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Pubblicato il 15/05/2007 alle 23:37:17
L'Arè Rock Festival si conclude con la vittoria di Giovanni Block
di Ambrosia J.S. Imbornone
Si è concluso il 12 maggio il concorso nazionale Arè Rock Festival, organizzato dall’associazione culturale Europa Giovane a Barletta.Originali ed emozionanti le esibizioni di U'Papun,Hope Leaves,Leitmotiv,CFF e Bloz.Vincono Giovanni Block&Masnada.

Si è concluso il 12 maggio il concorso nazionale Arè Rock Festival, organizzato dall’associazione culturale Europa Giovane a Barletta.Originali ed emozionanti le esibizioni di U'Papun,Hope Leaves,Leitmotiv,CFF e Bloz.Vincono Giovanni Block&Masnada.

Dopo il successo delle 12 serate delle qualificazioni live presso il pub “I Bucanieri” (36 band su 126 iscrittesi da tutt’Italia) e delle due semifinali del 25 e 26 aprile presso piazza Aldo Moro, è giunto a conclusione sabato 12 maggio l’Arè Rock Festival, concorso nazionale per emergenti organizzato dall’associazione culturale Europa Giovane a Barletta. Presso il piazzale della Lega Navale si sono esibiti in un concerto gratuito i sei finalisti della manifestazione, U’ Papun (Folk rock d’autore, Bari), Hope Leaves (Acoustic rock, Vittorio Veneto, TV), Giovanni Block & Masnada (Canzone teatro, Napoli), Leitmotiv (Rock schizofrenico-chanson underground, Sava, TA), C.F.F. e il Nomade Venerabile (Rock parateatrale, Gioia del Colle) e B.l.o.z. (Metal sperimentale, Barletta). Le band sono state presentate con maestria e professionalità da Rosaria Renna, voce di RDS Radio Dimensione Suono, che ha sfoderato grazia e competenza, e dall’attore comico Uccio De Santis, che ha dimostrato una volta in più la sua simpatia irresistibile da vero mattatore improvvisando gag divertentissime con il pubblico e gli artisti sul palco.

La giuria tecnica di rilievo nazionale, composta da Paola De Simone (Radio in Blu), Corrado Minervini (Rockstar), Beppe Massara (produttore Gel Studio), Jurij Ricotti (Rockhard), Floriana Casiero (insegnante di canto e laureanda al Conservatorio), Giuseppe Dimiccoli (Gazzetta del Mezzogiorno) e Doriana Tozzi (Barlettaonline, Il Meridiano) ha attentamente valutato le esibizioni, di cui Minervini, che è anche direttore artistico del festival Aritmia Mediterranea di Molfetta, ha elogiato sul palco la notevole presenza scenica e la qualità. La classifica finale ha visto al terzo posto i Leitmotiv con 53/70, secondi U’ Papun con 54,75/70 e primi Giovanni Block e i Masnada con 60,75/70. Questi ultimi sono stati anche autonomamente (a prescindere dall’esito delle votazioni) scelti dalla BBC group produzioni di Sabino Balestrucci, Dario Battaglia ed Enzo Campanella per la realizzazione di un videoclip. La BBC group, che è stata tra i media partner del concorso, ha selezionato l’ensemble napoletano per la profondità dei testi, l’efficacia della musica e l’evidente capacità di dominare il palcoscenico.
Giovanni Maria Block ha 23 anni, l'età della sua band oscilla tra i 19 e 20 anni, ma sbalordisce la maturità dimostrata nell’affrontare un genere come il teatro-canzone, che, per quanto musicalmente affondi le radici nella tradizione musicale italiana, che da Giorgio Gaber arriva fino a Carlo Fava, richiede l’intelligenza di una satira di costume penetrante ed efficace e performance live all’altezza della situazione. Timido, a tratti persino introverso, dietro le quinte Block come tanti artisti sembra quasi si perda in se stesso, nei silenzi riflessivi di chi sente fin dentro alle viscere una vocazione diversa, quel destino di salvezza e dannazione di vivere per l’arte e nell’arte; la dimensione naturale di espressione della sua sensibilità, che trasfigura lacerazioni, storture e inquietudini in sapida ironia, è il palco, dove si trasforma in un intrattenitore sapiente, come se avesse già l’esperienza di un “consumato” performer quarantenne. Il gruppo è avvezzo a concorsi e premiazioni: è stato tra l’altro finalista al premio nazionale in memoria di Fabrizio de Andrè per la canzone d'autore a Roma (in collaborazione con Rai Trade e RadioRai), vincitore del primo premio e del premio speciale per i migliori testi al Rockin 2006 e semifinalista al “Musicultura festival” 2007. Tuttavia visibilissima è stata l’emozione di Giovanni, entusiasta soprattutto del riscontro del pubblico. Abbiamo colto le sue reazioni a caldo, subito dopo la vittoria.
Ambrosia: “Cosa provi in questo momento?”
Giovanni Block: “I nostri avversari sono musicisti originali e validissimi, che ho avuto modo di apprezzare in queste serate e a cui faccio i miei complimenti. Nonostante i buoni risultati precedenti, non ci aspettavamo quindi la vittoria e siamo onorati di averla raggiunta. Mi sento colpito nel profondo dal riscontro della giuria e soprattutto dall’incredibile risposta del pubblico: vedere in una città lontana dalla nostra un numero così alto di persone che cantavano le nostre canzoni durante l’esibizione è stato davvero impagabile.”
Ambrosia: “Che valore hanno per voi i concorsi? Come li vivete?”
Giovanni Block: “Non guardiamo al futuro, illudendoci di raggiungere dei traguardi. I premi hanno un valore soprattutto nel presente, anche come momento di aggregazione, perché ti permettono di conoscere tante persone straordinarie: tutte sono indispensabili e ti lasciano qualcosa, dai tecnici, che lavorano tantissimo, al direttore artistico e ai giurati. Poi c’è l’incontro con il pubblico, che dà emozioni indimenticabili”.
Ambrosia: “Quello che maggiormente colpisce di voi è una maturità artistica non comune in artisti così giovani…”
Giovanni Block: “Beh, noi siamo tutti studenti di musica; certo, non è una garanzia di artisticità, ma per noi è fondamentale studiare e costruire delle basi solide per la nostra musica, che possano aspirare a divenire indistruttibili. La musica nasce e muore velocemente: ci sono artisti che, anche se molto giovani, diventano improvvisamente molto famosi con un disco, ma poi a 30 anni cadono in depressione. Il consiglio che diamo infatti a chi ha le nostre aspirazioni è quello di concentrarsi sullo studio. Noi non cerchiamo un successo effimero o una precoce visibilità. Abbiamo deciso di fare della musica la nostra vita, a costo di grandi sacrifici.”
La giuria ha dato prova di grande professionalità, simpatia e affabilità, anche nell’affrontare i piccoli imprevisti del caso, come i disagi dovuti alle pungenti temperature della tarda serata, ma soprattutto ha dovuto decidere tra gruppi il cui livello si è mostrato particolarmente alto. Le canzoni dei U’ Papun di Alfredo Colella hanno il calore, la rabbia, la passione di brani composti con sincerità e umiltà e l’appeal di un sound folk-progressive che risulta sempre piuttosto “spettacolare”. L’interpretazione di Colella resta sempre in bella evidenza soprattutto nella “Danza degli insoddisfatti”, girandola di ritmo e chitarre in salsa celtica. Delicati sono poi i tocchi cantautorali in cui si addensa, si annida e si nasconde la malinconia nella coinvolgente “Fiori innocenti al vento”. Attualmente la band sta preparando il suo primo album, che vedrà la partecipazione straordinaria di Nico Caldarulo, leader della band reggae Suoni Mudu. Gli Hope Leaves hanno avuto dalla loro l’originalità dell’idea di proporre un rock a tratti anche energico elaborato esclusivamente con strumenti acustici e ballate d’atmosfera e d’effetto. Il loro sound potenzialmente potrebbe risultare sereno e solare, ma è caricato invece dell’irrequietezza dei fantasmi interiori, tra insoddisfazione e incertezza. I loro brani hanno così un buon impatto emozionale, che ci si augura possa solo potenziarsi. Il gruppo, che cita tra i suoi punti di riferimento Nick Drake, Cure, Dashboard Confessional e Damien Rice, ha rappresentato in finale il Nord-Italia. Sempre strepitosa la carica sul palco sfoderata da Giorgio Consoli dei Leitmotiv, che, da attore diplomato alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, si rivela in ogni concerto interprete estroso, concentrato e travolgente, nei momenti lirici come in quelli comici; il frontman passa dalla recitazione più efficace con tanto di voce impostata a falsetti mirabolanti, che lo rendono un vero “animale da palco”. Grande classe poi è contenuta nelle linee di piano e nei riff di chitarra elettrica di Giovanni Sileno, attivo anche in Francia nei MarvinMarvin. La miscela di ritmi imprevedibili e cantautorato in stile quasi patchanka della band travalica qualunque suddivisione di genere e li rende ormai una certezza nel panorama pugliese, al pari dei C.F.F. e il Nomade Venerabile. Anche in quest’occasione quest’ultimo gruppo ha infatti provato l’eleganza con cui unisce le sonorità distorte e drammatiche della chitarra di Anna Surico, dalle sfumature quasi dark, alla sperimentazione e alla melodia vocale, puntando su arrangiamenti e interpretazioni da brivido nelle canzoni tratte dal loro album “Circostanze” (Otium Records). Ottimo risalto trovano le linee di basso di Vanni LaGuardia, a cui è affidato anche un controcanto tagliente e rockeggiante nei confronti della voce eterea, dotata di una limpida e sensuale bellezza, dell’impeccabile Anna Maria Stasi. I testi, intrisi di un intimismo che passa dalla concretezza all’astrazione filosofica sottile, sono tradotti in immagine dall’interpretazione allucinata ed emozionante della ballerina Anna Moscatelli. I barlettani Bloz hanno messo in luce ancora una volta l’energia graffiante e violenta dei loro brani metal, che anziché valersi di un impasto di timbriche diverse, sono costruite attorno all’incredibile voce di Ruggiero Paolillo, in grado di passare con non comune abilità dagli acuti puliti alle urla più aggressive. Il loro set era molto atteso dagli amanti delle sonorità più veementi e dei cambi di ritmo ben calibrati al fulmicotone; le atmosfere dei brani talvolta sfiorano il gotico ma i testi lasciano spazio anche all’introspezione, tra il rullare della batteria e il ruggito delle chitarre effettate. Il gruppo è nato nel 2001 ed ha al suo attivo due demo.
Numeroso e caloroso è stato il pubblico che ha partecipato all’evento presso la Lega Navale; soddisfatti su tutti i fronti sono stati pertanto gli organizzatori dell’associazione culturale Europa Giovane di Barletta, dal presidente Francesco Scatigno a Rocco Dileo, fino all’instancabile direttore artistico Giuseppe Defazio.
La serata è stata conclusa dal concerto delle icone italiche del post-rock, i Giardini di Mirò, nell’ambito del tour dell’acclamato album “Dividing Opinions”. I loro ammiratori, accorsi da tutta la Puglia, hanno atteso con pazienza e dedizione fino a tarda ora, pur di poter gustare dal vivo le prodezze e le raffinatezze delle chitarre di Jukka Reverberi, Corrado Nuccini e soci. Alla finezza tecnica la band di Cavriago (RE) ha unito il potere di suggestione di brani semplicemente “addictive” come il singolo di lancio, la toccante “Broken By” scritta ancora con Alessandro Raina, o la title-track, di cui a breve sarà possibile vedere il video girato da Matteo Bonifazio, già regista tra gli altri per Stylophonic, per Benni Benassi, Subsonica (il famoso “video per non udenti” “Disco Labirinto”) dei Subsonica e Fabrizio Coppola.

I 6 gruppi finalisti dell’Arè Rock Festival senza ulteriori selezioni saranno ammessi di diritto al Music Village, evento dedicato agli artisti emergenti di tutta Italia organizzato dalla Event Sound Promotion. Inoltre il demo di uno dei 36 gruppi che hanno partecipato al concorso sarà coprodotto da Beppe Massara presso il 'Gel Studio' di Trani.
In qualità di primi classificati, Block e i Masnada si sono aggiudicati i 2000 euro in palio. Insieme al gruppo piazzatosi al secondo posto, i baresi U’ Papun, avranno poi l'onore di aprire il concerto della serata conclusiva del 13 luglio al Fossato del Castello Svevo di Barletta, per cui l’associazione ha contattato l’esilarante e celeberrima band di Elio e le Storie Tese.
Il festival si è avvalso come media partner del quinto portale d'informazione musicale italiano, Musicalnews.com, della free-press CultTime, di RadioIdea e del fotografo Sabino Balestrucci.

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