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Recensioni |
Pubblicato il 15/01/2009 alle 15:54:20 | |
Il ritorno delle Tigri del Rock: i Tygers of Pan Tang graffiano al Viper di Firenze!
I Tygers of Pan Tang (dopo l'ottimo Animal Instinct) tornano a far saltare il pubblico italiano, nella data di Lunedi' 12 Gennaio al Viper di Firenze: grande il vocalist Jacopo Meille...!
I Tygers of Pan Tang (dopo l'ottimo Animal Instinct) tornano a far saltare il pubblico italiano, nella data di Lunedi' 12 Gennaio al Viper di Firenze: grande il vocalist Jacopo Meille...!
Ore 23.00. I Planet Hard fanno ritorno nel backstage, dopo aver condiviso un'ottima prestazione con chi, nonostante il giorno feriale ed il freddo pungente, non si è negato la propria dose di rock quotidiana. Dagli spalti del Viper mi concedo un attimo di relax ed osservo la calca di gente in festa a bordo palco, sotto di me. Fa sorridere l'eterogeneità di stili di vita ed età fra i presenti: alle giovani promesse esaltate, in prima fila, fanno contrasto decine di impassibili metallari old school, le giacche di jeans costellate di toppe rock. A pochi metri dall'ampli della chitarra anche una bambina, accompagnata dal padre, sfoggia una t-shirt firmata Tygers.
A 10 mesi di distanza dall'uscita di Animal Instinct, le stelle della NWOBHM, i Tygers of Pan Tang, tornano a calcare i palchi italiani in 4 date: Bologna, Verona, Como e Firenze. La band, formatasi nel lontano 1978 da un'idea dell'ex vocalist Jessie Cox e dell'axeman Robb Weir, ha da subito scalato le vette dell'heavy metal, portando a segno memorabili successi, nella loro fulminea carriera a cavallo fra 1978 e 1982. Dopo l'ottimo Animal Instinct, la band torna alla carica con la fresca energia di una formazione rinnovata. Domatore delle tigri, il fiorentino Jacopo Meille, militante anche come frontman nei Mantra, Norge e Mad Mice. Dotato di straordinarie doti di vocalist, con stupefacente maestria dona conformità alle tre diverse voci appartenenti ai cantanti delle ex line up.
Tutto si ferma quando il rombo di batteria invade la sala. La tigre ruggisce, si comincia. Meille attacca “Dark Rider” ed un fremito scuote il pubblico. Un pezzo nuovo, il pubblico sa che lo show unirà il glorioso passato alla voglia di riscatto del presente. Le premesse ci sono tutte. Un attimo di silenzio ed “Hellbound” premia i vecchi fan, che celebrano il singolo lanciandosi nell'headbanging. La sezione ritmica è imponente. Brian West al basso plettrato ed il giovane Craig Ellis dietro la batteria restituiscono il fascino animalesco di una ritmica incessante priva di punti deboli. Proprio la fluida violenza di percussione di Ellis frena l'esibizione causa rottura della pelle della cassa, ma è solo un'occasione in più per Meille, che si lancia in un saluto alla sua città.
Si riparte con “Take It”, dal vecchio repertorio e “Live For The Day”, magnificamente eseguita. Brani come questo permettono ai chitarristi di mettere in mostra l'esperienza di anni di tournée. La Les Paul di Robb Weir crea un rifferama di puro heavy metal.Dean Robertson è un soloist d'eccezione: un cenno di Meille e getta in pasto alla folla evoluzioni musicali d'alta classe. “Wild Cat” del 1980 è di nuovo fra noi con “Suzie Smiled” e “Slave To Freedom”. La più volte richiesta “Hot Blooded” è marchiata a fuoco nella mente dei presenti mentre “Euthanesia” permette all'esuberante vocalist di sprigionare al meglio energia pura. Nessuna pausa. Nessuna esitazione. La chitarra freme ed esplode nel riff di “Rock & Roll Man”. Qui l'esperienza conta. Il carisma e la tecnica si fondono per dar vita ad una serie di trovate sceniche di fortissimo impatto: Robertson e la sua velocità prorompente, Weir al microfono distorto, Meille e l'interazione col pubblico.
Catturato anche lo sguardo del più distratto degli ubriaconi, Weir può intonare la cover di “Love Potion n 9”, probabilmente il pezzo più conosciuto della band.A questo punto stanno ballando tutti, o almeno tutti muovono a tempo le mani, il massimo che un pubblico metal possa concedersi... “Gangland” è un monumento alla NWOBHM e l'entusiasmo sale con Robb Weir che in un gioco di sguardi ci incita a far saltare tutto. Poi la pausa. Cinque minuti, un sorso d'acqua e “Running Out Of Time” sovrasta tutto. “Raised On Rock” conclude l'evento. Cordiale come sempre, la band ringrazia la folla e scompare nel backstage in un tripudio di percussioni. Il plettro di Robb Weir è un regalo per la piccola fan della prima fila.
Con la data di oggi le Tigri fiorentino-britanniche hanno portato a segno un bel centro. Soddisfatti i desideri dei sostenitori più accaniti, la loro grinta ha graffiato il cuore di tante future promesse della Metal Militia internazionale.
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