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Pubblicato il 15/09/2012 alle 16:07:04
Muse: cresce l'attesa per il sesto album in studio
di Manuela Ippolito Giardi
I Muse non sono partiti con l’intento di fare di The 2nd law l’album più ambizioso della loro carriera. Come avrebbero potuto? A fare da apripista, due singoli come Survival e Madness.

I Muse non sono partiti con l’intento di fare di The 2nd law l’album più ambizioso della loro carriera. Come avrebbero potuto? A fare da apripista, due singoli come Survival e Madness.

Anticipato in radio dal trionfale inno olimpico “SURVIVAL” e dall’ossessionante singolo “MADNESS”, a tre anni di distanza dal precedente “The Resistance”, martedì 2 ottobre viene pubblicato “THE 2nd LAW”, il nuovo album di inediti dei Muse. “THE 2ND LAW” sarà disponibile in vari formati: CD, CD/DVD (il dvd contiene il making dell’album e altri contenuti video speciali), 2LP, boxset (contenente il CD+2LP+DVD+libro+stampa). Su iTunes è già possibile ordinare l’album anche nella versione Deluxe che contiene un estratto del DVD.

Dopo 15 milioni di dischi venduti , 5 MTV Europe Award; 2 Brit Award; 8 NME Award, 5 Q Award, 4 Kerrang Award, il Grammy come miglior album rock nel 2011, n.1 in 19 paesi nel 2009 con “The Resistance”, soldout ai concerti in tutto il mondo, il gruppo inglese torna a stupirci con un nuovo album dagli effetti speciali. Arricchito da nuove sonorità, l’album è il più ambizioso della loro carriera.

Quando si è trattato di iniziare a lavorare sul sesto album, i MUSE non avevano certo intenzione di limitare i cori, gli archi o i fiati. Ci sono anche chitarre fatte a pezzi, pianoforti martellanti, arrangiamenti orchestrali, libri masticati e Matt Bellamy, al massimo del suo splendore creativo, non ha abbassato la mira dalla “grande visione” né tantomeno ignorato i “preziosi dettagli”. Per la prima volta dall’inizio della loro carriera tutti e tre i membri della band hanno vissuto nello stesso posto, hanno preso domicilio a Londra e nei dintorni, bloccato uno studio di registrazione – Air – e sono andati e venuti a loro piacimento concentrando tutte le loro energie nella produzione. Il titolo dell’album “THE 2ND LAW” prende il nome, infatti, dalla seconda legge della termodinamica, che riguarda lo spreco inevitabile di energia all’interno di un sistema chiuso. L’energia. I Beach Boys. Il blues a 12 battute. Gli anni ’80. Le vertigini. I broker di borsa. La termodinamica. L’ideale olimpico. Fred Goodwin. L’eccesso. Gli INXS. Il papà di Beck. Il figlio di Bellamy..

La band che ha composto Supermassive Black Hole, Knights Of Cydonia e la sinfonia in tre parti Exogenesis era già naturalmente portata per qualcosa di “più intenso”. Un solo passo in avanti in più o più ardito e i Muse avrebbero corso il rischio di bruciarsi al calore di una stella nana da loro stessi creata.

Ma non si diventa una delle maggiori band al mondo - con oltre 15 milioni di album venduti, 5 MTV Europe Award, 2 Brit Award, 8 NME Award, 5 Q Award, 4 Kerrang Award, il Grammy come miglior album rock nel 2011, # 1 in 19 paesi nel 2009 con “The Resistance”, arene e stadi sold-out in tutto il mondo – stando seduti in poltrona. Quando si è trattato di iniziare a lavorare sul sesto album, quindi, non avevano certo intenzione di limitare i cori, gli archi o i fiati. Tranquilli! Ci sono anche chitarre fatte a pezzi, pianoforti martellanti, arrangiamenti orchestrali, libri masticati e Matt Bellamy, al massimo del suo splendore creativo, non ha abbassato la mira dalla “grande visione” né tantomeno ignorato i “preziosi dettagli”. E la band non ha avuto nemmeno tema di dare spazio ad un nuovo brillante elemento: canzoni scritte e cantate dal bassista Chris Wolstenholme. Ma quello che la band di compagni di scuola del Devon ha fatto di differente è stato questo: si sono semplificati il lavoro. Per la prima volta dall’inizio della loro carriera in una piccola cittadina inglese 18 anni fa, durante la registrazione dell’album tutti e tre i membri della band hanno vissuto nello stesso posto. Hanno preso domicilio a Londra e nei dintorni, bloccato uno studio di registrazione – Air – e sono andati e venuti a loro piacimento. Questa volta l’unico orologio che dovevano guardare era quello che batteva al loro ritmo. Avevano a disposizione tutto il tempo del mondo per sperimentare, esplorare nuove idee, montare enormi strumentazioni in studio, ingaggiare remixer, giocare coi pedali e (termine tecnico!) cazzeggiare con quello che i loro cuori suggeriva loro.

Questa volta hanno anche potuto applicare tutte le loro conoscenze di produzione in studio per creare l’album che veramente volevano produrre. Si sono risparmiati delle scocciature e hanno conservato l’energia. Hanno applicato, in senso molto appropriato, la seconda legge; l’album prende infatti il nome dalla seconda legge della termodinamica, che riguarda appunto lo spreco inevitabile di energia all’interno di un sistema chiuso. Dovevano solo lasciarsi andare e divertirsi. Dopo tutto se lo sono guadagnato. “Ci siamo veramente divertiti” dice Wolstenholme, “e speriamo che si possa percepire ascoltando l’album. Ci sono molti momenti reali di positività nei brani. Credo che, anche dal punto di vista personale, siamo tutti in un ottimo momento.”

“Sento che è la cosa migliore che abbiamo mai fatto”, dice il batterista Dom Howard. “si respirava un senso di avventura mentre lo facevamo.” “E’ stata una passeggiata!” dichiara Bellamy, ancora eccitato per la recente esperienza di aver visto il nuovo brano, quasi da opera-rock, SURVIVAL essere scelto come la canzone ufficiale dei Giochi Olimpici di Londra appena conclusi.

“Ci faceva ridere, a volte, notare come cose diverse potessero suonare.” Come accuratamente descrive Howard, “The 2nd Law” trabocca di suoni “selvaggi”. È esattamente ciò che avevano in mente lo scorso ottobre, quando si sono fermati per la prima volta dopo la conclusione del Resistance tour di due anni intorno al mondo. Nel giro di 4 veloci settimane il trio aveva già 13 nuove canzoni in una forma, certamente embrionale, ma già attuabile. Da inizi solidi sono scaturiti grandi brani. MADNESS, l’ossessionante primo singolo dell’album, pulsa di una vibrazione sporca. Non suona come niente fatto prima dai Muse, ma allo stesso tempo racchiude tutto il loro mondo. “Volevo fare qualcosa di veramente minimale”, ha dichiarato Bellamy. “E’ essenzialmente un blues su 12 battute. Credo che sia probabilmente il pezzo migliore che abbia mai scritto. E uno dei più personali. Parla di quel momento in cui stai con una donna, ci litighi e lei sbatte la porta uscendo lasciandoti da solo a rimuginarci sopra. E dici “aveva ragione! È ovvia che aveva ragione!”

Wolstenholme conosce bene le canzoni personali. Ha contribuito al nuovo album con 2 canzoni, SAVE ME e LIQUID STATE. La prima è influenzata dalla sua band preferita di sempre, i Beach Boys, la seconda è un boogie a propulsione nucleare. “Abbiamo scritto due o tre album che trattavano, più che altro, di concetti globali. Ci sta ora che facciamo un passo indietro e scriviamo partendo da ciò che abbiamo dentro. Che in realtà a volte è molto più difficile perché essenzialmente,” dice ridendo, “significa mostrare a tutti le proprie emozioni”, dice Wolstenholme. Bellamy ammette che BIG FREEZE parla anche di relazioni. Ma probabilmente la sua caratteristica principale è ciò che Howard entusiasticamente chiama “il grande suono degli anni ‘80”. Per me si avvicina molto al suono che abbiamo dal vivo: molto pieno, diretto, pesante e brillante. Quella canzone ricorda un po’ gli INXS! aggiunge Wolstenholme, “con quel grande rullante incassato. So che molti pensano che possa essere un po’ dozzinale, ma al tempo era nuovo ed inusuale. Per un certo periodo suonava un po’ datato, ma abbiamo voluto ridargli vita e renderlo più attuale. C’è anche una qualche influenza degli U2 – abbiamo voluto mescolare tutte queste cose insieme rendendole però moderne come se fossero state registrate quest’anno.”

Il brano di apertura, SUPREMACY, è stato uno dei primi a cui i MUSE hanno lavorato. I primi appunti di Bellamy hanno subito conquistato Wolstenholme “immediatamente, perché c’è tutto dentro. Appena inizia capisci subito che è una roba metal sporca e grunge” dice sorridendo. “poi quando arrivi alla strofa capisci che si è trasformata in pura musica da film. Ho detto a Matt che mi ricordava i Wings”. “Continuavamo a sovrapporre rullanti”, aggiunge Howard. “C’erano tonnellate di timpani e tamburi e strane percussioni. Volevamo rendere l’idea di una banda musicale che arriva marciando oltre la collina, proprio dietro l’orchestra. Poi si trasforma in qualcosa di fuori di testa, simile a Live And Let Die, nel mezzo!” “Era qualcosa di molto differente,” continua. “Volevamo veramente che suonasse come un grande pezzo rock live da stadio. Questo è quello che pensavamo in studio, con quell’immensa strumentazione che avevamo montato, tanto che vibrava tutto ad ogni colpo di batteria. Poi la strofa cambia completamente direzione e ci riporta un po’ all’influenza di Ennio Morricone, che si può anche sentire in Knights Of Cydonia.” Le colonne sonore sono da sempre state un’influenza poco sbandierata nella sua scrittura, ammette Bellamy. In “The 2nd Law” questo entusiasmo si incastra perfettamente con il suo amore per la musica classica. Negli album precedenti le sue escursioni orchestrali hanno tratto ispirazione da Rachmaninoff e Berlioz. Questa volta invece sono i compositori contemporanei ad ispirarlo insieme alle leggende di Hollywood come Hans Zimmer e John Williams.

“Mi piace quel suono pieno di quei film epici, di fantascienza, di azione o comici,” dice Bellamy. Il risultato di questa passione è duplice. Primo, i Muse sono stati per 3 settimane a Los Angeles a lavorare con i migliori musicisti e coristi da film, assoldati e diretti da David Campbell, ovvero il papà di Beck. Secondo, Bellamy ha scritto una suite di due parti che chiude l’album: THE 2ND LAW: UNSUSTAINABLE e THE 2ND LAW: ISOLATED SYSTEM che si è immaginato come “quasi una cosa stile colonna sonora”. Anche qui Campbell ha partecipato, trascrivendo gli arrangiamenti orchestrali scritti da Bellamy.
Questo doppio finale di album è un’altra prova della svolta dei MUSE.
“Mi piace seguire l’onda,” sorride Bellamy. “parte da questa tendenza di andare ai concerti e vedere uno sul palco con un laptop. La nostra sfida con The 2nd Law: Unsustainable è di creare un brano come quelli, ma per poi suonarlo con strumenti veri – una versione biologica di questo nuovo genere elettronico che è un po’ dovunque adesso.” In FOLLOW ME c’è più rivoluzione digi-rock. Suona come i Justice prodotti da Giorgio Moroder. Infatti inizialmente era un demo che la band è la prima a descrivere come un suono fatto a regola d’arte da un buon terzetto rock. Ma seguendo la regola distruggi-e-ricrea, altezzosa ambizione dei nuovi MUSE, hanno deciso di partire per la tangente: un ritmo 4/4 qui, una batteria sperimentale là….

“Finché non abbiamo deciso di andare fino in fondo e di farla remixare”, ricorda Wolstenholme sulla decisione della band di affidare il completamento della canzone al produttore Nero. “Eravamo contenti di tagliarci fuori completamente”, annuisce Bellamy. Non esattamente: FOLLOW ME è la sola canzone di The 2nd Law direttamente influenzata dalla neo-paternità del cantante. Il battito all’inizio del brano? La registrazione del cuore di suo figlio quando era ancora dentro la pancia di sua mamma. Come sempre succede con Matt Bellamy, quando si tratta di scrivere i testi ci sono temi di portata diversa che vuole trattare. Il funk sinuoso di ANIMALS è partito da una jam e ora, nella sua versione registrata, finisce con le grida dei broker della borsa di Wall Street. “Queste è la canzone per tutti i Fred Goodwin del mondo,” dice storcendo il naso Bellamy sul disgraziato banchiere britannico. “su tutti quelli che sono strumentali per la rovina di interi paesi.”

Il testo e l’idea dietro a EXPLORERS, come quella dietro alla title track divisa in due parti, si rifà alla parte più “filosofica” dell’album – quello che Bellamy pensa dello sfruttamento dell’energia del pianeta e delle sue risorse. Ma applica questa teoria termodinamica anche al flusso e riflusso di passione nelle relazioni, come si sente in BIG FREEZE e MADNESS. Ma come sottolinea Wolstenholmes, The 2nd Law non è certo un album cupo. “Ci sono alcune note negative, sicuramente. Ma si tratta di reazioni umane e di ciò che facciamo per sopravvivere. E’ una cosa positiva.” Ad ogni modo, un album che comprende sia SURVIVAL, il loro trionfante inno olimpico, che PANIC STATION, una canzone tipo versione disco dei Queen, non può alla fine prendersi troppo sul serio. “Non avevamo paura di fare un brano che è a tutti gli effetti disco”, sorride Bellamy parlando di PANIC STATION, un eccellente brano groovy registrato con una sezione fiati in cui hanno suonato classici musicisti di Chicago (tra cui uno che ha suonato anche in Superstition di Stevie Wonder). “E’ un album con un carattere originale che lo rende divertente” spiega Bellamy. “Ma non credo che si prenda troppo sul serio, anche se qualche testo lo è.”

“Posso anche arrivare a dire che ci sono state delle risate mentre facevamo l’album,” conclude un allegro e vivace Bellamy. “Il morale era alto, molto più che in ogni altro album dei MUSE, questo è sicuro”.

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