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Recensioni |
Pubblicato il 17/04/2010 alle 19:58:35 | |
Il Diablo del rock si lucida le corna. I Litfiba conquistano Milano con il loro ritorno in grande stile
Uno spettacolo entusiasmante, capace di riportare alla memoria alcune pagine musicali fra le più belle mai scritte nel nostro paese, grazie alla forma smagliante di Piero Pelù e Ghigo Renzulli.
Diciamocelo francamente, alle persone che hanno invaso il Forum di Assago a Milano non fregava poi molto capire i perchè di una delle reunion più clamorose ed inaspettate degli ultimi tempi.
Son passati dieci anni dalla diaspora che mise in ginocchio un'intera generazione di rockettari, e la premiata ditta Piero & Ghigo ha messo da parte dissapori e rivendicazioni per rimettere in piedi quello che per 2 decadi è stato un marchio di grande rock made in Italy, forse l'unico davvero di livello.
Colpa o merito sicuramente di due carriere, solista (Piero) e sempre sotto l'effige Litfiba (Ghigo), avare di grandi soddisfazioni, ma soprattutto di grandi canzoni.
E, quasi per magia, sul palco di Milano dieci anni si sono azzerati in dieci secondi. E' come se i Litfiba non se ne fossero mai andati, e quel palco abbiano continuato a calcarlo sempre, e l'urlo liberatorio alle prime note di “Proibito”, un boato assordante, sembra far capire quanto il popolo del rock si voglia buttare alle spalle un'astinenza ormai destinata a far parte dei ricordi.
Semplicemente, 2 ore e 20 minuti di grandissimo rock'n roll, capace di sprigionare un'energia comune fra palco e pubblico che in Italia pochi artisti sono in grado di eguagliare, forse nessuno.
Tante le motivazioni. Innanzitutto, un dato inconfutabile. I Litfiba hanno un bagaglio di così tante canzoni straordinarie che stilare una scaletta convincente diventa semplice, la scelta è ampia e alle prime battute di ogni pezzo è stato facile far godere il pubblico di pura gioia.
24 canzoni eseguite, e titoli come “Cangaceiro”, “Lulù e Marlene”, “Tex”, “Gioconda”, “El Diablo”, “Lacio Drom” sono pilastri forti su cui costruire uno show ad alto voltaggio energetico.
Se poi aggiungiamo chicche come “Cuore di vetro” e “Dio” lo spettacolo diventa praticamente perfetto. Giusta anche la scelta di escludere dalla scaletta l'ultimissima fetta della loro carriera, quando, in situazione di armonia già instabile, una virata verso un pop radiofonico poco convincente era stato salutato con freddezza dai più. Si pesca dal passato glorioso, quello a tinte dark e new wave dei primi lavori, e quello a tutto rock'n roll dei primi anni 90'.
Altro punto di forza è l'incredibile presenza scenica di Piero Pelù. Un fattore che il cantante fiorentino aveva indiscutibilmente smarrito nei suoi show da solista, e che il sound litfibiano sembra avergli restituito a pieno. Certo, diverso è trovarsi di fronte il pubblico di un locale o 15.000 persone che stipano il Forum d'Assago, ma il frontman toscano si è rigenerato nel tornare a cantare certe canzoni, trascinando con sé ogni singolo spettatore presente e caricando anche lo show di forti tinte sociali, invitando a non perdere la capacità di pensare con la propria testa.
Proprio il pubblico è stato l'elemento finale di questa celebrazione collettiva, che ha racchiuso in un abbraccio i due colleghi ritrovati, sin da quando Piero e Ghigo sono comparsi sul palco armati di macchina fotografica per immortalarsi con alle spalle una fiumana di gente, di nuovo insieme, di nuovo pronti a far risuonare l'eco di una leggenda che sembra non voler più finire.
Significativo è stato concludere il concerto con quello che può essere davvero l'augurio migliore per i “nuovi” Litfiba. Perchè che sia stato per nostalgia, per ridare lustro alle proprie carriere, per tornare a riassaporare l'adrenalina delle grandi platee o per ribadire il ruolo di band-guida del rock nostrano, tutti i presenti possono solo gioire del fatto che lo spettacolo debba ancora, sempre e comunque, cominciare!
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