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Recensioni
Pubblicato il 23/01/2008 alle 18:59:26
Reverse Engineering live @ Circolo degli Artisti di Roma
di Luca Marengo
Roma, 10 Gennaio 2008. Dopo una lunga serie di concerti a Londra, dove si sono da poco trasferiti, i Reverse Engineering tornano a Roma per una data emozionante, dividendo il palco con Costanza, già voce per Tricky, e Marco Messina dei 99Posse.

Roma, 10 Gennaio 2008. Dopo una lunga serie di concerti a Londra, dove si sono da poco trasferiti, i Reverse Engineering tornano a Roma per una data emozionante, dividendo il palco con Costanza, già voce per Tricky, e Marco Messina dei 99Posse.

Inizio questo articolo con una premessa: i Reverse E. sono miei amici.
Ci siamo conosciuti a Roma, quando mi sono occupato della grafica di un loro cd e del loro sito. Poi si sono trasferiti a Londra, la città delle luci e delle opportunità, inseguendo un sogno dal sapore vintage, come un film degli anni settanta. Un piccolo appartamento, lavoretti per mantenersi e la musica, ovviamente. A Londra li ho incontrati l’ultima volta, abbiamo fatto tardi in un pub di Portobello, tra birre calde e scozzesi ubriachi. Ariel è allegro e ottimista, hanno già qualche data in giro per pubs e locali, “Si vedrà…”. Nei mesi a seguire, tra università e lavoro, mi dimentico di loro, finchè un giorno vado a vedere su internet come se la cavano: date, molte, circa una volta a settimana.

Ancora nessun contratto, ma siamo soddisfatti mi dice Ariel al telefono quando lo sento subito dopo le feste natalizie. Sono di nuovo a Roma per suonare al Circolo degli Artisti, una data importante insieme a Costanza (voce dell’ultimo album di Tricky, per chi non la conoscesse) e Marco Messina (ricordate i 99Posse?).Non sentivo i Reverse E. dal vivo da molto, molto tempo. Organizzo la serata, chiamo un amico, “Che genere fanno?” mi chiede ...Bah, un po’ trip hop alla Portishead, un po’ ballate oniriche alla Bat For Lashes, mettici un’attitudine brit rock e una voce che non ne hai mai sentite uguali.... Lo convinco. Ci sediamo nel cortile del Circolo con una birra e aspettiamo. “Suoniamo tra una mezz’ora” mi dice Ariel all’ingresso del locale.

Quando salgono sul palco la sala è vuota, ci saranno state sì e no una decina di persone: poi iniziano a suonare, e la situazione cambia. Ariel, come un mago di Oz versione british punk, gestisce i suoni dalla sua torretta di cavi e led luminosi, unendo lo spirito meccanico di sintetizzatori e drum machines al sudore di basso e chitarra. Elisa, l’altra metà dei Reverse E., si muove leggera e sensuale sui tasti del pianoforte e con la voce tocca muscoli che neanche pensavo di avere. Se fossi un seguace New Age, direi che sta aprendo dei chakra nascosti del mio spirito, o qualcosa di simile.
Insieme riescono in quella magia sempre affascinante che consiste nello svegliare il fantasma dormiente delle macchine, dei processori e dei relais per creare non solo suoni ma calore. Le onde sonore si espandono nell’aria e la sala si riempie dopo neanche un paio di brani.

Ora, forse non è andata esattamente così, forse la gente è entrata perché fuori faceva davvero freddo, o perchè i posti a sedere in cortile erano tutti occupati, o perchè i bagni si trovano vicino al palco. Una cosa è certa, per qualsiasi motivo la gente sia entrata, sono sicuro che nessuno possa essere rimasto impassibile al fascino dei Reverse E. (tra l’altro, non so se sia la convivenza o l’esperienza continua dei live inglesi o entrambe le cose, ma dal vivo sono sincronici e complementari come fossero un unico, armonico elemento). Se il 23 gennaio vi trovate a Londra, fate un salto a sentirli all’Oh! Bar.

Controllate spesso il loro sito su MySpace in cerca di altre date o per procurarvi il loro cd. È musica da ascoltare ovunque, in qualsiasi occasione, immersi nel traffico cittadino, mentre studiate o lavorate, come sottofondo per un incontro romantico o semplicemente per rilassarvi ad occhi chiusi sul divano e gustarvi un buon disco. Appena terminato il concerto sono dovuto correre via a causa di un precedente impegno e non ho potuto far loro i complimenti o salutarli, quindi ne approfitto per farlo ora: Ariel, Elisa, leggete questo articolo, e sappiate che mi dovete una birra appena ripasso per Londra. Anche calda va bene.

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