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Pubblicato il 11/05/2005 alle 09:09:04 | |
Enzo Mazza (Fimi) illustra ad Italia Oggi gli scenari dell’industria discografica italiana
In un’intervista rilasciata ad Antonio Ranalli per il quotidiano economico Italia Oggi, il direttore generale della Fimi, Enzo Mazza, ha illustrato gli scenari in cui va incontro l’industria italiana. Con un ruolo crescente per il settore on line.
In un’intervista rilasciata ad Antonio Ranalli per il quotidiano economico “Italia Oggi”, pubblicata martedì 10 maggio, il direttore generale della Fimi, Enzo Mazza, ha illustrato gli scenari in cui va incontro l’industria italiana. Con un ruolo crescente per il settore on line, che nel 2009 dovrebbe rappresentare il 25% del mercato. Insomma, per il CD c’è ancora vita.
Per il caro (in tutti i sensi) e vecchio compact disc c’è ancora vita lunga. Almeno questo è il parere del direttore generale della Fimi (l’associazione che raccoglie le principali case discografiche italiane, tra cui le major), Enzo Mazza, in un’intervista rilasciata al quotidiano economico “Italia Oggi” (ad oggi l’unico che affronta con particolare attenzione e approfondimento le tematiche e le problematiche legate all’industria discografia, alla musica dal vivo e al diritto d’autore). Nell’articolo dal titolo “Musica, rivoluzione digitale”, scritto da Antonio Ranalli e pubblicato martedì 10 maggio, Enzo Mazza fa il punto sullo stato della discografia italiana e sugli scenari futuri. Secondo i dati citati da Mazza nel 2009 il mercato legale di musica on line per l’Italia supererà i 340 milioni di euro, per un fetta pari al 25% del mercato. Questi significa per i supporti più tradizionali con CD e DVD ci sarà ancora vita, magari con qualche ulteriore sviluppo tecnologico e, speriamo, qualche aggiustamento sul fronte dei prezzi (a partire dall’annosa questione dell’Iva). Nel chiedere al Governo particolari iniziative per favorire gli operatori del settore (in primis le case discografiche, anche indipendenti) a fare ulteriori investimenti sul fronte del digitale, Mazza chiede ulteriori impegni in sede europea sulla questione dell’Iva. “L’Iva diventa un problema maggiore nel mercato digitale”, ha dichirato il direttore generale della Fimi al quotidiano “Italia Oggi”, “E nel mercato globale si sentirà molto la differenza tra paese a paese. Infatti, si possono acquistare brani su iTunes in Germania dove l’Iva è al 16, o in Italia dove invece c’è un’imposta del 20%. E’ chiaro che anche 4 punti percentuali possono creare margini non indifferenti e fare la differenza su un prezzo finale”. Come non dargli torto? Se già oggi in tanti effettuano acquistano CD a prezzi più bassi su portali stranieri (come quelli statunitensi), è prevedibile un’ulteriore e maggiore concorrenza da parte di operatori stranieri (che godono di una tassazione inferiore) anche sul fronte della musica on line. Nell’articolo di Antonio Ranalli viene riportata anche la recente posizione della Fimi in merito al DL Siae, attraverso cui viene chiesto di eliminare il DL 180 e aprire a concorrenza su gestione diritto d'autore e connessi. In sostanza la Fimi ha chiesto alla Commissione Affari istituzionali al Senato che ha iniziato l'esame del Decreto Legge su SIAE, approvato in Consigio dei Ministri la scorsa settimana, che venga finalmente posto fine all'esclusiva di SIAE nella gestione dei diritti d'autore prevista dall'articolo 180 della Legge sul Diritto D'Autore. Già da tempo la Commissione Europea aveva sollevato dubbi sul mantenimento di una riserva di legge in Italia. Secondo FIMI è assolutamente necessario aprire alla competizione tra più soggetti sul fronte del collecting dei diritti, ciò al fine di garantire che gli utilizzatori possano scegliere tra le migliori condizioni e i migliori servizi offerti da una pluralità di società di gestione collettiva.
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