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Pubblicato il 04/07/2013 alle 18:33:50
Questo piccolo grande viaggiatore, fine saggio breve di Donato Zoppo su Claudio Baglioni
di Giuseppe Panella
Donato Zoppo mette da parte la sua passione per il rock e parla di Claudio Baglioni, cantautore che da piccolo riusciva a regalargli delle emozioni

"QUESTO PICCOLO GRANDE VIAGGIATORE
Claudio Baglioni in 100 pagine"
(Edizioni Aereostella)


Donato Zoppo che scrive un libro su Claudio Baglioni. Sembra lo scherzo di qualche buontempone. Poi leggo la prefazione, comprendo e mi convinco che in alcuni momenti particolari non c’è nulla di meglio di una canzone a descrivere un particolare momento. Una canzone che magari non avresti mai pensato ti appartenesse. E così è stato che nel momento in cui ha saputo della sua prossima paternità, avvenuta lo scorso anno, invece di svenire dalla gioia, Zoppo è stato assalito in maniera inconsapevole dalle note di Buon viaggio della vita di Claudio Baglioni.
Incredibile ma vera la storia che ha portato uno dei massimi conoscitori della musica rock a scrivere "Questo piccolo viaggiatore. Claudio Baglioni in 100 pagine”, edito da Aereostella.
Così si scopre che all’età di sette anni, “girovagando tra le bancarelle della fiera del suo paese”, il Nostro confessa che ascoltava “in filodiffusione Poster, Sabato pomeriggio, E tu, Strada facendo, affascinato da melodie e immagini nelle quali finivo con il ritrovarmi”. Poi il rock è stato il suo Eden, fino a riscoprire e riassaporare, con il passare del tempo, il valore e la magia della canzone italiana. Quella di Lucio Battisti, Ivano Fossati, Claudio Lolli, Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Pino Daniele, Ivan Graziani tutti con una diversa identità.
Tra loro non poteva mancare Claudio Baglioni, “trait d’union fra i protagonisti della nostra canzone” che “ha cantato gli aspetti più legati al quotidiano, alle relazioni, al sentimento”.
Come nei precedenti libri della stessa collana, scritti da Riccardo Storti su Roberto Vecchioni e Franco Battiato, Zoppo affronta la discografia del cantante romano con la consueta sapienza nella descrizione dei dettagli, lasciandosi andare in alcuni casi a tratti di eccelsa scrittura. Due esempi sono gli incipit degli album “Solo” e “La vita è adesso”.
Da “Claudio Baglioni”, del 1970, a “QPGA”, del 2009, non trascurando i dischi dal vivo e l’avventura “O scià”, è un susseguirsi di raffinate spiegazioni che permettono al lettore di apprezzare l’opera del cantante, facendolo entrare in una dimensione intima.
Zoppo stupisce per l’argomento trattato e si conferma come attento osservatore e fine “raconteur”. Baglioni assume nuove e impensate dimensioni artistiche ed è grazie alle sue analisi che l'Autore riesce a non farlo disprezzare dai rocker più incalliti.
Nelle imperdibili “cronoannotazioni” non mancano di far capolino artisti più vicini al suo mondo. Ed ecco le citazioni di album come “Larks tongue in aspic” dei King Crimson, “Killers” degli Iron Maiden,  “Both sides of the gun” di Ben Harper e “Led Zeppelin IV”. Addirittura nel capitolo dedicato ad “Oltre”, non vengono lesinati paragoni con due album dei Beatles dell calibro di “Sgt. Pepper”, “per intensità di sforzi”, e il “White album”, “per ampiezza di commistioni”.
“Questo piccolo viaggiatore” può essere considerato un breve saggio delle qualità artistiche di Claudio Baglioni. Un viaggio affascinante che ha in Zoppo un “timoniere” rassicurante.

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