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Recensioni |
Pubblicato il 15/08/2011 alle 00:08:50 | |
Fabio Zuffanti - La foce del ladrone (Spiral Records/Long Song Records/Audioglobe)
Il cantautore genovese ricerca un approdo synth-pop (piu' che progressive!) con suoni curati e perlescenti, citazioni raffinate, ironia e archi cinematici. Tra Franco Battiato e Lucio Battisti.
Il cantautore genovese ricerca un approdo synth-pop (piu' che progressive!) con suoni curati e perlescenti, citazioni raffinate, ironia e archi cinematici. Tra Franco Battiato e Lucio Battisti.
Fabio Zuffanti (Finisterre, La Maschera di Cera, Hostsonaten, Quadraphonic, Aries, ecc.) ha messo a frutto i suoi 17 anni di esperienze variegate tra prog, elettronica, colonne sonore, folk, e molto altro ancora per il suo terzo album solista, il primo programmaticamente pop. D’autore ovviamente, plasmato nota per nota con gusto, vocazione e sensibilità del musicista sperimentale.
Le otto canzoni dell’album, che nell’artwork e nel titolo, “ruba” e varia il modello de “La voce del padrone” di Battiato, sono una miscela agrodolce di chitarre struggenti (che talvolta in qualche coda strumentale palesano l’ascendenza prog), synths perlescenti, un pianoforte dal suono ora scintillante e doloroso, ora lirico ed estatico, il tutto immerso in un flusso ritmico che scorre inesorabile ed ammaliante.
Gli archi non sono àncora alla musica italiana “sanremese”, ma vela per lasciare porti scontati ed abbandonarsi a sonorità cinematiche sognanti, come in “Capo Nord”, splendida fantasia di oblio nella passione di ogni turbamento e spaesamento tra la contrada tra della realtà e il paradiso dei sogni. La metrica e il cantato hanno talvolta un po’ della grazia discreta e piana dello stile vocale di Battiato, ma soprattutto a lui rimanda la sottile ironia del collage di aforismi insensati da blog o social network, vuoti e banali, e il ritmo ballabile, quasi surreale, nella lievità luminosa dei sintetizzatori, di “Una nuova stagione”.
L’opera dell’artista-naturale ladrone della storia dell'arte in ogni sua forma contamina suggestioni e citazioni: l’ambientazione del supermarket di “Se c’è lei” (in cui però irrompe il pensiero rorido di gioia rilucente di un amore segreto e perfetto) rammenta il Battisti di “Perché no”, mentre la ricetta musicale di “In cantina” ricorda il Battisti anni ’70; al cantautore di Poggio Bustone si riallaccia anche il cantato più leggero e divertito, e al periodo della sua svolta synth-pop sembra occhieggiare un po’ la divertente e provocatoria “Musica strana”.
La sinfonia minimale “Lunar Park”, inquieta ed insieme ambiguamente briosa, porta alla mente il romanzo di Bret Easton Ellis, mentre in “1986 (On a Solitary Beach)”, malinconica e dolce, tesa e proiettata tra le onde e i colori di un futuro più felice, oltre le inadeguatezze del presente, non manca invece un riferimento alla raffinata pellicola “Il raggio verde” di Éric Rohmer, uscito e premiato con il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia proprio in quell’anno. D'altronde Rohmer è omaggiato anche nel nome e nelle atmosfere di un altro gruppo di Zuffanti, nato nel 2008.
Il congedo è affidato a “It’s Time To Land”, tra voglia di vita vissuta, anziché cantata, e stanchezza suscitata dalla musica di plastica che fagocita nel suo ventre vuoto frequenze televisive e radiofoniche, tra speranza e sarcasmo leggero; gli ultimi versi del brano e del disco sono d’altronde: “i dischi che farò magari / un poco serviranno oppure no in questo caso / usateli per tavolini traballanti oppure come frisbee”.
Scherzi a parte, Zuffanti ci lascia una buona prova di grande competenza musicale nella cura dei suoni e ben comincia il percorso di personalizzazione del sound su una via di classe e al contempo orecchiabile. Forse le sonorità a tratti sono un po’ troppo aeree ed evanescenti, ma la caratura del cantautore genovese è evidente, anche nei testi, che ritagliano con efficace semplicità scene di quotidianità e luoghi comuni, o fotografano stati d’animo inebriati e malesseri.
Tracklist:
Lato A
1.1986 (On a Solitary Beach)
2.Musica strana
3. Se c’è lei
4. Lunar Park
Lato B
5. Una nuova stagione
6. In cantina
7. Capo Nord
8. It’s Time to Land
Credits:
Fabio Zuffanti: basso, chitarre, sintetizzatori, loops, voce
Mau Di Tollo: batteria, percussioni, cori
Boris Valle: pianoforte, cori
Matteo Nahum: chitarre
Carlo “R.U.G.H.E.” Carnevali: cori
Formus Quartet:
Sylvia Trabucco: violino
Alessandra Dalla Barba: violino
Ilaria Bruzzone: viola
Chiara Alberti: violoncello
Si ringrazia l’ufficio stampa Libellula Music.
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