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Pubblicato il 24/06/2013 alle 09:48:52 | |
Primo Ballo, il cd della Banda della Posta con la supervisione di Vinicio Capossela
Nel ricordo di quei pensionati che stavano davanti al Palazzo delle Poste ad aspettare l'arrivo della agognata pensione. Era l'Italia della ricostruzione post bellica, con mazurke, polke, valzer, tango, tarantella, quadriglia e foxtrot.
Nel ricordo di quei pensionati che stavano davanti al Palazzo delle Poste ad aspettare l'arrivo della agognata pensione. Era l'Italia della ricostruzione post bellica, con mazurke, polke, valzer, tango, tarantella, quadriglia e foxtrot.
Le affascinanti storie della Banda della Posta, un complesso di anziani musicisti del suo paese di origine, Calitri (Alta Irpinia) che per anni ha fatto ascoltare le sue virtuose acrobazie musicali durante gli sposalizi.
Dopo il debutto presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma al My Festival di Patti Smith e dopo l'esibizione al Concerto del Primo Maggio, esce finalmente il 25 giugno Primo Ballo il sorprendente cd della Banda della Posta su etichetta La Cupa, distribuzione Artist First. Il disco è il primo lavoro da produttore di Vinicio Capossela e realizzato con la stretta collaborazione di "Asso" Stefana e Taketo Gohara. E' lo stesso Capossela a presentare "Primo Ballo". "Lo sposalizio - dice il cantante - è stato il corpo e il pane della comunità. Il mattone fondante della comunità. Veniva consumato con il cibo e con la musica. Questa musica che accompagnava il rito era musica umile, da ballo, adatta ad alleggerire le cannazze di maccheroni e a "sponzare" le camicie bianche, che finivano madide e inzuppate, come i cristiani che le indossavano.
Un repertorio di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot, che era in fondo comune nell'Italia degli anni '50, '60, e che si è codificato come una specie di classico del genere in un periodo nel quale lo "sposalizio" è stata la principale occasione di musica, incontro e ballo. A Calitri, in alta Irpinia, qualche anno fa, un gruppo di anziani suonatori di quell'epoca aurea non priva di miseria, ha preso l'abitudine di ritrovarsi davanti alla Posta nel pomeriggio assolato. Montavano la guardia alla Posta, per controllare l'arrivo della Pensione. Quando l'assegno arrivava, sollevati tiravano fuori gli strumenti dalle custodie e si facevano una suonata. Il loro repertorio fa alzare i piedi e la polvere e fa mettere ad ammollo le camicie sui pantaloni. Ci ricorda cose semplici e durature. Lo eseguono impassibili e solenni, dall'alto del migliaio di sposalizi in cui hanno sgranato i colpi. Per questo - conclude - si sono guadagnati il nome di Banda della Posta".
Ufficio Stampa: Giulia Di Giovanni giulidigi@gmail.com
Coordinamento generale per La Cùpa: Luciano Linzi luciano.linzi@fastwebnet.it
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