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Pubblicato il 05/05/2007 alle 22:13:43
Cantando sotto la pioggia, si celebrano i gruppi del futuro alle semifinali dell'Arè Rock Festival
di Ambrosia J.S. Imbornone
Il 25 e 26 aprile sul maestoso palco di piazzo Aldo Moro a Barletta si sono sfidati i semifinalisti del concorso nazionale,B_Crunch,Bloz,Camillorè,CFF,Giovanni Block,Hope Leaves,Leitmotiv,One Way Ticket,Shide,Shoe's Killin' Worm,U'Papun

Resoconto delle due semifinali

Cantando sotto la pioggia, si celebrano i gruppi del futuro

Ha sfidato anche il maltempo l'Arè Rock Festival, il concorso nazionale per artisti emergenti di qualunque genere musicale organizzato dall'associazione culturale Europa Giovane di Barletta. La manifestazione, che ha contato 126 iscrizioni e 36 gruppi ammessi da tutt'Italia, dalla Sicilia al Piemonte, dal Veneto alla Campania, è infatti giunta alla sua seconda fase, con le migliori 12 band in concerto. Nonostante il tempo variabile del giorno di festa e i ripetuti e violenti scrosci d'acqua del 26, il maestoso palco delle semifinali del 25 e 26 aprile in piazza Aldo Moro a Barletta e la trascinante musica dei gruppi che vi si sono esibiti hanno costituito un'attrazione imperdibile per un pubblico vasto e variegato per età e provenienza, che spaziava dai fan delle band ad ascoltatori appassionati e a curiosi calamitati dall'evento. I due spettacoli, presentati con molta professionalità da Lele Procida, sono serviti alla giuria tecnica e a quella popolare per decretare quali band accederanno alla finale del 12 maggio, con giuria nazionale e concerto delle icone del post-rock italico, i Giardini di Mirò. I 6 qualificati sono stati, secondo l'ordine della classifica, Giovanni Block & Masnada, U' Papun, C.F.F. e il Nomade Venerabile, Hope Leaves, Leitmotiv e B.L.O.Z. Di certo difficile sarà stato per i giurati emettere il fatidico verdetto, perché le serate hanno messo in luce autentici talenti, a cui è facile invece augurare una luminosa carriera nel panorama musicale italiano. Ad aprire la prima serata, in cui si è registrata inaspettatamente l'assenza degli Juta, trattenuti da un impedimento dell'ultim'ora, sono stati i baresi One Way Ticket. Esplosiva la grinta del frontman Maurizio Maremonti, che, con la maestria propria della band, propone un rock granitico, di impatto immediato, pronto a farsi tagliente e ironico in "Sondaggi d'opinione" e a far scatenare il pubblico sulle note di "Supermarket" e "Pareti mute". A seguire sale sul palco U' Papun, "l'uomo nero" Alfredo Colella e il suo gruppo, che unisce una vocazione cantautorale degna di efficaci e coinvolgenti cantastorie ad una ricerca musicale nell'ambito del rock, che usufruisce delle non comuni doti dei musicisti. Oltre alla divertente "Giulietta", c'è spazio nel set per la rabbiosa "Danza degli insoddisfatti" e per un'amara ballata da brividi sulle ombre, anzi sulle nebbie che avvolgono un'immobile Bari. Classico l'esordio del set dei Camillorè, ex Metafora, anche loro provenienti dal capoluogo pugliese, con l'edificante ma scatenatissima storia di "Camillo re di Sghisghigno". Questo brano esemplifica la fantasia mirabolante che nutre il repertorio della band, che ne fa aperto elogio nella canzone di chiusura, "Un'estate a Paperopoli". La chiusura della prima semifinale è decisamente all'insegna del rock, con Shide e B_crunch; i primi uniscono alla dolcezza della voce di Renata Morizio (in evidenza soprattutto in "So Alien", canto dei dubbi e delle fragilità) i virtuosismi del chitarrista Stefano Giungato e le entusiasmanti linee di basso di Donato Casale. Dei secondi, formazione brit-rock tranese, sono da ricordare i riff di chitarra delle strofe di "Tra voci ed immagini" (in cui una malinconia avvolgente corrode l'aspirazione alla serenità del testo), nonché l'interpretazione intensa e sicura di Raffaele Fiantanese, tra acuti e naturali vocalizzi. La seconda serata comincia sotto la pioggia: a scaldare il pubblico infreddolito ci pensano i Leitmotiv (da Sava, TA)e il loro eclettismo in bilico tra rock anni '70, con tanto di chitarre distorte, e la canzone d'autore, con il fervore del canto-recitazione dello straordinario Giorgio Consoli. Travolgente è soprattutto la loro "Passenger", la francofona "Le bonheur". Adeguata al penetrante e invasivo umido della serata è la prima canzone dei foggiani Shoe's Killin' Worm, la pungente "La pioggia lava l'aria"; il loro set mescola psichedelia, indie-tronica, showgaze ed atmosfere inquiete, come quelle che animano la storia in nero di "Mantide". Atteso dai fedelissimi delle qualificazioni live, che per dodici serate hanno costituito un appuntamento fisso al pub "I Bucanieri" di Barletta, era il ritorno dei napoletani Giovanni Block&Masnada. Il loro teatro-canzone si impone per freschezza giovanile, per l'indiscutibile carisma del suo frontman, cantante e flautista, e la bravura dei suoi musicisti, provenienti dai conservatori o dall'ambito jazz. Dopo le esilaranti "Il motivetto" e "L'uomo nuovo", la pensosa e toccante chiusura è dedicata alla loro "Città di vetro". L'esibizione successiva, quella dei C.F.F. e il Nomade Venerabile, è introdotta dalla storia di Orfeo ed Euridice, narrata da una voce di bambina; proprio come le note del mitico cantore, l'effetto della loro musica è prodigiosamente magico e riduce la folla della piazza ad un silenzio attonito e intento, percorso dai brividi che provocano le loro canzoni, grazie alle drammatiche interpretazioni di Anna Maria Stasi e della ballerina Anna Moscatelli, ma anche a crescendo, pause e riprese ricche di pathos, come in "Satori". Quinto gruppo della serata, direttamente da Vittorio Veneto (TV), gli Hope Leaves, che cullano gli spettatori con le loro ballate rigoramente acoustic-rock, dimostrando grande abilità tecnica e raggiungendo un ottimo tasso emozionale con "Black Soul" e "Bare and Mine"; il loro sound, americaneggiante ed accattivante, sa farsi strada visibilmente tra gli ascoltatori. Ultima band i barlettani B.L.O.Z., con il loro metal sperimentale, che si avvale della voce camaleontica e bruciante di Ruggiero Paolillo e infiamma i presenti con ritmiche aggressive elaborate con notevole perizia dal batterista Ruggiero Scassano e dal bassista Massimiliano Cortellino.

La finale del 12 maggio si avvarrà della presenza di una giuria tecnica giornalistica di calibro nazionale, per la quale hanno dato la loro disponibilità Giancarlo Passarella (Musicalnews.com – Fanzine.net), Rosaria Renna (RDS), Paola Gallo (Radio In Blu – Radio Italia), Paola De Simone (Radio In Blu), Luca Trambusti (Radio Popolare – Kataweb), Francesco Pasquali (RDS), Antonio Ranalli (Jam – Musikbox – Vintage). L'esibizione dei gruppi sarà seguita dal concerto dei Giardini di Miro', nell'ambito del fortunato tour dell'acclamato album "Dividing Opinions".

Hanno detto dei reggiani Giardini di Mirò:

"Oggi, scrivere dei Giardini di Mirò – una band che semina sold-out in ogni club che visita – e di "Dividing Opinions" – un disco suonato persino su Radio Rai nel primo pomeriggio – rischia di portare all'elogio autoreferenziale, al testamento compiaciuto o – ancora peggio – all'agiografia. (…)"Dividing Opinions" è così un disco (…) di rottura. Per nulla autocompiaciuto. Denso. Violento. Perdutamente incazzato eppure così poetico nel suo ricercare la grazia. (…)Una raccolta di brani di rara bellezza, dall'insieme coerente e compatto, dal grande peso specifico. Una sorta di pietra miliare della loro storia che inevitabilmente finirà col diventare un cimento condiviso, riverito, temuto, analizzato e studiato."

Carlo Pastore, Rockit



"Dopo quattro anni di silenzio i Giardini di Mirò ritornano con un piccolo e prezioso capolavoro dell'indie nostrano.(…) Un album maturo, pieno e possente, forse più violento dei precedenti ma denso della grazia cui i cinque ci hanno abituato. (…)

Un disco che potrebbe finalmente lanciare i Giardini oltre i confini italici, dove peraltro stanno già riscuotendo successo anche grazie alla collaborazione con la 2nd Rec. Uno degli album migliori di questo inizio 2007."

Simona Silvestri, Delrock.it



"…partirono come una convincente risposta italica al post-rock e, ora che il genere è rigorosamente tabù, diventano altro, tentati dall'elettronica gentile (Spectral Woman), per niente impauriti dalla forma canzone e curiosi di tutto quello che c'è intorno."

Gianni Santoro, XL Repubblica

I primi due classificati nella finalissima del 13 luglio al Fossato del Castello Svevo di Barletta avranno poi l'onore di aprire il concerto di un ospite musicale di grande fama nazionale (l'organizzazione è attualmente in contatto con l'agenzia Colorsound per Elio e le Storie Tese). Alla band vincitrice andrà un premio del valore di 2000 euro. Inoltre, i 6 gruppi finalisti senza ulteriori selezioni saranno ammessi di diritto al Music Village, evento dedicato agli artisti emergenti di tutta Italia organizzato dalla Event Sound Promotion, specializzata nella comunicazione e promozione discografica. Ad una delle 6 band finaliste dell'Arè Rock Festival sarà offerto un video-clip realizzato da Sabino Balestrucci, Dario Battaglia ed Enzo Campanella (BBC group produzioni by RiScatti). Infine il demo di uno dei 36 gruppi selezionati per il concorso sarà coprodotto da Beppe Massara presso il 'Gel Studio' di Trani. Il festival si avvale come media partner del quinto portale d'informazione musicale italiano, Musicalnews.com, della free-press CultTime, di RadioIdea e del fotografo Sabino Balestrucci.

Foto:foto di gruppo degli One Way Ticket il 15 marzo alle qualificazioni live dell'Arè Rock Festival.

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