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Pubblicato il 27/06/2009 alle 01:47:00
Michael Jackson re del pop, ma con un cuore rock
di Massimo Giuliano
Come noto, Michael Jackson era stato soprannominato "Re del Pop", ma non tutti sanno che il defunto cantante americano non ha disdegnato, durante la sua quarantennale carriera, anche collaborazioni con miti del Rock, meglio ancora se chitarristi.

Come noto, Michael Jackson era stato soprannominato "Re del Pop", ma non tutti sanno che il defunto cantante americano non ha disdegnato, durante la sua quarantennale carriera, anche collaborazioni con miti del Rock, meglio ancora se chitarristi.

Il primo personaggio che viene in mente è Eddie Van Halen: l'assolo di "Beat it", hit contenuta nell'album "Thriller", è suo. Le cronache raccontano che quando l'agente di Jacko telefonò a Van Halen per proporgli di collaborare con il suo assistito, si vide riattaccare per due volte il telefono in faccia perché il buon Eddie pensava che si trattasse di uno scherzo. Una volta accettato l'incarico, Van Halen arrivò in studio e chiese al fonico di fare una take di prova: finita la registrazione, si mostrò insoddisfatto del risultato, mentre il fonico ne era entusiasta. Fu così che quella take, da provvisoria, divenne definitiva. In pratica, ciò che noi sentiamo suonare da Van Halen è frutto nient'altro che di un'improvvisazione. Anni dopo, Jennifer Batten (che ha accompagnato Jackson nei tour di "Bad" e "Dangerous") eseguì l'assolo di "Beat It" di fronte a Eddie in persona, e lo fece in maniera impeccabile. Non appena Jennifer terminò, Van Halen le disse: "Ok, adesso me lo fai rivedere dall'inizio, perché io non me lo ricordo più".

Con Michael Jackson ha lavorato anche Steve Lukather dei Toto. La canzone che ha sancito il loro incontro è sempre "Beat it": mentre Van Halen, infatti, vi suona la chitarra solista, Lukather si cimenta alla ritmica. Molto più prolifico il sodalizio artistico tra Jacko e Slash: i due hanno collaborato la prima volta in occasione dell'album "Dangerous" ("Black or White" e "Give In to Me"), poi per "History" ("D.S.") e infine per "Blood on the dance floor" ("Morphine"). Va anche citata la partecipazione dell'ex Guns'n'Roses all'album "Invincible", ultima release ufficiale di Michael: Slash fa un assolo nel brano "Privacy", ma non viene menzionato all'interno del booklet. Questo però non vuol dire che non lo si debba considerare tra i credits del cd.

A proposito di "Invincible", quel disco ha offerto l'occasione anche a Carlos Santana per entrare in contatto con Jackson: il chitarrista messicano appare in "Whatever Happens". C'è persino una collaborazione con Lenny Kravitz, rimasta però inedita: parliamo di "Another Day", brano che risale al 2003 ma che non è mai stato messo in commercio. A tale proposito, lo stesso Kravitz ha dichiarato, in un comunicato diffuso subito dopo il decesso di Jacko: “Ho lavorato con Michael su un brano che non è stato ancora pubblicato, ed è stata un’esperienza incredibile. Era molto divertente e abbiamo riso tutto il tempo… era un meraviglioso essere umano. Sono molto triste. E' stato il primo artista che ho visto dal vivo, quando avevo 8 anni, al Madison Square Garden. Se non fosse stato per lui, non farei questo mestiere. Lui era la musica. Punto”.

Come dimenticare, infine, un mitico pezzo intitolato "State of Shock", ovvero l'unione tra Jacko e Freddie Mercury dei Queen, di cui esiste solo un demo, ampiamente bootlegato. La canzone divenne poi una hit dei Jacksons con Mick Jagger dei Rolling Stones alla voce. E' davvero un peccato che Mercury e Jacko non abbiano mai inciso nulla insieme in maniera ufficiale: in giro ci sono solo due provini, risalenti ai primi anni '80, che però non si sono concretizzati su disco. Oltre a "State of shock", il loro estro ha partorito anche "There Must Be More To Life Than This", in cui la parte vocale è affidata a Michael, mentre al piano c'è Freddie. Quest'ultima canzone è stata poi ripresa unicamente da Mercury e inclusa nel suo album solista "Mr. Bad Guy".

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