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Interviste
Pubblicato il 15/06/2009 alle 09:30:07
Less is more: il sito LoudVision visto dagli occhi dei quattro coraggiosi che lo realizzano!
di Francesca Odette Croxignatti
Alessandro Ballini, Silvia Colombo, Massimiliano Monti e Diego Pierini: quattro colonne, perche' la casa solida rimane in piedi se i pilastri sono forti e ben equilibrati. Niente bonus famiglia, ma una vita sinusoidale ed Indiana Jones.

Alessandro Ballini, Silvia Colombo, Massimiliano Monti e Diego Pierini: quattro colonne, perche' la casa solida rimane in piedi se i pilastri sono forti e ben equilibrati. Niente bonus famiglia, ma una vita sinusoidale ed Indiana Jones.

Con noi abbiamo telematicamente Alessandro Ballini, Silvia Colombo, Massimiliano Monti e Diego Pierini di LoudVision: vi ho elencato in stretto ordine alfabetico... ho fatto bene? Qual'e' il vostro ruolo in questo sito?
Alessandro= Io sono il primo della lista in ordine alfabetico. E’ una grande responsabilità, ma si sa: da un grande potere deriva una grande responsabilità.
Massimiliano= Hai fatto bene ma avevi due opportunità: ordinare alfabeticamente per nome o per cognome. Dalla tua scelta deduco che intendi mantenere un distacco professionale. Romperò il ghiaccio. Il mio ruolo principale è sostanzialmente invadere Alessandro e il consiglio direttivo con la mia vena logorroica e complessa. Secondariamente, mi occupo di costruire un impianto editoriale che funzioni per tutti gli argomenti trattati, curando direttamente la parte mainstream pop e rock, i rapporti con le major e gli uffici stampa freelance, e meno di quanto vorrei realmente mi presto al canale Cinema. Nei ritagli di tempo curo il marketing e la comunicazione per il portale.
Diego= Come in ogni sistema biologico che si rispetti, esistono organismi preposti alla produzione, alla creazione, e altri che invece si curano di dissipare, erodere, distruggere. Di solito questi ultimi si occupano anche, a tempo perso, di dirigere canali cinema.
Silvia= Oltre a essere quella carina della congrega, mi occupo della parte hard&heavy. Sono l’unica, ultima e stoica sostenitrice delle borchie nel circolo direttivo, più rara del panda asiatico.

Da pochissimo c'e' un restyling: e' solo stilistico o anche di contenuti?
Massimiliano= Ci siamo mossi con un imperativo: “Less is more”. LoudVision dev’essere un’esperienza intuitiva, gradevole. Mentre leggi puoi ascoltare, guardare il video, ti puoi fare un’idea se quello che viene scritto è vero. Avvicinare il lettore al prodotto, e non all’ego del portale, è sempre stata la nostra mission. Uscendo dal discorso prodotto, come linea editoriale per abbracciare le varie forme d’arte e cultura abbiamo delle novità. L’assetto sta cambiando, e le rubriche che gradualmente avvieremo faranno diventare LoudVision un portale guidato dalle firme e dall’originalità dei contenuti. Ciò che rende unica una Realtà sono le persone che ci lavorano dentro. Il cuore di LoudVision sono le persone che fanno parte del nostro organico, i nostri ragazzi.
Diego= Difficile fare un distinguo. Dal mio punto di vista, il salto di qualità è specialmente contenutistico: articoli più variegati, taglio editoriale che lascia maggior spazio a brio e inventiva, un sistema di valutazione completamente rinnovato, che rende pienamente conto delle differenti peculiarità di ogni opera trattata, una miglior funzionalità della community, multimedialità e ipertestualità arricchite. E poi, finalmente, abbiamo un logo che esprime in toto la dualità (musica/cinema) della nostra proposta editoriale.

La vostra gestione e' collegiale oppure ad ognuno di voi fa capo un preciso settore? Come vi organizzate la vita redazionale ogni giorno?
Diego= Innanzi tutto, va precisato che la gestione del lavoro sarebbe impossibile senza uno staff di persone che si fa carico di una enorme serie di compiti fondamentali, dalla correzione all’affiancamento nei confronti dei redattori più giovani, passando per reperimento ed inserimento delle news. Detto questo, il nostro lavoro è specificamente orientato secondo i nostri talenti e le nostre competenze. LoudVision non potrebbe esistere senza le competenze tecniche, la genialità e il polso di Alessandro, d’impareggiabile efficienza e spiccato senso critico, il silenzioso e discreto pragmatismo di Silvia, dotata di un equilibrio a me totalmente estraneo, le doti nelle pubbliche relazioni di Max, penna di ottimo livello e dotato della giusta dose di incoscienza.
Silvia= Parola d’ordine: brainstorming. Ci confrontiamo sempre su tutto quello che ruota intorno al portale, sulle iniziative da intraprendere, sui progetti paralleli, sulle migliorie da apportare al nostro lavoro. Abbiamo inoltre la fortuna di avere all’interno della redazione diversi collaboratori che ci affiancano nelle mansioni organizzative e gestionali del portale. Per noi è molto importante che i nostri redattori abbiano la possibilità di far fruttare il proprio talento e noi cerchiamo, per quel che ci è possibile, di dar loro tutto lo spazio necessario e i mezzi migliori per potersi esprimere. E’ grazie al loro impegno che abbiamo tante rubriche, news e materiale inedito da proporre ai nostri lettori.
Massimiliano= In effetti il maggior pregio è che almeno due persone, se non tutte e quattro quando possibile, entrano nel merito di ogni cosa. Dalle ammucchiate nascono dei figli che noi chiamiamo idee.
Alessandro= In effetti ci sostentiamo grazie al bonus-famiglia.

Passiamo alla sfera personale, visto che LoudVision vi assorbe energia e tempo libero, ma non e' la fonte di guadagno: raccontateci qualcosa di piu' di ognuno di voi.... una breve scheda, insomma!
Silvia= Mi occupo di marketing e comunicazione in una piccola torrefazione del milanese. In sostanza disegno i pacchi del caffè. Per quel che riguarda il tempo libero, sperpero lo stipendio in libreria, studio chitarra, canto (ultimamente solo in macchina e sotto la doccia) e detesto andare a comprare vestiti e scarpe.
Massimiliano= Il mio lavoro è ideare progetti promozionali che, in caso di aggiudicazione della gara d’appalto, trasformo in realtà/prodotto sovraintendendo tutto, dalla produzione alla comunicazione al consumatore finale. Tutti però sono più persuasi nel credere che la mia identità sia totalmente trasfigurata dentro LoudVision e che io viva in realtà grazie a questo. Mi dico che dovrei rendermene conto più spesso.
Diego= Passo la mia esistenza a dar vita a un numero esponenziale di progetti, nel 99% dei casi fallimentari. Detto ciò, pago l’affitto facendo l’autore televisivo per la trasmissione di Raitre “Parla con me”, e collaborando come organizzatore di comunicazione e pubblicità per la produzione eventi La Pegna Srl. A lato di questo, scrivo per alcune riviste di filosofia, canto con due band di estrazione metal, provo a girare cortometraggi, mi occupo del mio sito di saggi e deliri www.dkp.it, nuoto e, ogni tot (non quantificabile), organizzo incontri a tema cinematografico con l’Associazione Culturale Ubiqua, di Ancona.
Alessandro= Nella vita reale faccio quasi le stesse cose che faccio per LoudVision, soltanto che mi pagano.

Quali sono stati gli artisti che avete amato di piu' in gioventu' e quali quelli che ora vi ammaliano?
Alessandro= Cerco di mantenere un certo distacco, o meglio evito di prolungare le infatuazioni per evitare poi immancabili delusioni. Troppo nichilista?
Diego= Difficile citare gli artisti. Too many to be mentioned. Parlando di opere, vere epifanie, nell’infanzia, gli incontri con “The Final Countdown” degli Europe e “invisibile Touch” dei Genesis. In seguito, mi hanno cambiato la vita Queen, Police, Faith No More e Death. Oggi come oggi, sono stato molto intrigato dai Protest The Hero. Cinematograficamente, la svolta della mia vita è “Blade Runner”, seguito da “Aliens”, “Arancia Meccanica”, “Butch Cassidy”, giusto per citarne alcuni – e ricordando il personaggio di Indiana Jones. Ultime visioni indimenticabili, “Wall-E” e “I Padroni della Notte”. Sul piano letterario, Philip K. Dick su tutti, e poi Orwell ed Ellis. Recentemente mi hanno ammaliato Murakami e Nothomb. E poi, per saltare di palo in frasca, adoro, sparsi, Caravaggio, Friedrich, Bosch, Escher, Folon, Millet, Giger. Ne ho senza dubbio dimenticati alcuni, presumibilmente i più importanti.
Silvia= Non lo so, non l’ho ancora capito. Diciamo che sono stata stregata da Antimatter, Elisa, Iron Maiden, Franco Battiato, Oscar Wilde, Harry Potter e Edward di “Twilight” per citarne alcuni.
Massimiliano= Al di là dell’apertura onnivora verso ogni cosa, ci sono state delle linee guida che ho sentito più vicine al mio essere. Sono cresciuto a musica classica, musica violenta e/o sperimentale che andasse fuori dai canoni convenzionali. Gli Elend e i Nine Inch Nails ad esempio. Libri e autori classici, e una nicchia di pulp moderno che sa rileggere la realtà in un modo vicino al mio sentire: da aspirante copywriter sono ammaliato da come Shakespeare usa le parole, e al tempo stesso mi piace Bret Easton Ellis. Per i film ho nutrito sempre una simpatia innata verso grandi regie, personaggi notevoli, atmosfere dettagliate che è quasi possibile respirarle. Leone, De Palma, Coppola, ultimamente Christopher Nolan.

Ritorniamo a LoudVision: qualche episodio curioso che vi e' capitato? Una litigata con qualcuno? Un apprezzamento che avete ricevuto che vi ha particolarmente fatto piacere?
Massimiliano= Di episodi curiosi ne sono capitati di già. Considera che volevamo un ambiente tranquillo. Ricordo comunque con piacere che a pochi giorni dall’apertura un’artista come Patrizia Laquidara mi dedicò del tempo per un’intervista, senza nemmeno conoscermi. Ad oggi è ancora tra gli articoli più letti di sempre. I complimenti a LoudVision sono sempre a tutta la squadra, al lavoro di tutti, anche quando sono nominativi. Ci fanno ovviamente piacere. Quelli più belli però girano internamente. Sentire che abbiamo creato un ambiente dentro cui le persone stanno bene è il risultato umano più soddisfacente.
Diego= Litigo spesso con Ale, Silvia e Max a causa della mia intollerabile tendenza distruttiva e della mia imprevedibile discontinuità intellettuale e lavorativa. E il più grande attestato di stima, da parte loro, è stato spingermi a rimanere sempre della partita, con incrollabile fiducia nei miei confronti. Anzi, per essere precisi: non cacciarmi a pedate, quando me lo meritavo.
Alessandro= Io litigo e mi riappacifico con tutti, ricevo insulti e complimenti con andamento sinusoidale. Sarà che ho preso freddo negli ultimi giorni.


Il nostro diretur Giancarlo Passarella ci dice spesso che LoudVision e' il giusto equilibrio tra informazione canonica e modernita': concordate con lui?
Silvia= …l’assegno dove lo facciamo recapitare?!
Massimiliano= Figo! Gli apriamo un account ora dovrà scrivere gli editoriali one louder per noi!
Alessandro= L’informazione non è più quella di una volta: ci vogliono canali e stimoli nuovi, comunque strutturati in modo competente e razionale. Soprattutto in Italia, dove la libertà e la spontaneità in questo campo sono a dir poco agonizzanti.
Diego= Mai smentire un professionista di tale calibro! Al di là di tutto, in ogni caso, il nostro tentativo è quello di offrire un prodotto che abbia uno standard qualitativo in linea con la tradizione cartacea, ma sia contemporaneamente compatibile con la percezione odierna, con le forme che caratterizzano i nostri tempi. E poi la nostra proposta si basa su un ampio ricorso alle nostre memorie, ai nostri background così diversi e vari: perché nella storia di questo settore ci sono, da valorizzare, molte idee, molti spunti un tempo accantonati o sottovalutati semplicemente perché troppo avanti sui tempi.

Parliamo di comunicazione moderna e di mezzi di cui attualmente disponiamo telematicamente: a quali vi sentite piu' vicini? Cosa usate di piu'? Cosa vi aspettate nell'immediato futuro?
Diego= Da buon appassionato di informatica vintage, fosse per me mi affiderei ancora al modem del Commodore 64. Da amante della fantascienza più avveniristica, invece, subisco irrimediabilmente il fascino dell’hi tech più sofisticato. E questa contraddizione incide inequivocabilmente sul mio modus operandi, et vivendi. Tanto che mi porto dietro un pesante portatile in lega metallica, invece che usare un più pratico palmare. Dal futuro, invece, mi aspetto molto dallo sviluppo del software, dall’uso sempre più sociale e creativo dei MMORPG, dal pieno sfruttamento, in senso tecnico, ma soprattutto artistico, delle potenzialità generative e di circolazione proprie dei contenuti user-generated.
Alessandro= Ultimamente ho cominciato ad ascoltare la radio.
Massimiliano= So che Alessandro direbbe che per me è il telefono, che invece profondamente odio. Amo gli spazi come la banda larga di internet oppure la televisione, che arrivo a detestare per l’uso che ne viene fatto. Se notate, però, è ancora la televisione che, quando sa imporre un fenomeno, determina personaggi che mettono a segno sette dischi di platino in meno di un semestre dentro un settore in crisi che viaggia sul -9% stabile. Mi piacerebbe riuscire a sfruttare questi mezzi in tutta la loro potenzialità per riqualificare l’intrattenimento. In questo momento abbiamo Internet che è ciò che uso anche di più. Probabilmente il via cavo sarà la tecnologia del futuro anche per la televisione e mi auguro che dalla convergenza nasca una tv con l’interattività intelligente e stimolante di internet.

Spostiamoci con la macchina nel tempo: se torniamo indietro, dove vorresti vivere e perche'? Se invece la stessa operazione la facciamo nel futuro?
Alessandro= Nella mia gioventù, per viverla con l’esperienza di oggi.
Silvia= Primi del Novecento, per poter conoscere di De Chirico e rubare i segreti della sua arte, ammaliare Freud e farmi psicanalizzare, lavorare con Einstein e non capirci una mazza.
Massimiliano= Indietro nel tempo… In un qualsiasi momento storico di fermento culturale e onestà intellettuale, se c’è mai stato. Un momento storico in cui i valori, la volontà e la parola delle persone hanno dato forma a un’era. Sarebbe troppo accademico per me fare un riferimento e parlare di anni in cui non sono vissuto. Questa cosa vale per il futuro, da cui mi aspetto maggior saggezza, meno briglie e più intraprendenza.
Diego= Vorrei vivere abbastanza avanti nel tempo, da poter poi muovermi liberamente in qualunque punto della storia. Dovessi scegliere, comunque, privilegerei la Grecia classica, o gli inizi del Novecento, per poter respirare quel fondamentale periodo di rivoluzione fisica e matematica. Accanto a menti del calibro di Heisenberg, Schroedinger, Von Neumann e soprattutto Alan Turing.

Facciamo un invito ai nostri lettori che (come potete immaginare) provengono da settori e spaccati assai diversi tra loro: come vi rivolgete a loro, se ad esempio vi legge uno scrittore in erba, uno che ha il cassetto di poesie polverose, un musicista che si lamenta solo, uno che invece ha avuto la sua occasione e non l'ha saputa cogliere al volo?
Massimiliano= In Italia nessuno prende l’arte come un mestiere e, sebbene sia un handicap culturale, talvolta dà risultati insospettabili. Una persona cioè dotata di rigore, umiltà e volontà riesce ad intagliare una sua dote dentro un mondo ideale, estraneo all’ansia da prestazione, in cui trova una forma fantastica. Ciò che è bello e raramente espresso così bene dovrebbe trovare il coraggio di uscire, perché può facilmente diventare un bene culturale. E se funziona, dovrebbe dare il via ad una carriera. Viceversa, a chi crede di avere un’abilità ma ha perso qualche occasione, resta sempre l’imperativo di continuare a crederci.
Diego= L’individuo in senso classico, pian piano, è destinato a scomparire, con i suoi rigidi confini spaziali e intellettivi. Credo che, in un mondo frenetico, ipertrofico e cangiante come quello contemporaneo, fatto di telematica domestica e grande disponibilità di mezzi tecnici – oltre che di un certo narcisismo – l’unico vero mezzo di sopravvivenza, espressione ed evoluzione sia la cooperazione. E quindi invito tutti coloro che hanno un’idea a trasformarla, da sogno, in progetto che coinvolga in maniera piena e proficua il numero più grande possibile di persone in grado di dare il proprio contributo in termini di capacità, talento, impegno. E per quelli che hanno perso un’occasione, ricordo anche che il virtuale è l’unico universo in cui il viaggio nel tempo sia alla portata di tutti. Perché il tempo, qui, non è altro che un log, e possiamo leggerlo, rileggerlo, riviverlo. E modificarlo.

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