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Interviste
Pubblicato il 19/07/2010 alle 13:22:45
Marta Gi & the Gi Monkeys . Tutti invitati a uno stranissimo viaggio
di Martina Neri
Forse qualcuno si ricordera' di Marta Gerbi come una delle protagoniste della seconda edizione di 'Amici di Maria de Filippi'. Da quell’esperienza ormai sono passati anni e la giovane cantautrice torna sulle scene con il suo nuovo progetto.

Forse qualcuno si ricordera' di Marta Gerbi come una delle protagoniste della seconda edizione di “Amici di Maria de Filippi”. Da quell’esperienza ormai sono passati anni e la giovane cantautrice piemontese, ma romana d’adozione, ha fatto varie esperienze e ora torna sulle scene con il suo nuovo progetto: Marta Gi & the Gi Monkeys. “Stranissimo viaggio” è il nuovo cd di cui è autrice di testi e musiche. In air play c’è il singolo “Via Sciò”.

Togliamoci subito il dente: quanto sei stufa di essere catalogata come “quella di Amici”?

A dire la verità, essendo passati ormai tanti anni, non tantissima gente me lo dice. Avevo 18 anni allora, adesso ne ho 26 : sono cambiata sia personalmente che artisticamente. Detto questo, non è una cosa che mi stufa, l’ho fatto e mi è stato utilissimo anche per arrivare a ciò a cui sto lavorando ora, mi dà più fastidio la gente che mi chiede: “Com’è Maria De Filippi?”

Questo tipo di esperienza è stata importante per te, è davvero utile e formativa una cosa del genere?

E’ una tappa importante perché ti vedono tante persone e come esperienza te la porti sempre dietro. Per me è stata fondamentale sia umanamente che professionalmente, mi ha reso molto più sicura di me, mi ha fatto decidere quello che volevo fare in modo più definitivo. Il fatto che io abbia partecipato ad “Amici” non c’entra niente con il disco che ho fatto ora. Quando l’ho fatto io nessuno usciva con un disco perché le radio non l’avrebbero passato proprio in virtù del fatto che eravamo personaggi televisivi. Ora è il contrario: se non hai fatto tv non ti passano in radio. Dopo “Amici” ho vissuto i miei moment di gloria, poi tutto ciò è finito ma non mi dispiace perché di certi aspetti mi importa poco, e io ho iniziato a rielaborare la mia musica.

Senti il pregiudizio degli addetti ai lavori nei tuoi confronti o dei colleghi musicisti?

No. Forse succedeva un po’ di tempo fa. Ogni tanto fra i musicisti c’è qualcuno che prima che io cominci a suonare storce il naso. Però io suono il piano da vent’anni, i pezzi me li scrivo da sola, quando vieni a un mio concerto ti rendi conto che non c’è niente di costruito e quasi tutti dopo si ricredono.

Come è nato il progetto Marta Gi & the Gi Monkeys?

Sono cantautrice da quando avevo 14 anni e ho sempre suonato da sola, a un certo punto ho deciso che volevo iniziare a raccontare quello che facevo e per raccontare hai bisogno di condividere con le persone. Negli anni ho trovato questi musicisti e alla fine il progetto è nato da solo.

Come mai hai scelto l’elettronica per vestire i tuoi pezzi?

Ho abbandonato, per ora, i suoni acustici che hanno fatto sempre parte della mia vita e ho arrangiato i pezzi in uno stile che ci piace definire “psycho pop” perché i pezzi sono orecchiabili ma i testi sono un po’ psicopatici, i suoni sono assurdi, gli arrangiamenti fuori dalle righe. Sono dell’idea che per esprimere un concetto non devi per forza avere il mantello nero addosso e piangere. Anche “Via sciò” è sbarazzino, ma se ascolti il testo ci trovi anche altro. Mi piace che l’approccio sia divertente, perché la musica deve anche fare star bene, ma se poi si approfondisce l’ascolto si trova anche la persona che c’è dietro.

“Via sciò” potrebbe essere un tormentone: è molto radiofonica e di facile impatto. È quello l’obiettivo?

E’ ovvio che per scegliere il singolo devi prendere in considerazione tanti fattori: il periodo storico, la stagione. “Via Sciò” mi piace tantissimo cantarlo e poi effettivamente ha lo slogan, poteva funzionare e abbiano scelto quello, ma ci abbiamo messo tanto perché ci sono più pezzi nell’album che potevano essere scelti.

Ho notato che, nella pronuncia delle parole, spesso raddoppi la “r” anche quando non ce n’è bisogno: è un vezzo o un modo per rendersi riconoscibile?

Insegno canto e affinando la mia voce ho iniziato ad avere queste due caratteristiche : raddoppiare la “r” e avere la “e” aperta. Mi viene naturale, non è una scelta fatta a tavolino. All’inizio avevo un produttore che mi correggeva, ma quando ho potuto fare come volevo ho enfatizzato queste caratteristiche che uso anche nella mia vita di tutti i giorni.

Questa estate farai un tour?

Si, è previsto un tour che stiamo allestendo al momento. Tutte le date si possono trovare sul mio sito che è sempre aggiornato.

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