatti sul loro sito affermano ....La convinzione che aleggia nelle nostre menti è quella che in italiano non si fa solo musica cantautorale ma anche musica Indie-Rock. La scena che indubbiamente più ci ha folgorati è quella della Costa Ovest degli Stati Uniti inizio anni 90, partendo dalla scena losanghelina dei Red Hot Chili Peppers e dei Rage Against the Machine passando per l’ala grunge di Seattle. Tutto questo viene assemblato assieme alla musicalità e alla poesia della lingua italiana che ci permette di esprimerci in maniera originale. Fondamentale in questo senso è la lezione che ci hanno impartito gli Aftherhours....
La band italiana che viene citata aleggia nell'intero disco, ma non diventa una presenza ingombrante, cosi' altri elementi di riferimento come gli Audioslave, i Rage Against the Machine ed anche i Mars Volta. A rendere pero' speciale ed originale la band (e non farla assomigliare a nessuno delle rockstar citate, nemmeno al grande Jimi Hendrix) sono sicuramente il lavoro di Giacomo Fiocchi e Matteo Pancaldi, rispettivamente cantante e bassista della band: il primo e' un singer di tipica scuola italiana (con molto colore anche nei toni alti), mentre il secondo macina note nel costruire la sua parte di base ritmica in modo preciso. Assieme al lavoro di Michele Guberti (chitarre) e di Nicola Guerra (batteria e percussioni) riescono a conferire al progetto Kilt quel pizzico di originalita' che non guasta per niente.
Alcuni loro brani invece portano su terreni tipici del post grunge e citare il nome dei Soundgarden non e' far gridare allo scandalo: ben nove sono i brani che compongono il cd e forse sarebbe stato meglio osare di piu', diversificando gli stile, cosi' da dimostrare (come in Contatti Zero e Decadenza Quotidiana) che i Kilt possono giocarsi un ruolo nella produzione rock italica. Dal vivo questa maturita' e' ben espressa.
Articolo letto 4130 volte
|