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Recensioni
Pubblicato il 10/10/2008 alle 01:27:14
Max Manfredi - Luna persa (Ala Bianca)
di Ambrosia J.S. Imbornone
Un album straordinario e cinematografico,denso di storie raccontate con una vena narrativa ricca,che commuove per delicatezza,ma graffia anche per ironia e realismo visionario.Ed emoziona con arrangiamenti che portano lontano.Da sentire live da oggi.

Il cantautorato italiano ha una lunga, solida, rinomata tradizione alle spalle. Si ha pertanto talvolta l’impressione che si sia raggiunto un livello tale di perfezione che ormai la musica italiana sia satura e non lasci ancora spiragli per i cantautori da riempire con nuovi capolavori, che suonino “freschi” ora e per sempre. Ma per fortuna nell’arte qualunque previsione, più o meno apocalittica, di esaurimento definitivo della vena creativa dell’uomo, a favore dell’imperversare del già detto, già sentito, già cantato, è destinata ad essere felicemente smentita prima o poi. Se una regola di piattezza pure ci fosse nel cantautorato nostrano attuale, Max Manfredi con il suo “Luna persa” (coprodotto con Federico Bagnasco e Fabrizio Ugas del gruppo della Staffa, che da anni suona con lui) sarebbe una luminosa eccezione. Perché i dischi di fabbrica portano dentro la macchinosità dei meccanismi studiati a tavolino. Mentre i dischi composti con tocco paziente di artigiano e soprattutto con il cuore vivo dell’uomo, passando attraverso i suoi occhi e la sua mente, possiedono il tocco felice dell’ispirazione possente della realtà e il suo inevitabile incanto. Allora scopriamo le carte di questa meraviglia discografica: ci sono testi profondi, articolati, riusciti che colpiscono nel segno, ma questo è anche un disco suonato benissimo. Le interpretazioni intense potrebbero dare un’impronta teatrale al lavoro, ma al potere della parola e della voce si somma a quello di suggestione indefinito della musica, che delinea immagini e colori che si fondono e alternano, cinematograficamente. Sono queste ad esempio le prime riflessioni che suscita l’ascolto de “L’ora del dilettante”, che apre il disco dopo la filastrocca della tradizionale “Au clair de la lune”. Max vi si dimostra a pieno vero attore, che scuote dal loro torpore massmediatico le coscienze per evidenziare la deriva grottesca della lotta per la sopravvivenza, tra reality, reali arrivismi e una generale ubriacatura di esibizionismo triste e patetico (con quella porta che “dava sul sogno, in mancanza di meglio”). La sua interpretazione è qui doppiata e quindi sublimata da quella musicale, un brivido maestoso ed inquietante di archi e fiati, scalfiti dall’infrangersi dei rumori. Lo stesso si può dire dell’affresco gigantesco e magnifico di vita quotidiana de “Il regno delle fate”, delicato gocciare di glockenspiel e tocchi di pianoforte, che, mentre i versi si accendono in una cifra visionaria, prova a gonfiarsi di percussioni e viole. Manfredi non era solo il più bravo secondo De Andrè: ricorda la sua abilità narrativa, tra ironia e delicatezza, soprattutto nei fili di storie che si incrociano in questo brano, tra il caos di tempi alienati e veloci, che provocano un odio sartriano, e favole di rivalse utopistiche degli invisibili oppressi di un sistema senza valori. La vocalità di Faber rammentano d’altronde le strofe della struggente, piccola perla “Quasi”, nuovo canto fragile per glockenspiel e piano (e cimbali e fisarmonica), che si intenerisce per la vanità del ricordo di una storia lasciata a metà come quel “romanzo dentro al cappotto, qualche cappotto scordato nei bar”.
Nel cd c’è poi spazio per un tango nottambulo per voce e contrabbasso (“Terralba Tango”), per un rebetiko mediterraneo, ebbro della tenerezza languida e pigra di un incontro che è un lungo, disteso istante, non eternità (“Retsina”), per cantilene gitane leggere che mescolano freneticamente, tra mandolino, chitarre e nacchere, cartoline fisiche e paesaggi mentali, schegge di vita ed empito di vento (“Libeccio”). E ancora si fa largo alla balcanica, grandiosa “Zimbalom”, che, quasi in odore klezmer, mescola sud e nord, oriente e occidente musicali nella contaminazione di suoni e stili, e alla controfavola agrodolce di “Aprile” che gioca sulle parole della celebre canzone di Odoardo Spadaro (“è primavera, svegliatevi bambine…”) e lascia un nodo in gola a tutte quelle “bambine” che aspetteranno, tra sonno e sogno, il famigerato principe azzurro, ma saranno trovate da un amore che non fantastica, soltanto prende e dà, prima di diventare stanchezza, prigionia e rancore. Di meraviglia in meraviglia, si sprofonda nel militarismo che organizza la vita nel timore della quiete della pace (“Il morale delle truppe”) o si sognano (non senza un luccichio negli occhi e a colpi di armonica) contrade immaginarie come approdo della tribù degli infaticabili pendolari, sospesi nel loro movimento perpetuo di pionieri affaticati in una terra di mezzo, che prende il nome improbabile di un tipico display mal funzionante (“Il treno per Kukuwok”). E infine si perde la luna nel buio di una pensione pulciosa dove l’innocenza e il diritto/dovere dell’adolescenza di sognare ad occhi aperti si bruciano nella sopravvivenza difficile di un’anomala coppia padre-figlia, tra accorate arpe ebree, il mizmar egiziano, uno straziante organetto quale quello del testo del mediometraggio-suite-epopea e ricche trame di chitarre, che conducono ad un finale che stacca la spina all’improvviso per un tuffo al cuore, quando le parole non hanno più il coraggio impudico di raccontare. Se questo è un brano degli anni ottanta, l’ultima traccia del disco è la ripubblicazione di una preziosa chicca del 1994, “La fiera della Maddalena”, incisa proprio con De Andrè per l’ormai introvabile secondo album di Manfredi, intitolato semplicemente “Max”.
A 23 anni dal suo esordio come cantautore al Premio Tenco, Max Manfredi ci ricorda che il cantautorato può ancora essere viva linfa vermiglia che sgorga dall’animo vischiosa di terre, di spezie, di briciole di storie spezzate e straziate dalla crudeltà della vita, di suoni inesausti di storia e di vigore, di meridiani e nostalgie, e non è inchiodato ad essere solo sonnolenta ricombinazione di schemi abusati o circo agonizzante di sberleffi da saltimbanco. E ci invita a sentire la sua musica con la maiuscola dal vivo nei concerti attualmente previsti dal suo fitto calendario.

Presentazione del disco:
oggi, 10 ottobre Milano, Auditorium di Radio Popolare con diretta radiofonica dalle ore 21
17 ottobre Genova, Fnac (ore 18)
18 ottobre Parco Esposizioni di Novegro (MI), Vinilimania (ore 14).
Tour:
21 ottobre Roma, The Place - www.theplace.it
24 e 25 ottobre Aversa (CE), Teatro Cimarosa, ospite Premio Bianca D'Aponte -www.biancadaponte.it
27 ottobre Arcore (MI), con Accademia Viscontea (concerto di musica antica) - www.accademiaviscontea.com
31 ottobre Genova, Teatro della gioventù - www.teatrodellagioventu.com
2 novembre Casale Monferrato (AL), Circolo Pantagruel
6 novembre Asti, Diavolo rosso - www.diavolorosso.it
10 novembre Arcore (MI), con Accademia Viscontea (concerto di musica antica)- www.accademiaviscontea.com
11 novembre Palermo, "Il Tancrè", rassegna Scutammìa -www.myspace.com/scutammia
12 novembre Catania, Teatro Lomax, rassegna Scutammìa -www.alanlomaxct.blogspot.com
15 novembre Avola (SR), Sole amaro artmusic - www.myspace.com/soleamaro
19 novembre Pavia, Spaziomusica - www.spaziomusicapavia.it
21 novembre Torino, Folkclub - www.folkclub.it
27 novembre Albenga (IM), Su la testa Festival, Teatro Ambra - http://upyourhead.blogspot.com - www.myspace.com/sulatesta
28 novembre Faenza (RA), Teatro Masini, ospite serata MEI - www.audiocoop.it
29 novembre Forlì, Madamadorè - www.myspace.com/circolomadamadore
5 dicembre Marsiglia (Francia), Istituto italiano di cultura
6 dicembre Bagnacavallo (RA), Teatro Goldoni - www.discantieditore.it
11 dicembre Bergamo, Caffè letterario - www.ilcaffeletterario.com
12 dicembre Milano, Scighera - www.lascighera.org

Tracklist dell'album,pubblicato il 26 settembre:
1 - Au clair de la lune
2 - L'ora del dilettante
3 - Il regno delle fate
4 - TErralba tango
5 - Retsina
6 - Libeccio
7 - Quasi
8 - Zimbalom
9 - Aprile
10 - Il morale delle truppe
11 - Il treno per Kukuwok
12 - Luna persa
13 - La fiera della Maddalena

Management:Enrico Deregibus

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