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Notizie
Pubblicato il 11/02/2016 alle 13:22:19
Festival di Sanremo 2016. Buona anche la seconda. Ezio Bosso star indiscussa della serata
di Maristella Panepinto
Carlo Conti continua a fare centro. Più di dieci milioni di telespettatori e il 49% di share. Esilarante l'imitazione di Carla Fracci!

Carlo Conti continua a fare centro. Più di dieci milioni di telespettatori e il 49% di share. Esilarante l'imitazione di Carla Fracci!

Sanremo fa di nuovo il botto: a Viale Mazzini dirigenti più che soddisfatti!

Oltre dieci milioni di telespettatori per un share che supera il 49%. Carlo Conti, il maestrino che non si concede una sola sbavatura, centra la formula: emozioni, ritmo, comicità e super ospite hollywoodiana. Tutto nella norma, secondo gli standard di un tipo di varietà che ricorda sempre più gli show anni ’90 di Baudo (prendiamo con le pinze il paragone, perché di Baudo ve n’è uno solo). Ieri sera re Mida era ancora più rilassato ed in certi lanci ha forse pensato di essere in radio, considerata l’enfasi della voce.

Virginia Raffaele una fuoriclasse. La sua imitazione di Carla Fracci (come l’avrà presa l’etoile?) è stata esilarante al punto da mandare in visibilio chissà quanti gruppi di ascolto. Madalina Ghenea è una valletta vecchio stampo, ruolo che le piace e che lei calza a pannello, così come a pennello le stavano gli outfit fiabeschi indossati ieri. Gabriel Garko non decolla: è impacciato e perfino nel ruolo da “bellone” pare stare un po’ scomodo. Solo l’intervista doppia con Nino Frassica (merito del grande comico messinese, of course) gli regala giusto un “attimino” di gloria. Nicole Kidman è la solita super ospite hollywoodiana: tanto bella da non sembrare manco vera, tanto elegante da non fare poi tutto questo effetto, tanto scontata in quei risolini e in quel declamare le quattro solite parole italiana, da far lanciare un paio di sbadigli.

Bravissimo Nino Frassica. Che dire di lui: un vero comico, uno dei pochi rimasti in Italia. Capace di passare dal faceto al serio con una disinvoltura e con una credibilità spiazzanti.

Un discorso a parte lo merita Ezio Bosso: il monumento della serata di ieri. In tanti non conoscono la sua storia. E’ un pianista e compositore di fama internazionale, che qualche anno fa è “inciampato” in una grave malattia degenerativa. Occorrenza che però non gli ha fatto perdere né la speranza, né la voglia di continuare a fare musica. Ieri la sua performance è stata un inno alla vita, alle poche cose che contano davvero. L’esibizione ha meritato la standing ovation. Lui va fuori pagella, perché anche un dieci e lode sarebbe riduttivo.

Ma ora diamo i nostri voti...
Interessanti le quattro nuove proposte in gara, che hanno portato sul palco pop scanzonato, ma anche sonorità di ultima generazione.
Chiara dello Iacovo, approdata alla semifinale, ha presentato un brano orecchiabilissimo, che ci ha fatto ricordare, in salsa femminile, quel Davide De Marinis di “Troppo bella”, fece boom di vendite. Il piglio da ragazzina, i modi “senza pensieri” e la buona vocalità ci fanno pensare che la signorina farà strada. 7

Cecile. Alla vigilia pareva la favorita. La sua canzone, Negra, ha quell’impatto social pop che a Sanremo fa sempre effetto. Lei ha poi una presenza scenica e una vocalità imponenti. Non è bastato. Scommettiamo però che le andrà meglio in radio. 6

Irama. Gli orecchini da indio non gli hanno portato fortuna. Il suo stile è un mix di cantanti già sentiti nell’ultimo decennio. Dovrà prendere una strada sua, considerato che il talento non gli manca. 5

Ermal Metal. Sicuramente il più “furbo” e maturo tra i giovani in gara. Era scontato il passaggio in semifinale. Ha una buona esperienza cantautorale e il brano presentato al festival lo dimostra. Suoni vintage e look che con questi fa il paio. 7,5

Dolcenera. Diceva che avrebbe portato qualcosa di nuovo e ha mantenuto la parola. La canzone di Dolcenera va indubbiamente riascoltata per essere apprezzata. E’ stata una delle proposte migliori della serata di ieri. Bell’arrangiamento, che vira dal blues al rock. Interpretazione intensa e un po’ “dannata”. Lei ha sempre un certo fascino. 8

Clementino. Il rapper napoletano ci ha fatto ricordare, seppure vagamente, il Khaled di Aisha. Buono il testo, un po’ noioso l’insieme. Non si capisce bene se il piglio da scugnizzo napoletano sia per Clementino una zavorra o la sua cifra stilistica. Da riascoltare. 5,5

Patty Pravo. Fortunato Zampaglione, uno degli autori più “à la page” del momento, ha scritto ancora una volta un bel testo. Puntare sulle sviste vocali della sola diva in gara all’Ariston sarebbe riduttivo. Diamo al merito della Patty nazionale un 8,5, certi che la resa in studio ci regalerà un altro must della bionda di Mestre.

Valerio Scanu. La tecnica vocale non gli è mai mancata, ma dalla liaison con Fabrizio Moro ci aspettavamo di più. Brano che scorre senza infamia e senza lode. 5

Francesca Michielin. Non si capisce bene se la ventenne di Bassano del Grappa sia una promessa mantenuta o cos’altro. Quanto a vocalità e modi “eterei” ci ricorda vagamente la Elisa dei primi tempi (sono anche conterranee), però ieri qualcosa non è andato per il verso giusto. Pezzo banalotto, look da educanda vestita male? Vedremo nelle prossime esibizioni come andrà. 5,5

Alessio Bernabei. Continuiamo a chiederci perché i Dear Jack abbiano diviso le loro strade da quelle del solista “storico”. Diciamo che lo “scioglimento” ha portato anche a un dimezzamento delle identità musicali. Ieri il buon Bernabei era proprio difficile da seguire. Nessuna infamia, nessuna lode. 4

Elio e le storie tese. Per chi ha ancora in testa la Canzone mononota il paragone con il brano in gara perde 2 a 0. Eppure riconosciamo ai maestri del “no sense” il parto di un’altra genialata. In gara portano 7 ritornelli? Assolutamente no, dicono loro. I ritornelli, appunto, ritornano. Semmai si tratta di “andarelli”. Si vola dai ritmi ecclesiastici a quelli neomelodici, ai suoni tipo sigletta di cartoon. Loro sul palco si divertono. Di concreto c’è che hanno presentato l’ennesima canzone “che non si può cantare”, 7,5

Neffa. Ci chiediamo perché Neffa, per tutto il tempo della sua esibizione, abbia barcollato. Ha fatto indubbiamente di meglio. Il pezzo ricordava, a quanto pare volutamente, un vecchio Celentano. Non è bastato però per convincere i televotanti. 4,5

Annalisa. E’ sempre un piacere vederla sul palco: bella, elegante, ottima vocalità. La canzone, nell’incipit, pare una scopiazzatura di “Sei bellissima” della Bertè. Non ci sono picchi emozionali e tanto basta per dire che al festival, la fascinosa rossa di Amici, ha saputo fare meglio. 6

Zero Assoluto. Hanno partecipato a Sanremo una decina di anni fa? Ma dai? Il duo resta uguale a se stesso, nel bene e nel male. Motivetto accattivante, con un buon ritmo e senza eccessi. Andrà bene in radio e rilancerà la formazione? Glielo auguriamo. 6

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