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Recensioni
Pubblicato il 15/04/2009 alle 21:18:15
Secondo e terzo release indipendente per la rivelazione campana Guernica: Senza Censure e Guernica.
di Dario Albelli
Il gruppo, nato nel Gennaio 2002, ha da allora inciso in forma di autoproduzione tre cd: Senza Censure, di estrazione rock; il secondo, acustico, Senza Sudare, ed il terzo, omonimo, Guernica, presentato a Giugno 2005 grazie al Comune di Avellino.

Il gruppo si forma nel Gennaio 2002 e, da allora, ha inciso in forma di autoproduzione tre cd: “Senza Censure”, di estrazione rock; il secondo, acustico, dal titolo “Senza Sudare”, ed il terzo da titolo omonimo “Guernica”, presentato a Giugno 2005 grazie al patrocinio del Comune di Avellino.
Con quasi 3000 copie vendute senza alcun ausilio di pubblicità, solo mediante prestazioni live, i Guernica dimostrano un potenziale intrinseco alla loro natura di band poliedrica che è destinato a fare scalpore anche scegliendo una via meno conformista.
I sette della superband, capitanata dal raffinato vocalist Tony D’Alessio, affiancano l’anima del musicista alla perfezione tecnica del professionista, regalandoci quei tre album che ad oggi compongono gli archivi della formazione campana.
Inclassificabili nel genere, la band può essere compresa solo a seguito di un accurato esame del materiale rilasciato. “Senza Sudare” segue a pochi mesi l’uscita di “Senza Censure”. Ingiustamente etichettato come demo, vanta una produzione di alta classe e 5 pezzi che farebbero l’invidia di molte band votate all’originalità. Un disco acustico, questo, che si propone al pubblico in tutta l’esuberante carica di “pazzia”, accantonando per il momento l’elettrico per dar vita ad un capolavoro di archi, pianoforte, violoncello e mandolino. Gli arrangiamenti, efficaci, come quello di “Insostituibile”, sono il naturale terreno per lo snodarsi della voce di D’Alessio, che per 23 minuti narra di poesie e allucinazioni che fanno riflettere, e mai annoiano.
Stesso artista, piCCiCo, è stato scelto per la cover del successivo “Guernica”. I coloratissimi mondi popolati da individui che altro non sono che occhi, forse ironizzano con efficacia la nuova società dello sguardo.
Il terzo capitolo è la sintesi di un primo disco rock, ed un secondo acustico: un full-lenght album che finalmente porta ad un livello successivo il titanico lavoro di questa band, per molti una delle promesse più quotate del panorama musicale italiano. Rock e progressive, cambi di ritmica (come nella splendida opening “Picasso”), e fiumi di ispirate parole per la gioia di amanti della musica come spunto per la riflessione, amara.
Un disco da incorniciare, a mio avviso: metterà d’accordo metallari, seguaci del jazz, del progressive, del pop all’italiana ed i più allucinati reduci degli anni ’70. Ogni traccia è un microcosmo di sensazioni, e come tale, ha un proprio carattere ed una propria identità.
Il disco è stato giustamente premiato più volte e la traccia “Mai”(che contiene anche un simpatico omaggio a Hendrix), è rimasta in top ten su Radio Match 5 per circa un anno.
Con questo materiale fra le mani, tutti, compreso il nostro direteur Giancarlo Passarella, ci stiamo chiedendo cosa stia aspettando una band di questo calibro, a fare il grande passo per uscire dall’universo a senso unico dell’autoproduzione.

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