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Pubblicato il 23/04/2007 alle 14:50:12 | |
Il tour fottutamente rock dei The Styles
Amano Beatles, Kinks, Who, Led Zeppelin, Creedence Clearwater Revival ed ovviamente Clash, ma anche gli Oliver Onions: sono The Styles, una band rock tutta italiana che potrebbe giocare un ruolo importante, anche sul mercato estero.
Amano Beatles, Kinks, Who, Led Zeppelin, Creedence Clearwater Revival ed ovviamente Clash, ma anche gli Oliver Onions: sono The Styles, una band rock tutta italiana che potrebbe giocare un ruolo importante, anche sul mercato estero.
Li abbiamo visti aprire i concerti degli Babyshambles, poi abbiamo scoperto che con loro lavora Jacopo Levantaci e sicuramente gli passera' tutti i trucchi del ruolo di promoter di eventi live. Infine ci arrivano dei loro pamphlet chiari come il sole ...ci piace bere, fare dei backstage altrui una squat di nostro dominio e altre amenità da "trainspotting wannabe" quali siamo. Comunque la musica non abbandona mai la scena...ad oggi ci sono 120 pezzi già registrati e abbiamo uno show che ci piace portare in giro. Se i The Styles ci saranno ancora tra 5 anni, spero che saranno anche fuori dall'Italia...facendo le stesse cazzate...
Eccovi i loro prossimi concerti:
24/04/2007
Palermo I Candelai
25/04/2007
Rende (CS)B-Side
27/04/2007 with Cupido Motel
Conegliano V.to (TV) Zion rock club
05/05/2007
Mestre(VE) Wah Wah Club
27/05/2007
Novate M.se (MI)Aspettando Sconcerti
09/06/2007
Roma Circolo degli Artisti
17/06/2007
Mestre (VE)Jammin Festival + J-AX
19/06/2007
Nuvolari Festival
04/07/2007
Corto Maltese
20/07/2007
Casoni (RE) Casoni a tutta birra
The Styles suonano, e basta. E provocano, pure. Cantano in inglese, perché; semplicemente il sound migliore non è italiano, anche se tu lo sei: vedi gli Oliver Onions, dice Guido Style (!), voce e chitarra, che insieme a Steve Style (chitarra e seconda voce) e Luke Style (batteria) incarna l'anima del terzetto proveniente dal lago di Como.
L'attitudine è giusta, soprattutto in Italia. the Styles mettono in quello che fanno foga e spirito giusti: scrivono canzoni durante le prove e le registrano subito, badando sempre a dare loro il suono che hanno in mente e a scriverle in modo tale che non diventino noiose con il passare del tempo: «La stesura dei testi dura raramente più di dieci minuti, e comunque si basa sulle frasi che vengono sputate a caso durante le varie fasi della registrazione del pezzo», dice ancora Guido. «Spessissimo parlo di sesso, ma solo perché; dire amore è ambiguo e inflazionato. Altre volte apro il dizionario, pesco a caso frasi fatte e vedo di incastrarle in un ambiente che si sviluppa intorno alle parole stesse. questo è il metodo più impegnativo, ma anche quello che finora ha dato i frutti migliori, oltre che di gran lunga il più divertente».
Tra le loro influenze ci sono i Beatles, gli Who, i Kinks,i Led Zeppelin, i Creedence Clearwater Revival, i Clash... tutte band che aiutano a tenere alta la guardia e a far sì che scrivere e suonare rimangano una necessità e un divertimento. Cose che filtrano dalla loro musica e che hanno già iniziato a far parlare di The Styles: la loro "Glitter hits", già accompagnata da un bel video e remixata da Jack Joseph Puig (Green Day, Hole, Rolling Stones) ha avuto un tale riscontro da essere inserita tra i brani che fanno da colonna sonora del videogame BurnOut 2007.
Ma è dal vivo che The Styles sono imperdibili, è lì che danno nient'altro che il meglio. Il loro live set è duro ed essenziale, con concerti che non durano mai più di 40 minuti, senza parlati di rito tra un pezzo e l'altro. Solo rock'n'roll nudo e crudo, con un sound e alcune performance in grado di far parlare di loro in giro: come è successo con i i 23 concerti consecutivi al Rock House di Rimini tra il 28 luglio e 19 agosto scorsi, oppure con gli opening a Graham Coxon, Dirty Pretty Things (nell'ambito della Brand New Night di MTV), agli Infadels e con la partecipazione a RockinIdro '06 con Iggy Pop.
Il resto, almeno a livello mediatico, lo hanno fatto i più recenti concerti italiani che la band ha aperto per i Babyshambles, dove tra Guido e Pete Doherty è nata un'amicizia celebrata in perfetto punk style: sputi, lattine di birra spruzzate in faccia e il lancio di un cubalibre sulla testa di Pete, reo di aver fatto cadere la preziosa chitarra di Guido: «tutto si è svolto nel più totale spirito positivo del delirio rock'n'roll...», precisa Guido.
I'ts only rock'n'roll, but I like it!
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