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Interviste
Pubblicato il 28/05/2008 alle 13:52:56
Massimo Giangrande, cantautore in apnea a cuor leggero
di Paolo Ansali
Tra i dischi italiani usciti in questo periodo Apnea di Massimo Giangrande si segnala sicuramente tra i più interessanti e personali. Ci sembrava giusto scambiare due parole per capire meglio il progetto.

Tra i dischi italiani usciti in questo periodo “Apnea” di Massimo Giangrande si segnala sicuramente tra i più interessanti e personali. E’ il frutto di una ricerca lunga dieci anni, dagli esordi con i Punch & Judy sino all’esperienza del Collettivo Angelo Mai con cui ha prodotto questo disco, il primo da solista. La critica ha subito apprezzato la sua proposta e non mancheranno lusinghieri riscontri di pubblico. Undici canzoni da ascoltare in quiete, una dopo l'altra. Il sound è conciso, ben ponderato, calato in un’atmosfera da immersione, evocata e suggerita dal titolo. Riflette la personalità di un musicista che preferisce affidarsi alla musica, ai suoni, ai testi per raccontare le sue emozioni. Ci sembrava giusto scambiare due parole per capire meglio il progetto.

Partiamo dal titolo “Apnea”, una delle canzoni dell’album. Perché l’hai scelta come titolo?
Il titolo dell'album mi è venuto mentre ascoltavo i rough mix, immerso nella vasca da bagno, mi è sembrata una buona idea, per descrivere il mondo sonoro che accompagna tutto il disco.

La foto di copertina mi ricorda vagamente il retro di “Five leaves left” dove Nick Drake è appoggiato sul muro, in strada, e si vede un uomo che passa.
In realtà l'idea della copertina è venuta casualmente, eravamo con il fotografo nella corte di una vecchia casa in Toscana ed io ero seduto con un'aria distratta come mi capita spesso. La ragazza che passa di lato è la mia ragazza. L'immagine dietro nel CD invece l'abbiamo aggiunta in seguito, dovrebbe rappresentare l'idea della bellezza presente nelle cose.

E’ difficile trovare una scrittura originale, al di la dei propri punti di riferimento come Jeff Buckley, Radiohead o Beatles?
Tu credi che ai Radiohead, siano piaciuti i Beatles (vedi Sexy Sadie e Karma Police) o magari a De Andrè sia piaciuto George Brassens (Il Gorilla)? Secondo me sì e parecchio anche, ma li trovo in ogni caso grandi artisti, anzi li ho amati apposta perché hanno adorato le cose che ho amato anch'io.

Cosa stai ascoltando in questo periodo, c’è un disco che ti ha colpito in particolare?
Ascolto sempre molta musica diversa, in questo periodo sto ascoltando l'ultimo disco dei Zita Swoon, ho comprato in vinile “Third” l'ultimo dei Portishead, gli Elbow mi piacciono molto e ho riscoperto un disco di Ed Harcourt che si chiama “Strangers” che ascolto volentieri quando cucino, mi aiuta a rilassarmi.

Come è nato il video “Come il cuore leggero” girato con l'associazione B5, semplice ma direi
geniale e in linea con il testo.

Il video è stato realizzato da Alessio Morglia e Lorenzo Terranera dell’Officina B5, come ricordavi tu, l'idea è venuta a loro e hanno agito in completa libertà, mi fido molto di loro e della loro sensibilità. Lo trovo un video molto riuscito. Tra l’altro su You Tube ha ricevuto 100.000 visite, devo dire che sono stato molto contento di questo risultato.

Fai parte del Collettivo Angelo Mai sin dall’inizio, pensi abbia preso il posto di quello che fu Il Locale, come punto d'aggregazione per i musicisti romani.
L'Angelo Mai è stato uno spazio polifunzionale per le diverse arti e ha dato a molti musicisti, registi e performers la possibilità di confrontarsi e lavorare insieme. Il Locale era un club dove si esibivano dei bravi musicisti, dove molti di noi hanno suonato in quel periodo, ma sono cose molto diverse tra loro.

“Apnea” è un disco a cui hai lavorato a lungo. Stai pensando e scrivendo il prossimo disco?
E’ vero, il materiale del disco l'ho scritto negli ultimi due anni, ma vorrei ancora concentrarmi meglio su questo album anche perché in autunno dovrei cominciare a girare con più continuità e non vedo l'ora.

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