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Pubblicato il 27/06/2009 alle 17:54:47
Musicultura, prima serata: ecco cosa è successo tra nuovi talenti e vecchie glorie
di Francesca Marchetti
Il festival di Musicultura combatte l’avversita' meteorologica a suon di note e poesia: nella prima serata del 26 Giugno ha avuto la meglio. Jacopo Ratini e Naif in finale: grandi esibizioni di Capossela, Banco del Mutuo Soccorso, Gocoo.

Il festival di Musicultura combatte l’avversita' meteorologica a suon di note e poesia: nella prima serata del 26 Giugno ha avuto la meglio. Jacopo Ratini e Naif in finale: grandi esibizioni di Capossela, Banco del Mutuo Soccorso, Gocoo.


Aperto dal nuovo conduttore Fabrizio Frizzi e dopo un caloroso applauso a ricordare lo scomparso Michael Jackson, il festival si è tuffato a capofitto nella gara tra giovani emergenti della musica d’autore italiana. Otto vincitori, quattro a serata, si contendono il premio finale di 20.000 euro, cifra che per ogni musicista significa poter portare avanti il proprio sogno senza preoccupazioni per un bel po’ di tempo. Qualcuno ha alle spalle anni di studio, altri sono autodidatti, ma tutti testimoniano dal vivo la loro virale passione per la musica. Ieri sera lo Sferisterio di Macerata e gli ascoltatori di Radio1 Rai hanno scelto di far accedere alla finale due solisti dallo stile molto diverso. Il primo è Jacopo Ratini, romano, laureato in Psicologia del lavoro ma musicista per vocazione, che propone un pop-blues bianco molto orecchiabile dal testo sarcasticamente realistico: “Studiare, lavoro, pensione e poi muoio”. L’altra è Naif, della provincia di Aosta, che sperimenta con i loop e i riverberi per rievocare le onde e le immagini del paesaggio marino che ha nella testa fin da piccola. “Io sono il mare” è infatti il titolo del suo brano. Il primo, Ratini, ha conquistato con la semplicità e la melodiosità della sua composizione, mentre quella di Naif colpisce per l’approccio più moderno e caratterizzante.

Occhi puntati su di loro, quindi, ma senza dimenticare gli altri due esclusi dalla finale: l’elegante ricercatrice vocale e sonora Paola Angeli, di Bologna, ormai di casa a Musicultura, che non è riuscita a far passare la sua ariosa suite “Il corpo di Venere”, e il gruppo siciliano Cordepazze, anche loro seguaci del filone ironia in agrodolce con Sono morto da 5 minuti. Una buona armonia la loro e una sapiente interpretazione, arricchita dall’accompagnamento di una banda locale, così come Paola Angeli era coadiuvata da un quartetto d’archi femminile. Come dire che l’orchestra non aiuta?! Ricordiamo che dal sito www.downlovers.it potete scaricare gratis e legalmente tutte le canzoni finaliste al festival.

Successivamente alla proclamazione dei finalisti di domenica, si è aperta la seconda parte dello spettacolo, riservata ai grandi artisti ospiti. Le prime a salire sul palco sono tre donne: la coraggiosa poetessa libanese Joumana Haddad, l’attrice teatrale Tiziana Bagatella e la violinista H.e.r.. Unite in un’ammaliante interpretazione delle poesie di Joumana (che parla benissimo italiano), le tre signore hanno incantato la scena, peraltro già affascinante nell’allestimento.
Poi è stata la volta della musica: sale sul palco Beatrice Antolini , giovane maceratese accreditata come next big thing che però non colpisce più di tanto. Un synth-pop irregolare, confuso, con ritmi cangianti quasi da vaudeville: il tutto forse un po’ troppo pretenzioso. Da rivedere.

Una bella sopresa arriva invece dal Giappone: i Gocoo. Che i ritmi tribali potessero evocare l’estremo oriente nessuno se lo aspettava, invece gli undici percussionisti (in realtà quasi tutte donne) lo hanno dimostrato. Esili figure femminili che picchiano duro sui tamburi, riuscendo contemporaneamente a tracciare vaporose coreografie. Come non restarne affascinati?
Un brindisi da primato è quel che ci vuole: 2500 calici di vino rigorosamente marchigiano sono stati alzati dai presenti per festeggiare i 20 anni del festival, insieme a Piero Cesanelli e ai suoi stretti ed insostituibili collaboratori.

E dopo un buon bicchiere di vino non può che arrivare lui, acclamato da un brusio che tradisce l’attesa di tutti: Vinicio Capossela. Anche lui festeggia vent’anni di attività, e lo fa riunendo la storica band del primo disco, Premio Tenco nel 1990, “All’una e trentacinque”. Lo Sferisterio si trasforma in un club dove risuona un jazz dei vicoli alternato ad uno swing di tarda serata: Scivola vai via, Stanco e perduto, Pongo Sbronzo, All’una e trentacinque circa, Resta con me, sono i brani riproposti per l’occasione. Sempre pronto alle risposte in versi e alle battute, il nostro si accommiata dal pubblico affermando che ..Da sempre disprezzo fortemente le griffe, ma amo moltissimo le Marche...


Il palco viene poi preso d’assalto da una delle band italiane davvero imprescindibili, il Banco del Mutuo Soccorso. Al calore dell’accoglienza ricevuta, Di Giacomo, leader della band, ha risposto parlando di giovinezza, che si misura nel cuore e nella testa, non nei . E non deludendo le aspettative, ha entusiasmato con quattro intensi brani compresi tra le pagine più significative del rock progressive italiano... Moby Dick, R.I.P., Non mi rompete, Paolo Pa....

Per la seconda serata ci si aspetta un altro grande show possibilmente graziato dalla pioggia, che non ci impedisca di godere della musica dei grandi artisti così come di chi lo potrebbe diventare grazie a Musicultura.

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