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Pubblicato il 10/06/2007 alle 19:53:12 | |
Renato Zero .mpzer0 Tour (Roma, Stadio Olimpico, 2-3/06/2007)
Dopo il debutto di Padova, l'.mpzer0 Tour di Renato Zero arriva allo Stadio Olimpico di Roma per due date quasi completamente sold-out, prima di ripartire per Milano, Firenze, Bari e Palermo. In ogni città ci sono diversi ospiti musicali.
Dopo il debutto del 26 maggio a Padova di fronte a quasi 20.000 persone, l'.mpzer0 Tour di Renato Zero arriva allo Stadio Olimpico di Roma il 2 e 3 giugno per due date quasi completamente sold-out (circa 120.000 spettatori in tutto), prima di ripartire per Milano (ieri 9 giugno a San Siro), Firenze (mercoledì 13), Bari (sabato 16) e Palermo (mercoledì 20). In ogni città ci sono diversi ospiti musicali: a Padova c'è stato Sergio Cammariere, a Roma si sono alternati Gino Paoli (in entrambe le date) e Gigi Proietti (il 3), a Milano ieri sera è arrivata Laura Pausini per duettare con Zero nella sua "Nei giardini che nessuno sa".
Nel pomeriggio prima del concerto si esibiscono per tutto il tour artisti più o meno noti come Davide Scudieri, Antonio Toni, i Miodio, Daniele Groff e la più esperta Mariella Nava, che a Padova a causa del forte temporale che si è abbattuto nel pomeriggio sullo stadio Euganeo non hanno potuto cantare. A Roma il 2 giugno prima dell’esibizione della Nava (che ha incantato il pubblico con un medley pianoforte e voce dei suoi più grandi successi, da “Spalle al muro” a “Per amore” passando per “Così è la vita”, “Il cuore mio” e “Questa sono io” fino all’ultima “Dentro una rosa”) c’è spazio anche per far salire sul palco il folletto rivelazione dell’ultimo festival di Sanremo, Momo, che ha annunciato urbi et orbi di fronte a oltre 50.000 persone il suo prossimo concerto al Gay Village del 5 luglio.
Ma veniamo allo spettacolo di Zero. L'enorme palco è sovrastato da uno schermo gigante a forma di computer o di lettore mp3 con due altoparlanti ai lati, come a sottolineare il titolo del tour ispirato a Internet e alle nuove tecnologie di fruizione musicale. Poco prima del concerto viene gonfiato sulla pedana centrale del palco un grande palloncino che ha le sembianze del volto di Renatino, con tanto di cuffie e occhiali, che viene sgonfiato subito prima dell'inizio. Lo spettacolo è aperto e chiuso da una sigletta francamente imbarazzante e celebrativa del nostro cantata in playback dai 12 ballerini che a nostro avviso sarebbe stata più adatta a un varietà televisivo che a uno show musicale di questo livello. Dopo questo siparietto il concerto vero e proprio si apre con la storica "Io uguale io" del '78 (detta anche "Identikit"), quando entra in scena Zero con una lunga tunica nera; i musicisti restano ancora dietro il sipario mentre lo affiancano quattro coristi e i ballerini che indossano una particolare visiera. Sullo schermo compaiono le facce truccate dei clown e parte "Niente trucco stasera", un'altra vecchia canzone (dell'80) sulla ricerca di una vera identità da parte dell'artista, senza più maschere nè finzioni nei confronti del pubblico. La prima canzone recente è "Svegliatevi poeti" del 2001, il cui titolo appare in sovraimpressione sullo schermo, un invito esplicito a spegnere la tv e a far risvegliare il poeta che è in ognuno di noi. Scorrono quindi le immagini di locomotive e parte "Infiniti treni", un pezzo ritmato dell'86 tratto da "Soggetti smarriti" che dal vivo non si era praticamente mai sentito, con i ballerini che entrano in scena vestiti da viaggiatori e capistazione, tra le coreografie migliori del concerto ideate da Bill Goudson. Il sipario si apre finalmente con "Siamo eroi", struggente brano dell'87 introdotto dal piano di Mark Harris, che Renato canta seduto sulla scala centrale in una superba interpretazione: "ci abbiamo dato dentro tu ed io, per cambiare questo mondo amico mio, ma ormai questa è una fabbrica di eroi, tanti Don Chisciotte, noi...".
"Cercami" del '98 è il primo grande successo della serata, cantata a squarciagola dal pubblico, con Renato che parla di amori e lucchetti, e si capisce così qual è il segreto che tiene legati gli zerofolli in modo indissolubile dopo quarant'anni di carriera (il suo primo singolo "Non basta sai" è del 1967). Renato rientra quindi in scena e attacca "Ostinato amore" (ancora da "Soggetti smarriti"), con tanto di candele accese sullo schermo a simboleggiare il comune amore per la musica che non si è mai spento, un altro brano poco conosciuto ma tra i più belli del suo repertorio. Ma ecco il primo vero colpo di scena della serata: si sente il suono di una sirena e Renato entra in scena bendato e ingessato su una barella portata a mano da quattro ballerini-infermieri, è arrivata "L'ambulanza", storico brano del '77 (da "Zerofobia") che suona attuale e decisamente rock ancora oggi dopo 30 anni, su cui il pubblico si scatena soprattutto quando Renato, tolte le bende e le fasce che lo avvolgevano, saluta l'ambulanza con un eloquente "ciao stronza !!". La quiete dopo la tempesta, ed ecco quindi "Il maestro" del 2001, che finisce con un lungo applauso del pubblico "a tutti noi che impariamo". Si rimane ancora in tempi recenti con "Dimmi chi dorme accanto a me", successo fin troppo abusato del '98 che Zero ripropone questa volta senza pigiami e cuscini per la gioia dei sorcini, con un bell'assolo finale del nuovo chitarrista Luca Meneghello. Il piano di Mark Harris introduce quindi "Artisti", uno dei brani migliori di Zero (dall'omonimo album dell'87), con dei cuori rossi sullo sfondo che fanno pensare a "Vagabondo cuore" (contenuta nello stesso disco). C'è quindi spazio per un discorso sulla sua città e Renato ricorda Annarita, una bambina di 13 anni di Casal Bertone che se n'è andata via troppo presto per un brutto male. A questo punto Zero invita il pubblico al silenzio e come succedeva in "Icaro" (lo storico live dell'81) avverte che "sta arrivando mia madre..." e parte "Profumi, balocchi e maritozzi" (del 1980), questa volta senza il fratello Giampiero ma con un ballerino vestito da mamma caricaturata e sfatta per il troppo silicone che canta con voce lirica. Comincia un divertente duetto tutto giocato sui doppi sensi e sui guai della chirurgia estetica, che si chiude con la finta uccisione della stessa da parte di Renato che alla fine le spara a salve senza pietà ("te la sei cercata mammà...").
Dopo la nuova "Sono innocente" che si chiude con un bell'assolo di Cocilovo all'elettrica è quindi il momento di presentare l'ospite d'onore della serata: se a Padova è stato Sergio Cammariere (che ha cantato e suonato magistralmente da solo al pianoforte "Sorella mia" e "Tutto quello che un uomo", prima di cimentarsi con la storica "Più su" di Zero), a Roma è toccato al grande Gino Paoli, introdotto da una strofa di "Che cosa c'è" cantata da Renato, che poi ha lasciato proseguire Paoli in un medley con "Senza fine", "Sapore di sale" e "Una lunga storia d'amore", queste ultime due cantate in duetto con Zero in uno dei momenti più alti del concerto.
Dedicata alla pirateria e a chi si accontenta di acquistare falsi musicali la successiva "Sosia" dell'89 (da "Voyeur"), anch'essa mai cantata dal vivo prima di questo tour: "e se sarò svenduto sulle bancarelle, come potrai cascarci non lo so...con mille accorgimenti, trucchi e adattamenti non riusciranno a sostituirmi mai...", davvero una bella sorpresa anche se in perfetto tema con il tour. Dopo la spirituale "Immi ruah" (dall'ultimo disco in studio "Il dono"), cantata in una tunica blu con le colombe bianche che volano sullo schermo, è la volta di "Baratto" del '79, dal sacro al profano è proprio il caso di dire, con i ballerini vestiti da organi umani che fluttuano anche sullo schermo (tra piedi, cuori, cervelli, milze e polmoni, ecc.) e una bella coreografia finale con Renato che passa attraverso di loro facendo uno slalom sulla pedana. Viene quindi il momento di riflettere con "Accade" (sempre da "Voyeur", che non cantava in tour dal 1990), un capolavoro di testo e musica scritto con Senesi e Conrado sull'inesorabilità e la disillusione del tempo che passa.
Renato parla della Roma delle borgate di Tor Bella Monaca, del Corviale e di Ostia e rivendica il diritto di poter camminare liberamente da romano nella propria città, scagliandosi contro gli stranieri con una frase poco felice di cui poi si scuserà la sera successiva, forse presagendo l'arrivo di Bush (si sa che non ha mai amato troppo i presidenti americani dai tempi di "Colosseo" e di "nun te reagan più..." fino al recente "Stai bene lì"). Il 3 giugno arriverà anche Gigi Proietti per raccontare prima la storiella del cavaliere bianco e del cavaliere nero e poi per cantare "Serenata sincera", una vecchia canzone romana con Mario Vicari al piano (coautore di "Triangolo" e "Mi vendo", tra le altre). La successiva "Spiagge" (dal Q-disc "Calore" dell'83) è il classico hit estivo da concerto all'aperto che Zero ama riproporre negli stadi, con tanto di effetto mare sullo sfondo. Alla fine della versione elettronica e iper-tecnologica di "Sesso o esse" (con tante labbra sullo sfondo) c'è l'occasione giusta per presentare uno per uno i componenti dell'ottima band: l'americano Mark Harris (ma ormai italiano d'adozione) al pianoforte, Paolo Costa al basso, Giorgio Cocilovo e Luca Meneghello alle chitarre, Rosario Jermano alle percussioni, Danilo Madonia alle tastiere e Remo Righetti al pro-tools; poi è la volta dei bravissimi coristi: Alessandra Puglisi, Paola Folli, Moreno Ferrara e Roberto Sterpetti.
C'è quindi il ritorno dell'ospite d'onore, che a Roma è stato per due sere consecutive Gino Paoli che ha reinterpretato a suo modo "Magari" (dal fortunato "Cattura", già cantata anche da Ornella Vanoni in una tappa dello scorso tour). Renato rientra quindi vestito di bianco per intonare "L'impossibile vivere" (che qualche sorcino ha ribattezzato per l'occasione "La guerra dei numeri" con riferimento ironico ai numeretti distribuiti nottetempo per arrivare primi alle transenne, cose che ormai appartengono al passato per gli altri artisti italiani ma non nel caso di Zero evidentemente). Siamo alle fasi finali del concerto con la mega hit "Triangolo" che Renato canta attorniato dai ballerini con in testa dei triangoli colorati (nella foto) e il pubblico balla scatenato nel parterre e sugli spalti dello stadio. Ci sono anche bellissimi giochi di luce che precedono la recente "D'aria e di musica" (l'unica forse destinata a rimanere un classico dell'ultimo disco "Il dono"), che Zero canta sulla pedana avvicinandosi al pubblico con un trasporto davvero incredibile, da brividi.
Trascurabile la successiva "Fammi sognare almeno tu" (il secondo inedito della raccolta "Renatissimo"), mentre vale da solo il prezzo del biglietto il gran finale de "Il cielo", il brano sicuramente più rappresentativo del nostro, che il pubblico accompagna in coro con le stelle filanti e gli accendini accesi per l'occasione, mentre sullo schermo scorrono tanti palloncini. Peccato per quella sigletta finale che dopo aver spiccato il volo ci fa ripiombare improvvisamente sulla terra. Zero ha ormai lasciato il palco, non sono previsti bis in scaletta (rivoluzionata tra l'altro dopo che qualcuno l'aveva messa incautamente in rete), ma Renatone si conferma sempre l'ottavo re di Roma. Un concerto spettacolo fatto su misura per accontentare i fan più vecchi e nuovi, nella speranza che prima o poi rinunci alla dimensione da popstar da stadio per abbracciarne una più intima e consona alle sue grandi capacità teatrali di cantattore e chansonnier.
La scaletta dell'.mpZer0 Tour:
- "Tutti per Zero" (sigla di apertura)
- IO UGUALE IO
- NIENTE TRUCCO STASERA
- SVEGLIATEVI POETI
- INFINITI TRENI
- SIAMO EROI
- CERCAMI
- OSTINATO AMORE
- L’AMBULANZA
- IL MAESTRO
- DIMMI CHI DORME ACCANTO A ME
- ARTISTI
- PROFUMI, BALOCCHI & MARITOZZI
- SONO INNOCENTE
- Presentazione ospite e duetto
- SOSIA
- IMMI RUAH
- MAGARI (a Roma la canta G.Paoli)
- BARATTO
- ACCADE
- SPIAGGE
- SESSO O ESSE (+ presentazione band)
- nuovo spazio ospite
- L’IMPOSSIBILE VIVERE
- TRIANGOLO
- D’ARIA E DI MUSICA
- FAMMI SOGNARE ALMENO TU
- IL CIELO
- "Tutti per Zero" (sigla di chiusura)
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