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Notizie
Pubblicato il 01/07/2009 alle 18:21:57
La testimonianza di Nick Bertovello di MJPortal, mentre alcuni fans di Michael Jackson si sono suicidati
di Patty Busellini
Vanno capiti e rispettati coloro che non hanno retto al dolore per la morte del loro idolo e si sono tolti la vita: pubblichiamo con piacere la lettera di Nick Bertovello, cosi' da cercare di capire di piu' l'importanza di Michael Jackson.

Vanno capiti e rispettati coloro che non hanno retto al dolore per la morte del loro idolo e si sono tolti la vita: pubblichiamo con piacere la lettera di Nick Bertovello, cosi' da cercare di capire di piu' l'importanza di Michael Jackson.

Se la notizia fosse vera, aggiungerebbe dolore al dolore: sarebbero 12 le persone che nel mondo si sono tolte la vita per la morte di Michael Jackson. La foto qui accanto e' di quelle scattate il 23 Giugno in sala prove del mega tour: non ci sembra rappresenti un artista depresso, dal peso di 51 chili e con la parrucca!

Dice il nostro Giancarlo Passarella...Dal Giugno 1986 il mio lavoro come presidente di Ululati dall'Underground - Fan club & Fanzine Meeting of Italy, mi ha permesso di avvicinarmi a generazioni di persone che non si vergognavano di definirsi fans: per riuscire a dialogare con loro a volte non si deve essere ne laureati in Sociologia e nemmeno svolgere l'attivita' di psichiatri... basta avere l'animo puro come chi hai di fronte!

La lettera che ci ha inviato Nick Bertovello di MJPortal ci sembra drammaticamente perfetta in questo momento particolare..
Quando in un pomeriggio del 1982, mi ritrovai tra le mani un 45 giri di Michael Jackson, non sapevo nemmeno chi fosse. Ero troppo piccolo. A 6 anni, sei interessato solo a giocattoli e cartoni animati. Tuttavia quello era uno dei dischi che caricavo ogni giorno nel vecchio giradischi di nonno, assieme alla colonna sonora di “Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo”. La musica di Billie Jean mi coinvolgeva già allora, e mi procurava forti emozioni. Aprivo le finestre e alzavo il volume. Volevo condividere con le persone che passavano sotto il mio balcone quei bellissimi suoni e quei tristissimi e melanconici violini che aprivano il ritornello di una canzone americana, di cui non sapevo le parole, ma di cui capivo già il significato.

Ricordo poi su Italia1, che forse si chiamava ancora Antenna Nord, un programma intitolato “Zio Tibia Picture Show”. Un mostriciattolo di gomma, dalla voce raccapricciante, annunciava i film horror del martedì sera. Lo guardavo sempre coi miei amici più grandi al Tennis Club, un bellissimo posto immerso in un grande parco. Era l'estate del 1983. Una sera di estate in cui gli unici suoni erano quelli dei grilli [...parlanti], e delle antipatiche zanzare che ci costringevano a coprirci di prodotti repellenti. Pensavo fosse un film horror quello che stavo vedendo, e mi spaventai così tanto da non riuscire a fare più da solo la buia camminata che dalla sala TV portava al gazebo dove si ritrovano i nostri genitori. Era “Thriller”. Solo qualche anno più tardi, iniziando ad interessarmi di musica, capii il vero valore che quel cortometraggio musical ebbe su tutta la popolazione adolescente del pianeta.

Inizia così la mia MJ Story. E chi avrebbe mai potuto dire che sarebbe arrivata ad occupare metà della mia vita? Beh... lo capii qualche anno più tardi, dopo aver passato il giusto tempo che si deve agli adolescenti, per indagare su cose decisamente più interessanti della musica. Era un pomeriggio di Maggio, anno 1992. Un sabato pomeriggio, cambiando canale, capitai nel mezzo di un servizio di Rai2 dedicato all'ultimo video di MJ. Si intitolava “Remember The Times”. L'atmosfera dell'antico Egitto perfettamente ricreata, costumi moderni ma allo stesso tempo in sintonia con lo sfarzo dei pochi ricchi dell'epoca, ed un sound che magnificamente connubiava Piramidi, faraoni, maledizioni, e musica contemporanea.

Il genio di quell'uomo mi affascinò. Completamente. Trovai quello che mi mancava per essere un ragazzino completo e “figo”. Un cantante straniero, un' icona, qualcuno da idolatrare. Un mito che potesse accompagnare i miei momenti di svago dopo lo studio. Lui. Michael Jackson. Da quel momento non smisi mai di amarlo. La mia passione crebbe di giorno in giorno. Comprai il mio primo CD, “Dangerous”. Lo pagai tanto, ma il suono era decisamente più moderno dell'ora rivalutato vinile. Sulle pareti della mia stanza, lo spazio vuoto cominciò ad essere colmato di numerose copertine e poster staccati da magazine musicali.

Tutto di lui mi piaceva. La musica, il modo di ballare e di creare video innovativi e memorabili, i record ineguagliati da alcuno. Il fatto che lui fosse poi così discusso e chiaccherato calcò uno stampo indelebile sul mio innato anticonformismo, accentuandolo sempre più e rendendomi giorno dopo giorno sempre più vicino a Jackson e sempre più lontano dai giornali e dalle televisioni che raccontavano storie da fantascienza su di lui. Ma sopra ogni cosa, il motivo che mi spinse ad innamorarmi del Re del Pop, fu la sua umanità. I suoi grandi e continui gesti di solidarietà verso la gente che soffre, i messaggi di pace che lanciava. Una ricetta unica e sicura per una vera leggenda. Un modo bellissimo di ascoltare della vera musica e di avere uno scambio di energia positiva tra lui e me.

L'anno dopo mi trovai per la prima volta ad affrontare, assieme a lui e a milioni di fans in tutto il mondo, il primo grande scandalo del Re del Pop. Le accuse di pedofilia. Eravamo nel mezzo del “Dangerous Tour”, una delle serie di concerti più belli di Jackson. Ricordo tutto. Perfettamente. Ascoltando le notizie della TV piangevo. E il senso di impotenza, di fronte ad una grande - per me- ingiustizia, era sempre più forte. Ero certo, a pelle, che fossero tutte calunnie, ma lasciai il grande MJ nelle mani dei suoi avvocati, senza prendermi la responsabilità di reagire pubblicamente a quelle ingiuste accuse. L'unica cosa che potevo fare era ballare. Ballavo, giorno e notte. Cercando di imitare le sue perfette mosse, per poi esibirmi davanti ai miei compagni di classe, durante le feste di compleanno che organizzavo ogni anno. Il tour fu sospeso, e piano piano, le accuse furono momentaneamente dimenticate dai giornali e dalle tv.

Michael morì la prima volta nel 1993. E con lui, noi. La nostra Pasqua si celebro' anni avanti. Statue di Michael Jackson, alte 15 metri, furono installate nelle principali città europee, per annunciare al mondo che LUI era rinato. Era il 1995, e “Target” condotto da Gaia De Laurentis, annuncio' il ritorno del Re.
Il teaser di “HIStory” fu trasmesso in tutto il mondo, e così il singolo “Scream” (ancora senza un video) entro' nella BillBoard battendo qualsiasi altro eccezionale record fino ad allora registrato.
Michael era tornato. E con lui, la nostra passione porto' i 7 singoli, l'album, e la mega tournee'a registrare ancora una volta un successo mai incontrato prima da alcun cantante nella storia della musica. Michael arrivò anche – incredibilmente - ai Telegatti. Con una soffiata riuscimmo a scoprire dove sarebbe atterrato e in pochissimi ci presentammo all'uscita dell'aereoporto privato di Linate.
La strada che portava alla tangenziale era solo una. Lui sarebbe dovuto passare per forza di lì. Mi spostai 200 metri avanti, lasciando gli amici ammassati sul van verde di Jackson. L'autista partì e l'automezzo sfrecciò a pochi metri da me. Cominciai a correre. Solo. Lo stavo inseguendo ancora una volta. Lui fece fermare il veicolo. Tiro' giù il finestrino, mi guardò negli occhi e volle che gli consegnassi il cartellone che aveva preparato la sera prima. Mi strinse la mano e poi se ne andò. Si era fermato solo per me. Si ricordava di averci già visto varie volte in giro per l' Europa. E così Wayne, la sua guardia del corpo. “HIStory” fu l'ultimo periodo felice di Michael Jackson e dei suoi fans.

Un doppio album che ha venduto 35 milioni di copie. Le apparizioni. Le performance agli MTV Awards, i video, i record, e il nostro pellegrinaggio in Europa inseguendo MJ. Il periodo più felice e spensierato della mia vita. Grandi amicizie nacquero tra noi Jacksoniani. Amicizie che durano da 15 anni e che si dimostrano inalterate nel tempo ancora oggi. Per Michael iniziò purtroppo un periodo triste e sfortunato. Ininterrotto! E' quasi impossibile crederlo, ma le coincidenze sono troppe per pensare al caso. Escludendo infatti lo stupendo album “Invincible” del 2001 e abbandonando per un secondo le note delle meravigliose canzoni di Michael, non è bello includere questa lunga e negativa parentesi nelle pagine dorate del libro di Peter Pan.

L'album “Invincible” viene boicottato dalla Sony Music, che rilasciava in un comunicato la presente dichiarazione...Michael Jackson non è più una priorità per noi.... I video previsti vengono cancellati. In radio non vengono trasmesse le canzoni dell'album. Michael intraprende una guerra personale contro la casa discografica. Accusa l'allora CEO Sony “Tommy Mottola” di razzismo, e dichiara al mondo di essere vittima di un complotto. Pare che volessero costringerlo a vendere la sua parte di catalogo ATV/Sony. Caddero le Torri Gemelle, la sera dopo l'ultimo concerto di Michael, al Madison Square Garden. Il mondo intero era devastato dal terribile attentato. Michael raccolse le più grandi star della musica e incise il singolo “What More Can I Give” destinato a raccogliere fondi per le famiglie delle vittime di Ground Zero. L'ennesima grande iniziativa benefica di Jackson. Sony non ne volle sapere. E il singolo non fu mai rilasciato.

Fu allora che decisi di non poter più sopportare che il mio idolo, il compagno dei miei momenti più felici, restasse senza il mio aiuto. Grazie alla discreta padronanza dei computer iniziai a progettare un sito dedicato a Michael. Un sito che potesse far sentire la nostra voce, in mezzo alle calunnie e alle cattiverie cui lui era continuamente sottoposto. Decisi di chiamarlo MJPortal. Ricordo che il primo giorno ricevette 500 visite. Un vero piccolo grande successo per me. E rimasi attonito nel vedere che dalla mia camera da letto potevo far sentire al mondo la mia voce, la nostra voce, le verità su Michael che non facevano comodo a chi voleva distruggerlo.

Si aggregarono al mio progetto tante persone. Alla fine il mio era un sito informativo gratuito. Non un fans club a pagamento. Il – giustificato - successo fu tale che la prima campagna lanciata da MJPortal, portò il boicottato singolo per le Torri Gemelle per quasi due mesi al primo posto della stazione Radio Capital, che scelse di supportare la nostra campagna e trasmise il singolo senza il permesso (ufficiale) della casa discografica americana. Inizio un periodo d'oro per noi. Avevamo un grande potere tra le mani. Il potere di informare. Iniziarono i contatti con il management di Jackson che scelse il nostro sito come testimonial del tour benefico di MJ in Italia. Un sogno si coronava. Riuscivo a ricevere i comunicati stampa di Michael prima di chiunque altro. Potevo telefonare al cellulare del suo portavoce per avere smentite o conferme di notizie. Le radio ed i giornali in tutto il mondo pubblicavano le nostre verità. Potevamo difendere Michael contro qualsiasi malintenzionato. Tutto sarebbe durato troppo poco. La notizia del secondo scandalo per pedofilia, mi sveglio' all'improvviso dal sogno che stavo vivendo. Ci trovammo tutti, ancora una volta, all'inferno. Un processo lungo ed estenuante. La paura che un innocente si sarebbe potuto trovare dietro le sbarre ci uccideva.

Poi, l'assoluzione. Completa! Michael era pulito! Ma si sa, le notizie belle fanno meno audience di quelle brutte. Si parlo' ben poco dell'assoluzione di Michael. Ancor meno dei motivi che hanno spinto la famiglia Arvizo a ricattare il Re del Pop per estorcergli denaro. In un avvicendarsi di nuovi manager, nuovi portavoce, nuove case discografiche, siamo sempre riusciti a rimanere in contatto con chi contava. L'ultima telefonata dal manager di Jackson, Frank Di Leo, 10 giorni fa. Frank mi aveva fatto capire che se tutto fosse andato bene, avremmo potuto incontrarci a Londra. Finalmente ce l'avrei fatta. Avrei potuto parlare con Michael. Ringraziarlo. Fare qualche foto con lui, e anche sgridarlo per quello che non ritenevo intelligente da parte sua. Giovedì 25 Giugno 2009 alle ore 23 stavo dormendo. Suona il cellulare. Rispondo....Dicono che Michael Jackson sia molto grave all'ospedale...... questo mi ha detto al telefono Samantha Zolla, presidente della Jam Music Productions, associazione con la quale stavamo collaborando per consegnare a Jackson un Award molto importante destinato a supportare la ricerca contro la Sclerosi Multipla.

Pensavo di sognare. O pensavo che fosse la solita bufala. E le ho detto che ci saremmo sentiti la mattina seguente per verificare. Da quel momento un susseguirsi di messaggi ha iniziato a stressare il mio cellulare. Amici, colleghi, familiari, che già inviavano a me... le loro sentite condoglianze. Non ho più dormito quella notte. Per anni abbiamo atteso il grande ritorno. Mancava poco. Nemmeno 20 giorni e avremmo potuto rivederlo in concerto, abbracciarlo, e urlare ancora una volta per acclamarlo. Il sogno è finito. Per sempre. Rimane dentro un grande dolore e un'amarezza che difficilmente il tempo riuscirà a lenire.

Michael non è mai stato protetto da nessuno. La gente che lavorava per lui, non sapeva consigliarlo. Lasciavano che lui potesse fare quello che voleva. Giusto o sbagliato che fosse. Erano troppo intenti a spillargli denaro. Michael è stato indebolito da tante operazioni di chirurgia plastica, da anestesie, da farmaci che prendeva per non soffrire, e da medici che glieli prescrivevano senza consigliarlo correttamente. Michael è stato ucciso, ufficialmente, da chi lo ha infangato con accuse false e calunnie allo scopo di guadagnare milioni di dollari. Ufficiosamente, o almeno questo è quello che penso, da un complotto organizzato alle sue spalle. (“da chi” è troppo presto per rivelarlo).

Michael Jackson è il più grande cantante ed intrattenitore di tutti i tempi. L'uomo dei record, un ballerino eccezionale. Un grande ambasciatore di pace e di solidarietà. Una persona incompresa, un adulto che non ha avuto una infanzia. Un nero che ha fatto tanto per i neri, e per tutte le altre razze. Un pioniere che il mondo non dimenticherà mai. Vorrei ringraziarti, Michael, per tutto quello che ci hai dato nei tuoi 45 anni di carriera. Le emozioni, la musica, i legami personali che si sono creati. Grazie per aver dedicato la tua vita agli altri, grazie per averci insegnato a combattere l'ignoranza e l'odio. Grazie per averci fatto capire di non giudicare mai nessuno senza sapere la verità. Grazie infine per le lacrime che ci stai facendo versare. Le lacrime che ci stanno facendo crescere, ancora una volta.
Questa è la mia storia. Una storia felice, ricca di successi, riconoscimenti, e anche di tanto dolore. Michael, Rest In Peace.
Ti ameremo sempre.
I tuoi eterni e leali fans.
Nick Bertovello www.mjportal.com

Ringrazio per l'aiuto e l'impegno duraturo le persone che hanno reso possibile questo sogno: Andrea Zonetti (MJPortal 2002-2005), Andrea Casali (MJPortal 2002-2005), Stuart Backerman (Portavoce Jackson 2002-2003), Vincenzo Manno (Teatro La Scala), Samantha Zolla (www.jammusicproduction.com), Stefania Marchi, Giampaolo Morando, Sonia Dal Ben, Travis Payne (Coreografo di MJ), Kenny Ortega (coreografo di MJ), Frank Di Leo (Manager Jackson 2009)


Intanto Gary Taylor (presidente e titolare della MJJcommunity) ha rilasciato una intervista a SkyNews, proprio commentando la notizia dei 12 suicidi ..Non riescono ad accettare la sua morte, sono piombati in una specie di realtà parallela. Credo che il funerale sara' il luogo in cui la realta' fara' irruzione e si capirà che se n'è andato davvero e non tornera'...

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