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Recensioni
Pubblicato il 10/10/2006 alle 16:14:54
Zucchero - Fly (Universal)
di Alessandro Michelucci
Sognando gli anni Settanta, ma senza nostalgia. Michele Bovi in un libro ha scritto giustamente che l'intera produzione di Zucchero appare come un'elegante macedonia di citazioni musicali. Il fido Corrado Rustici è sostituito da Don Was.

Sognando gli anni Settanta, ma senza nostalgia. Michele Bovi in un libro ha scritto giustamente che l'intera produzione di Zucchero appare come un'elegante macedonia di citazioni musicali. Il fido Corrado Rustici è sostituito da Don Was.

Nel suo bel libro "Anche Mozart copiava. Cover, somiglianze, plagi e cloni" (Auditorium, Milano 2004) Michele Bovi ha scritto giustamente che "l'intera produzione di Zucchero appare come un'elegante macedonia di citazioni musicali e letterarie". Il nuovo CD del cantautore emiliano conferma questa tesi. Al tempo stesso contiene diverse novità rispetto ai dischi precedenti. Anzitutto il produttore, dato che il fido Corrado Rustici è sostituito da Don Was, già noto per aver lavorato con i più importanti artisti d'Oltreoceano.
Da un passato che pare molto lontano viene ripescato Brian Auger, il geniale organista inglese che fu fra i primissimi a conferire dignità autonoma allo strumento. Auger compare in due brani, ma suona l’organo soltanto in “Let it Shine”, doveroso omaggio di Zucchero a New Orleans devastata dall’uragano Katrina.
Torna il consueto alternarsi di italiano e inglese, arricchito dallo spagnolo in "Cuba libre". Magari il nostro avrebbe potuto evitare di fare il verso a Manu Chao: "mi piace la lasagna mi piaci tu" è preso di peso da una canzone del cantautore francese. Ma Zucchero è così: simpatico, trasandato, godereccio, amante della citazione, un cowboy del duemila che sogna gli anni Settanta ma riesce a riproporli, anzi a riviverli, senza nostalgia.
Ritorna anche il riferimento quasi maniacale al blu: ecco quindi il "cielo blu" ("Cuba libre"), "azzurra poesia" ("L'amore nell'aria"), "giugni azzurri" ("Quanti anni ho").
Purtroppo il disco non contiene "Nel così blu", versione italiana di un classico dei Procol Harum, "A Salty Dog". Il brano è reperibile soltanto sulla versione internazionale del CD.
Rispetto a varie opere precedenti c'è meno rabbia, magari anche meno blues, sostituiti da una serenità che traspare in brani come "Occhi" e "Quanti anni ho". La finale "E di grazia plena" conferma definitivamente questa scelta.
I musicisti sono tutti abili e affiatati. Zucchero suona una grande varietà di strumenti, compreso il vecchio mellotron, che negli ultimi anni sta conoscendo una seconda giovinezza.
Probabilmennte il merito maggiore di Zucchero è quello di essere riuscito a fondere il blues con la musica leggera. Forse altri avrebbero potuto farlo prima di lui - un nome per tutti: Fausto Leali - ma evidentemente non avevano la sua tempra artistica.
Intanto la storia continua: come una pianta che dà buoni frutti, il cantautore reggiano sta lanciando la figlia ventitreenne Irene, che presto pubblicherà il primo CD a proprio nome.

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