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Interviste
Pubblicato il 12/12/2006 alle 23:39:34
La storia della musica in “Via Asiago 10”: intervista a Dario Salvatori.
di Ambrosia J.S. Imbornone
La collana “Via Asiago 10” raccoglie chicche preziose tratte dall'Audioteca Rai.Gli ultimi cd son dedicati a F.Poulenc,P.Fournier,Gorni Kramer,Lelio Luttazzi e al Quartetto Cetra.Di loro,della storia e del futuro della musica ci parla Dario Salvatori

Quello della label “Via Asiago 10”, nata dalla collaborazione tra la Twilight Music, l’Audioteca Radio della Rai e Radioscrigno, è un progetto di rilevanza internazionale. L’idea è quella di recuperare e ripubblicare, in una versione “restaurata” che si permette il lusso di piccoli difetti originali che restituiscano le atmosfere dell’epoca originaria, chicche preziose conservate nell’Audioteca storica della Rai di via Asiago a Roma. Si tratta di registrazioni radiofoniche realizzate dal 1924 ad oggi nelle varie sedi Rai e comprendenti materiale introvabile su grandi icone della musica mondiale o grandi nomi della storia della radio e dello spettacolo italiano. Le prime uscite della collana sono state dedicata infatti a Frank Sinatra, Louis Armstrong, Juliette Greco, al festival di Sanremo del 1955, Nunzio Rotondo, Enrico Simonetti, Bruno Canfora, Lelio Luttazzi, Domenico Modugno, Aldo Fabrizi, Gorni Kramer, Nino Rota. Il quattordicesimo e il quindicesimo volume sono appena usciti, il 1° dicembre scorso, e sono intitolati rispettivamente “Francis Poulenc e Pierre Fournier, Rai 1953” e “Il secondo programma presenta: Nati per la musica”. Il primo raccoglie alcune composizioni di Poulenc al pianoforte e pezzi eseguiti dall’artista in duo con Fournier al violoncello; il secondo è il primo album doppio della collana e celebra il noto programma realizzato da Gorni Kramer e Lelio Luttazzi nel biennio '53-'54, con l'Orchestra di Ritmi Moderni e l'Orchestra Ritmo Sinfonica della Rai e ospiti fissi come Teddy Reno, Jula De Palma, il Coro di Franco Potenza e il Quartetto Cetra. Proprio loro sono stati i protagonisti del tredicesimo volume, “Il Quartetto Cetra, sassofoni e vecchie trombette”, composto dalle registrazioni di tre riviste radiofoniche realizzate fra l’autunno del 1953 e l’estate del 1955, “Gite di un Quartetto viaggiatore”, “Sassofoni e vecchie trombette, ovvero l’impossibile storia del jazz” e “Il piccolissimo teatro del Quartetto Cetra”. Responsabile artistico del progetto “Via Asiago 10” è Dario Salvatori, firma storica del giornalismo italiano, nonché conduttore di Radioscrigno. Attualmente è in libreria con la nuova edizione del suo “Dizionario delle canzoni italiane” (Rizzoli), che riporta storia,dati,curiosità su oltre 3000 canzoni italiane da "051/222525" di Fabio Concato a "Zum zum zum" di Amurri e Canfora. L’abbiamo intervistato in occasione dell’uscita del cd dedicato al Quartetto Cetra per parlare del primo quartetto a voci miste d’Europa, dello stato presente dell’arte della musica e della passione per il collezionismo.

Ambrosia: Venerdì 27 ottobre è uscito il cd “Il Quartetto Cetra, sassofoni e vecchie trombette”, tredicesimo volume della collana “Via Asiago 10”, pubblicato dall’etichetta Twilight Music e distribuito in Italia da Halidon Srl. Il Quartetto Cetra è associato spesso banalmente nella memoria degli ascoltatori più giovani e meno attenti solo a pochi celebri brani: iniziative come la pubblicazione di questo cd, che raccoglie le parodie e le riviste radiofoniche del Quartetto (o come il tributo a Virgilio Savona del Premio Tenco 2004), possono servire a ricordare il valore innovativo e a suo modo davvero dirompente anche aveva all’epoca la loro satira di costume garbata, ironica e pungente, il loro gusto per la parodia, la caratura internazionale della loro musica, influenzata dalle formazioni vocali afro-americane come i Mills Brothers e impregnata del jazz e del swing di Gershwin, Porter e Nat King Cole, da loro egregiamente rivisitati?

Dario Salvatori: Sicuramente una rivisitazione del repertorio dei Cetra permette un approfondimento nei confronti di tutte quelle formazioni pre-Platters che tanto hanno influenzato Savona e compagni. Lo swing, certamente, ma anche il gusto per la polifonia, che i Cetra seppero perfezionare.

A: Mi ha incuriosito leggere sul libretto del cd che Felice Chiusano era particolarmente incline a raccontare episodi divertenti legati alle traversie della gavetta del Quartetto, che tra l’altro ha spesso cantato la musica stessa e la vita degli artisti in “metacanzoni” come pure “La sera del debutto” inclusa in questo album. Che ci dice di lui?

DS: Felice Chiusano era per certi aspetti il più estroverso dei quattro. Veniva da Fondi, terra di confine fra Lazio e Campania e il suo spirito caustico era davvero irresistibile. Seppe dare il meglio di sé negli episodi fiction di “Studio Uno”.

A: Sicuramente ha tante altre curiosità sul Quartetto Cetra da citare. Ci vuole raccontare qualcosa?

DS: Gli aneddoti dei Cetra sono a centinaia. Fortunatamente ci sono due buoni libri a ricordarceli. Per quanto mi riguarda posso raccontare un episodio personale. Nell’autunno del 1951 mio padre, grande appassionato di varietà, andò in teatro a vedere una commedia musicale a cui prendeva parte il gruppo. Mia madre rimase a casa da sola, aspettava me e aveva il pancione. Mio padre arrivò in ritardo, si sistemò alla meglio in una “barcaccia”, proprio vicino al proscenio. Ogni volta che i Cetra uscivano per il numero, Tata Giacobetti si fermava a scherzare con mio fratello, che all’epoca aveva sei anni.

A: Nella collana “Via Asiago 10” è pubblicato materiale in esclusiva mondiale: che accoglienza hanno avuto all’estero i volumi dedicati a Frank Sinatra, Louis Armstrong, Juliette Greco?

DS: Gli appassionati, soprattutto americani e francesi (ma anche svedesi) hanno salutato con grande entusiasmo questi album internazionali.

A: Come scegliete quali registrazioni radiofoniche divulgare in questa collana? Vi siete posti dei limiti cronologici o potreste recuperare anche materiale più recente ma altrettanto interessante?
L’Audioteca della Rai è sicuramente una miniera ricca e variegata.

DS: Il limite non è cronologico, bensì sulla qualità del materiale. Ci sembra l’unica soluzione tecnico-artistica valida.
A: Lo scopo di questi dischi è provvedere alla valorizzazione della musica del passato in quanto patrimonio culturale prezioso, che indirettamente o direttamente fa parte della storia e delle nostre storie ed è inoltre la condizione stessa che ha reso possibile lo sviluppo e l’evoluzione successiva della musica?

DS: Lo scopo di questi dischi è didattico-culturale. Con l’intenzione di avere una presenza e una visibilità sul mercato. Purtroppo sempre più “distratto”.

A: Ho letto spesso sue dichiarazioni che lamentano la mancanza di personalità di spicco e veri talenti tra i giovani artisti di oggi, menzionata anche come probabile causa della crisi del mercato discografico. Artisti che siano reali punti di riferimento per intelligenza, originalità, spessore culturale ed emozionale, diventano infatti anche alimentatori naturali del collezionismo, in quanto raccolta di oggetti da gustare con il tatto, la vista, l’udito, persino con l’olfatto, come notano sempre i cultori del vinile. Gli artisti emergenti cosa dovrebbero riscoprire e imparare dall’esperienza musicale del Quartetto Cetra? Forse prima di tutto la straordinaria umiltà, a giudicare dalle note all’album…

DS: Gli artisti emergenti, se veramente tali, dovrebbero concentrarsi sulle loro influenze, affinando il talento, se ne possiedono, ignorando le regole ufficiali e tenendosi lontani dall’omologazione dei suoni e dei testi, autentico virus della nostra epoca.

A: C’è davvero tanto conformismo da classifica tra i giovani artisti, che provengono dalla cosiddetta “Mtv generation”?

DS: Il conformismo è imperante. Non solo su Mtv o su altri canali video. Talora è nello stesso dna dei giovani artisti, poco disposti a fare gavetta e ad imporre, a tutti i costi, le proprie idee.

A: Ha ancora un senso per cantanti alle prime armi o affermati e celebrati presentarsi al Festival di Sanremo?Ogni anno ci si interroga sulla sua formula, sulla sua funzione di vetrina e sull’importanza che effettivamente ha l’elemento musicale, tra le vallette e i fiori delle serate di gala.

DS: Si, il Festival di Sanremo possiede ancora un suo reale valore. Non solo. Andrebbe difeso. Soprattutto dai format televisivi. Più gara, meno passerella, più selezione, meno confusione.

A: Un’ultima domanda sul collezionismo: a Radioscrigno nella rubrica del borsino dei dischi parlate delle quotazioni dei pezzi più rari e preziosi. Come cresce il valore di un disco?Dipende senz’altro dal calibro dell’artista, ma alcuni dischi diventano irreperibili molto presto anche perché sottovalutati e accolti poco favorevolmente, a torto o a ragione.

DS: Il valore e le quotazioni dei dischi viaggiano su binari imponderabili. Come del resto quasi tutto il collezionismo. Dobbiamo collezionare, ma senza diventare schiavi. Farlo con amore e passione, ricordandoci di “consumare” quello che si cela all’interno dell’oggetto.

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