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Interviste
Pubblicato il 05/12/2008 alle 10:54:28
Ci dice Caparezza= Etichette...? No Grazie!!
di Nicola DeRio
Michele Salvemini, meglio noto come Caparezza, si racconta nel bel mezzo della sua tournee'. Quello che colpisce subito di questo artista è la naturalità, ma me lo immaginavo...

Michele Salvemini, meglio noto come Caparezza, si racconta nel bel mezzo della sua tournee'. Quello che colpisce subito di questo artista è la naturalità, ma me lo immaginavo...

335890… Pronto, ciao volevo parlare con Claudio… No guarda mi ha passato il telefono… Ah ma sei Michele… Si sono io… Sono Nicola Derio ti ho chiamato per l’intervista, che emozione non pensavo ti parlare direttamente con te… risata. Si è aperta più o meno così l’intervista telefonica con Michele Salvemini in arte Caparezza, realizzata qualche giorno dopo il concerto tenutosi al Teatro della Concordia di Venaria, Torino.

Quello che colpisce subito di questo artista, è la naturalità. Infatti non è solo un personaggio di tendenza che fa musica, bensì una persona , speciale forse, che riesce a dire cose che molto spesso cantanti tecnicamente più bravi e di successo, non dicono. Questa è la mia visione, soggettiva ed essa stessa criticabile ma è oggettivo che questo suo fare musica, più che impegnata direi ironicamente accorta, attrae migliaia di giovani e non, forse un po’ stufi della solita solfa.

Eccentrici e insoliti i suoi show, ben organizzati grazie anche alla complicità della sua band e della sua spalla o seconda voce Diego, leader dei Medusa, che bene gli reggono il gioco, trasformando un concerto in un carosello di sketch, colori, risate, riflessioni e buona musica. Ma torniamo all’intervista che rivela un Caparezza che cerca di sfuggire alle etichette, quello che lui stesso definisce come sindrome dello scaffale, di chi cerca di bollarti in un genere e aggiunge io non ricerco la diversità, cerco di essere me stesso, questo mi rende diverso, personale, anche perché ascoltando tanti brani di estrazione diversa sia musicale che culturale, mi ritrovo a fare un non genere, che mi somiglia parecchio. Questo spiega bene la continua ricerca e il tentativo di nuove vie di fuga, il tutto finalizzato alla realizzazione di Album sempre diversi, che seguano continue evoluzioni grazie anche alla collaborazione con i suoi musicisti, ai quali concede degli spazi, compatibilmente alla sua idea e al suo obbiettivo espressivo.

Addentrandoci nei testi delle sue canzoni gli chiedo cosa pensa della protesta studentesca citata nella prima traccia del suo album, La Rivoluzione del Sessintutto mi risponde mai avrei pensato si sarebbe sviluppata a quarant’anni dal 68 con così tanta veemenza e sono contento che questo succeda perché dimostra che molte persone, studenti e insegnanti in questo caso, non vivono tutto in maniera acritica e mettono in discussione le risposte vacillanti, di un potere sordo, che rende il pubblico sempre meno pubblico e il privato sempre più privato e aggiunge che queste manifestazioni e questa mobilitazione pacifica saranno le cose che, di quest’anno , conserverà con più piacere.

La nostra conversazione va avanti toccando altri temi, come le varie collaborazioni con Mondo Marcio e Frankie Hi-Nrg spunto per parlare del rapporto con la cosiddetta Scena rap della quale non si sente parte per motivi di stile e poi perché, essendo individualista, preferisce non appartenere o essere inglobato in un certo movimento musicale piuttosto che in un altro.
Io vedo le persone e gli artisti, interessanti o meno, non il movimento che li classifica,.... dice.
Arriviamo a parlare della sua passione per l’arte, l’arte tutta, soprattutto per la scrittura e in questo il suo libro, Saghe Mentali, costituisce un esempio pratico. Ci racconta inoltre del fascino che ha per lui la Sceneggiatura e aggiunge però prendo sempre con le pinze le invettive che lancio verso il futuro, se mai avessi la possibilità di fare altre cose, rimarrei comunque sempre legato al mio mondo che è la musica.

Caparezza è un’individualista ma aiuta diversi artisti emergenti e vede in Internet un sistema per bypassare le intermediazioni delle case discografiche,vero ostacolo talvolta alla promozione di un disco o di un nuovo gruppo. Aggiunge in questo momento credo che siamo a metà del viaggio che renderà fattibile questa possibilità, perché comanda ancora la televisione. Se vai ad un programma televisivo riesci a vendere e a farti conoscere di più rispetto alla rete. Ma auspico e spero che in un futuro non troppo lontano Internet sopperirà alla mancanza delle case discografiche , non più disposte ad investire senza le garanzie di un guadagno sicuro.
Parlando del suo sito e dello stravagante scenario che ci si può trovare dentro si chiude la nostra chiacchierata con i consueti saluti, per la mia ormai ex radio, saluti rigorosamente in molfettese e tante belle cose a tutti da Caparezza e dal sottoscritto.

Si ringrazia lo staff di Hiroshima Mon Amour e l’entourage di Caparezza per la disponibilità e la collaborazione.

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