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Rumours
Pubblicato il 20/08/2006 alle 15:15:25
Puccini muto e le sovvenzioni tacciono: Paolo Benvenuti resta senza parole.
di Andrea Del Castello
Nessun contributo all’opera del regista toscano. Il motivo? È un film muto!

INCREDIBILE!
In Italia lo sperimentalismo artistico è in un vicolo cieco.
A causa di una normativa della scorsa legislatura, i contributi vengono assegnati in base a stolti postulati: il film è ideato senza dialoghi? Allora va boicottato! “Come può girare nelle sale?” è stata la goffa motivazione di tale scelta da parte dei vertici dei Beni Culturali.
E così il film “La fanciulla del lago” diretto da Paolo Benvenuti e che narra un episodio della vita di uno dei più importanti musicisti di sempre, Giacomo Puccini (nella foto), non potrà ricevere i fondi sperati.
Questo episodio fa riflettere almeno su sei questioni.
1. In Italia l’arte è giudicata in base a regole stabilite a priori, come se si trattasse di una disciplina scientifica.
2. In Italia non ci si adopera a contestualizzare i problemi.
3. In Italia lo sperimentalismo è soggiogato.
4. In Italia c’è molta ignoranza nelle più alte sfere del potere.
5. In Italia in campo culturale le ragioni economiche sovrastano quelle artistiche.
6. In Italia se si vuole avere spazio, bisogna adattarsi agli standard (in questo caso televisivi).

Chi scrive non ha ancora visto il progetto del film e non può ancora prevedere e tanto meno giudicare il risultato, sia esso positivo o negativo, ma è proprio per questa ragione che il presente articolo vuole stigmatizzare coloro i quali esprimono vacillanti preconcetti. In effetti, se il progetto di Benvenuti fosse stato bocciato per eventuali ragioni artistiche, il discorso avrebbe potuto reggere, ammesso e non concesso che la decisione fosse stata giusta. Ma il progetto è stato bocciato per una caratteristica del film: come si può pretendere che un parametro artistico debba essere valutato in senso assoluto? Non è in alcun modo possibile legittimare il livello qualitativo di un’opera in base a siffatti ragionamenti. Sarebbe come affermare che una tale canzone possa essere bella o brutta in base al ritmo.
Quindi repetita iuvant, ma non a tutti evidentemente, l’arte è una disciplina umanistica e, pertanto, ogni opera va giudicata in base al proprio contesto, perché nel momento in cui vengano stabilite delle regole fisse per giudicarla, sarebbe come dichiararne la morte: oggi, a detta di qualcuno, bisogna prendere atto della morte dell’arte, con la speranza che un giorno essa possa resuscitare.
Con queste righe, dunque, si esprime solidarietà nei confronti del regista Paolo Benvenuti, che lancia ora un appello al ministro Rutelli, visto che la commissione ministeriale incaricata di vagliare i progetti di «interesse culturale nazionale» non ha ritenuto il suo film idoneo ai requisiti richiesti, legati purtroppo al potenziale riscontro commerciale dell' opera.
Sinceramente, un odierno film sperimentale, su un genio della musica, raccontato solo con musica e suoni, senza dialoghi, con un linguaggio cinematografico diverso, anomalo, stuzzica parecchio… ma arriverà mai nelle sale?

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