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| Pubblicato il 01/12/2002 alle 23:06:25 | |
Il fischio del vapore rievocato da De Gregori
E' uscito il nuovo album del "Principe" insieme a Giovanna Marini
 Passa sempre un po' di tempo prima che Francesco De Gregori pubblichi un nuovo disco, e anzi, ogni volta l'attesa si dilata sempre più. Così, quando arriva sul mercato una sua nuova opera, la curiosità è sempre molta. Leggendari i suoi live (come non ricordare i tre dischi dal vivo pubblicati tutti nello stesso anno, il 1990?), che fotografano sempre appieno il suo umore e la sua essenza artistica, volubile e al contempo geniale. Questa volta però l'artista romano ha scelto una strada diversa: un vero e proprio tuffo nel passato di un'Italia antica, che non c'è più. Tirati fuori dal baule dei ricordi gli eroici tempi del Folkstudio, De Gregori ha chiamato al suo fianco Giovanna Marini (storica folksinger degli anni '60) e ha registrato "Il fischio del vapore", un'antologia di canzoni popolari italiane. Poco importa se siano tutte, inevitabilmente, schierate verso un determinato orientamento politico.
"Nina te ti ricordi" (cantata in dialetto veneto), "La ballata di Sacco e Vanzetti", "Saluteremo il signor padrone", "Feroce Monarchico Bava" e gli altri standard della nostra tradizione socialista e anarchica ci riportano ai tempi delle prime cooperative nei campi, delle lotte operaie e del dolore degli emigranti. Tempi duri, veri, vissuti con la difficoltà di un'epoca dove nulla era dovuto.
I toni sono misurati, gli arrangiamenti essenziali, le due voci dei protagonisti ben impastate, anche se la versione di "Bella ciao" cantata dalla voce tremolante della Marini è talvolta imbarazzante. Tuttavia, merita rispetto per il lustro della sua interprete.
Nell'album c'è anche una canzone estratta dal repertorio di De Gregori, e si tratta di uno dei suoi brani più belli: direttamente dall'album "Titanic", infatti, Francesco rispolvera "L'abbigliamento di un fuochista", un pezzo che forse ha scelto di riproporre per ricordare all'ascoltatore che la sua carriera è sempre rimasta dalle parti della canzone popolare, Dylan permettendo.
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