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Recensioni
Pubblicato il 18/08/2008 alle 20:26:10
Max Gazzè live: di casa nel gotha dei musicisti
di Ambrosia J.S. Imbornone
Gazzè è innanzitutto un musicista, che vive in ogni nota dei suoi live.Perle di delicatezza e intimismo,ritmi “catchy”, ironia a piene mani sparsa tra i versi delle canzoni e qualità fino ad un finale improvvisato strepitoso nel concerto del 14.

Ci sono cantanti e cantautori che suonicchiano. Fanno un po’ di scena con una chitarra elettrica al collo e magari suonano un giro di accordi scialbo, mentre due chitarristi veri costruiscono attorno a lui le sue canzoni. Ci sono cantanti che sono soprattutto parolieri, giocolieri dei versi, poeti dell’impalpabile. E dimenticano l’importanza degli arrangiamenti, della ricchezza e della varietà dei suoni, per suonare sempre lo stesso brano. Ci sono cantanti che suonano. E anziché mettersi in mostra con improbabili gorgheggi, si concentrano sulla musica che intessono in studio e riproducono fantasiosamente sul palco. Li osservi con la loro band e ti rendi conto che vivono delle emozioni di un live, del rapporto entusiasmante con la sua dimensione eclettica e irripetibile, che permette di condensare e riassumere le evoluzioni sonore, le sperimentazioni di una carriera, rendendole ancora vivide nell’interazione con il pubblico. Uno di questi sicuramente è Max Gazzè, che è straordinario bassista e autore versatibile, prima che cantante ironico e intelligente, che sa quello che canta e sa riviverlo, anche se non scrive i suoi testi, usciti per lo più dalla storica penna del fratello Francesco e nell’ultimo lavoro, “Tra l’aratro e la radio”, firmati anche dall’amico Gimmi Santucci. Nel concerto di Spinazzola del 14 agosto Max ha ripercorso la sua carriera pluridecennale, mostrando una volta in più quella passione per la musica suonata che l’ha portato tante volte in questi anni a fare camei in studio o tour condivisi con i colleghi (Daniele Silvestri, Paola Turci, Marina Rei, Ginevra Di Marco, il progetto Gizmo e tanti altri). Si parte con la deliziosa “L’uomo più furbo”, scritta con l’amica attrice Antonella Ponziani, che gioca sul filo dell’ironia per dipingere la malinconica sofferenza di un latin-lover, che non può avere l’unica donna che ama. Grande rilievo trova nel pezzo e nei suoi momenti strumentali la sezione ritmica frutto della sintonia tra il basso di Gazzè e la batteria di Puccio Panettieri, di cui è da ricordare l’assolo in “Vento d’estate”, con Georgia Costanzo (La Camera Migliore), seconda voce in tutto il concerto, al posto di Niccolò Fabi. Di lì il concerto si sviluppa mettendo in risalto di volta in volta combinazioni di ritmo e melodia accattivanti e coinvolgenti, atmosfere delicate ed intense, accelerazioni rock, sonorità vintage. Sono in odore di anni ’70 infatti le chicche “Eclissi di periferia” (dal complesso e affascinante album “Ognuno fa quello che gli pare?” del 2001) e “L’origine del mondo”, tratto dal secondo lavoro di Max, “La favola di Adamo ed Eva” (1998) e caratterizzato da un finale molto rock all’insegna dei piatti e del basso. Energia contagiosa sprigiona live “Il motore degli eventi”, originariamente duetto con Carmen Consoli, con le chitarre elettriche di Giorgio Baldi e Santi Pulvirenti in gran spolvero e il piano di Clemente Ferrari a sostituire i sospiri della cantantessa, mentre struggenti ed emozionanti si rivelano la ballad “L’ultimo cielo”, la dolce e matura love-song “Elogio alla sublime convivenza” (canzone pensosa nata dalla constatazione di quanto sia più difficile stare insieme che lasciarsi e particolarmente amata dal pubblico femminile), entrambe tratte dall’ultimo lavoro, e soprattutto la sognante ed articolata “La nostra vita nuova”, che culmina in un ritornello che scioglie il cuore e le paure del futuro. Tra i brani che dal vivo provano il potere di attrazione di “catchy tunes” e versi a doppio fondo, in bilico tra scioglilingua divertenti e riflessione sarcastica, sono da segnalare invece da “Siamo come siamo”, che, tra gli inserti di piano affidati alle sapienti mani di Ferrari, invita ad accettarsi nell’imperfezione dei propri difetti, e la triade di brani “Il solito sesso”-“Cara Valentina”-“Una musica può fare”, che vede la prima accentuare con la batteria di Panettieri la sua vocazione swing e la seconda sfumare in uno splendido finale voce-basso-batteria con i cori del pubblico, per poi trasformarsi nella terza. Nell’encore, sono da segnalare la doppia linea di basso di “Annina”, singolo più gettonato di “Un giorno” (2004), e le straordinarie improvvisazioni che, in chiusura del concerto, seguono “La favola di Adamo ed Eva” e mandano in delirio gli appassionati della musica vera. Questo momento imperdibile del live ha come protagonisti nella gremita piazza di Spinazzola Max al suo basso Fender e Panettieri alla batteria in compagnia di un inatteso Baldi: il geniale singolo del ’98 diventa prima una sorprendente versione di “Ain’t No Sunshine” di Bill Withers, poi la leggendaria “Get Up, Stand Up” di Bob Marley, con un estratto dell’ormai celeberrima (suo malgrado) “Seven Nation Army” degli White Stripes, che il pubblico stava accennando sulle note di un altro riff di basso di Gazzè. Max aveva cercato e trovato più volte già in precedenza la complicità dei fan, che hanno popolato di mostriciattoli colorati e cartonati la piazza durante l’irresistibile “Mostri”, ma nel finale sembra dialogare con il pubblico e con la sua band attraverso il suo amato basso elettrico e trovare la sua dimensione musicale ideale nei divertissement musicali, affrontati con sapienza, evidenze esperienza e voglia di divertirsi. Gazzè non sale sul palco per atteggiarsi a pop-star, per fare comizi politici, per esibirsi in pezzi di bravura: macina km e km con i suoi ottimi musicisti perché non può fare a meno di suonare e suonare bene. Non si serve infatti neanche di effetti speciali scenografici: gli occhi e le orecchie devono essere puntate sulla musica. E, vista la varietà e la qualità della sua produzione, eclettica ed ironica, è davvero un bel sentire.

Setlist:

L’uomo più furbo
Poeta minore
Eclissi di periferia
Vento d’estate
Mostri
Siamo come siamo
L’ultimo cielo
Il solito sesso
Cara Valentina
Una musica può fare
Il motore degli eventi
La nostra vita nuova
Elogia alla sublime convivenza
L’amore pensato
Il timido ubriaco

Encore:
L’origine del mondo
La mente dell’uomo
Annina
La favola di Adamo ed Eva

Nella foto,Max Gazzè e Georgia Costanzo

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