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Pubblicato il 06/11/2009 alle 08:56:29 | |
In un cofanetto la storia di Giuni Russo artista di confine e controcorrente
La monografia sulla grande Giuni Russo è stata scritta da un’autrice importante Bianca Pitzorno e contiene anche un dvd e un cd di 6 inediti.
La monografia sulla grande Giuni Russo è stata scritta da un’autrice importante Bianca Pitzorno e contiene anche un dvd e un cd di 6 inediti.
Il libro dal titolo “Da un’estate al mare al Carmelo” è stato presentato lo scorso settembre, in occasione dei 5 anni dalla scomparsa, al Festivaletteratura di Mantova e per l’occasione c’è stata anche la partecipazione di Franco Battiato, amico e collega, il quale ha diretto il dvd annesso al cofanetto “La sua figura”, un docu-film, prodotto da Maria Antonietta Sisini che racchiude alcune esibizioni della cantautrice siciliana e la partecipazione di artisti come Alice, Lene Lovich, Piera Degli Esposti. Franco Battiato ha anche scritto una breve nota di introduzione: ‘l’estensione vocale di Giuni lasciava increduli. Sembrava senza limiti. Ma lei usò questa straordinaria possibilità solo per fini artistici. Aveva il timore che un uso improprio potesse oscurare la sua qualità d’interprete. E a chi le chiedeva quante ottave possedesse, rispondeva, con la sua ironica sobrietà, sette ottavi riferendosi al soprabito femminile.
La vita artistica non è stata semplice, nonostante le buone premesse degli esordi con la vittoria conseguita al concorso Voci nuove di Castrocaro e la partecipazione di diritto ad un Sanremo del ’68 con il brano “No amore” dove non sfonda ma ha l’onore, dietro le quinte, di improvvisare un pezzo, su invito del grande Louis Armstrong che in quella occasione sostituisce il bocchino d’argento della sua tromba e lo regala a lei dicendole “For you baby”. Da questo oggetto non si staccherà mai nei momenti di difficoltà dove la vendita ad un collezionista avrebbe risolto i problemi economici.
Questo ed altri aneddoti sono raccontati dalla scrittrice sarda con la collaborazione di Maria Antonietta Sisini, artefice per 35 anni di un sodalizio artistico e umano indissolubile. Viene evidenziato il suo carattere determinato nel volere proseguire una carriera artistica di spessore, che ha un punto d’inizio con il bellissimo album sperimentale del 1981 “Energie”, coadiuvata dal team di Franco Battiato, contenente capolavori come “L’addio”, “Una vipera sarò”, “Il sole di Austerlizt” e l’interpretazione delirante di “Crisi metropolitana”. Seguirà il singolo di successo “Un’estate al mare” che spopola ma che in realtà una canzoncina non è visto che il testo parla di un gruppo di prostitute costrette a vivere d’inverno vivono «sotto i ponti delle autostrade», si scaldano bruciando «gomme di automobili» e d’estate sognano di «fare il bagno al largo per vedere da lontano gli ombrelloni».
Relegata per un paio d’anni a potenziali hit estivi come “Alghero”, “Limonata cha cha cha”, rinuncia al facile successo e questa scelta le crea delle controversie con la sua madrina discografica Caterina Caselli, che l’aveva tenuta a battesimo al suo debutto. Il prezzo da pagare per questa sua ribellione è la difficoltà a trovare una etichetta che la potesse sostenere e il conseguente isolamento artistico.
Nonostante ciò, le viene in aiuto l’amico di sempre Franco Battiato che le permette di realizzare, per la sua etichetta ‘L’Ottava’ un disco di romanze rielaborate di Bellini, Donizetti e Verdi dal titolo “A casa di Ida Rubinstein”. Negli anni ‘90, si avvicina ai personaggi cattolici, scopre e mette in musica Teresa d’Avila, per un anno aveva provato a musicare un suo testo “Moro perché non moro” e la melodia, improvvisamente, le venne mentre guidava, come se provenisse da dentro. Bellissima anche “La sua figura”, ispirata dai versi di Giovanni Croce.
Nel 2003 la sua partecipazione a Sanremo, in un momento in cui la sua salute versa in gravi condizioni. Il brano presentato “Morirò d’amore” era stato scartato dalla commissione sei anni fa in quanto ‘stonato’ e lo stesso provino accettato in quella edizione. Fa breccia su pubblico e, prima della sua scomparsa, avvenuta un anno dopo, riesce ad editare con l’appoggio della Sony due album, concretizza un progetto artistico ambizioso e raffinato “Napoli che canta” e per l’occasione scrive un bellissimo testo “A cchiu bella cosa” su musica del principe Totò De Curtis.
Nel cd allegato al cofanetto si possono ascoltare sei brani inediti e i demo di come sono nati: da “Morirò d’amore” a “Come sei bella", mai pubblicato, e un originale live “Pechino” nel quale la straordinaria interprete libera la voce lasciandosi andare a vocalizzi irraggiungibili.
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