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Recensioni
Pubblicato il 31/01/2001 alle 00:00:00
Il primo album dei Giardini di Mirò
di Luca Pastini
GIARDINI DI MIRO'
Rise and Fall of Academic Drifting
(Homesleep/White'n'Black)

GIARDINI DI MIRO'
Rise and Fall of Academic Drifting
(Homesleep/White'n'Black)

Esce per la bolognese Homesleep l'atteso debutto dei Giardini di Mirò, band di punta della scena post-rock italiana, che i più attenti già dovrebbero conoscere in virtù di due ottimi EP usciti negli anni scorsi per la Gamma Pop. Le otto composizioni qui racchiuse sono tutte di eccellente livello, a dimostrazione dell'ottima vena compositiva del sestetto reggiano. L'iniziale "A New Start (for Swinging Shoes)" dà un po' le coordinate dell'intero lavoro: sezione ritmica in bella evidenza e intriganti arpeggi di chitarra, su cui si inseriscono le tastiere e, alternativamente, un violino o, in questo caso, una tromba vagamente morriconiana. Ma, strumenti a parte, la caratteristica che sembra accomunare la gran parte dei titoli qui raccolti è l'importanza delle dinamiche, dei rapporti tra piano e forte, tra silenzio e rumore, tra pulito e distorto. Quindi, arpeggi circolari, dilatazioni psichedeliche e atmosfere rarefatte si incontrano-scontrano con potenti crescendo e violenti muri di distorsioni, per un risultato finale che non ha veramente nulla da invidiare alle produzioni nomi più importanti del panorama post americano o inglese. Qua e là, poi, a rendere il tutto ancora più intrigante, fanno timidamente capolino un vocoder (nella ballad "The Beauty Tape Rider") e un inaspettato clarino basso (in "Pearl Harbor", brano con un cambio di tempo veramente micidiale). L'anima più pop dei Giardini, invece, esce fuori in "Penguin Serenade", il cui riff, composto da poche, semplici note di chitarra, è di quelli destinati a imprimersi irrimediabilmente nelle memoria.
Discorso a parte, infine, meritano la velvetiana "Pet Life Saver" e "Little Victories", i due brani cantati del disco, in cui la parte vocale è offerta, rispettivamente, da Matteo Agostinelli dei compagni di etichetta Yuppie Flu e Paul Anderson, leader degli inglesi Tram, ideali ciliegine sulla torta di un disco che ha tutte le carte in regola per raccogliere un discreto successo anche all'estero. E, diciamocelo, sarebbe anche ora…

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