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Pubblicato il 17/03/2010 alle 00:12:03
Mina l’incantatrice solitaria compie 70 anni. La festeggiamo con alcune sue considerazioni
di Pippo Augliera
Oltre trent’anni fa Mina ha detto: voglio vivere, mi fermo. Da allora, niente concerti, apparizioni tv. Solo dischi e la sua inconfondibile voce che con il passare del tempo si è arricchita di nuove sfumature interpretative. Il mito compie 70 anni.

Oltre trent’anni fa Mina ha detto: voglio vivere, mi fermo. Da allora, niente concerti, apparizioni tv o promozione. Solo dischi e la sua inconfondibile voce che con il passare del tempo si è arricchita di nuove sfumature interpretative. Il mito compie 70 anni.

I motivi di questo ritiro, molto doloroso per i fans, in cui non rilascia nemmeno interviste, sono rivelati dalla stessa Mina: ‘Non è la vecchiaia ad ossessionarmi come pensano gli altri. Le mie ossessioni sono diverse. I giornali innanzitutto, non mi sono mai rassegnata al loro linciaggio, mi sono rotta di parlare con della gente che veniva da me con la scusa di parlarmi del mio lavoro, e poi scriveva delle gran balle sulla mia vita privata. Tra l’altro, ormai, io mi ritengo una “pensionata”. Faccio poche cose, un disco o due all’anno per il gusto di fare soltanto ciò che più mi piace. Ragion per cui, non sono più una diva, ma piuttosto una signora tranquilla, con tutti i problemi delle donne della mia età’.

Se le richiedono interviste, il suo no è perentorio, ma dato in maniera garbata e cortese, da colei che ha rinunciato ad essere un personaggio mondano, lontano dai clamori. Così, come ha ritenuto opportuno non diventare una star internazionale, vuoi per pigrizia, o semplicemente perché non ha ritenuto importante andare a conquistare terre straniere.

Sembra che a rafforzare questa decisione, abbia contribuito anche la sua ansia di affrontare il pubblico, che non l’ha mai abbandonata sin dagli esordi. Si racconta che, all’inizio della carriera, dovevano spingerla sul palcoscenico: ‘non mi ci sono mai abituata veramente, ho paura di tutto, di dimenticare le parole, di inciampare, di essere uccisa dallo sparo di uno spettatore folle, come accade in Nashville… Adoro la gente che mi segue, che mi applaude con tanto calore. Ma tutte le volte che dovevo uscire ad affrontarla, era come se fosse sempre la prima volta. Per me era diventato uno stress pazzesco, finchè non ce l’ho fatta più’.

Il figlio Massimiliano Pani, autore e produttore dei suoi dischi, parla di difesa: ‘Se una persona viene cannibalizzata dai rotocalchi, allora il silenzio diventa una esigenza, non una scelta politica. Mina sente magari il bisogno di cantare dal vivo. Tornare sul palco, significherebbe si mettersi in gioco e in discussione, ma teme di ritrovarsi tutti addosso, la sua vita sarebbe distrutta’.

Il suo mito, quindi, si alimenta con la sua assenza, ma la sua decisione di smettere è stata accompagnata dalla consapevole lucidità di porre seriamente a repentaglio il suo successo e lasciarselo sfuggire. Agli inizi degli ’80, subito dopo gli ultimi concerti a Bussola domani del 1978, ebbe a dire: ‘francamente non so più cosa cantare, credo di avere dato fondo a tutte le combinazioni possibili. Faccio quello che faccio. Finché va bene, va bene. Quando non va più bene, grazie, è stata una cosa divertente e piacevole. Fine’.

Ma ancora la parola fine è lontana. Continua imperterrita ad incidere, a scegliere, in base ai suoi gusti personali: dai cantautori ad illustri sconosciuti, dalla canzone napoletana agli standard jazz. ‘Cerco di fare canzoni che vendono', ha affermato nella sua ultima intervista rilasciata nel ‘78 a due dj di Taranto. 'Belle sì, ma che incassino qualche soldo. I “messaggi”…. per carità di Dio! Io sono una cantante popolare. Sono fiera di esserlo. Sono commerciale, ebbene? Il pubblico è bellissimo, il pubblico è fantastico. L’emozione vera, violenta, viene dal pubblico e non da me’.

Nelle collaborazioni artistiche si dimostra alla mano, dando consigli e suggerimenti, e si conquista facilmente le simpatie. Quando uno dei provini che ascolta la convince, si ferma, lo riascolta, poi decide di inciderlo, e, prima di farlo, chiama puntualmente l’autore, chiunque esso sia, sconosciuto o famoso: ‘Sono Mina, ciao. Ho sentito il tuo pezzo. Mi piace. Quando possiamo incontrarci per parlarne?’

Tra i cantautori italiani, facile prevedere la sua preferenza: ‘Per me Battisti è il massimo’. Il loro fortunato sodalizio è nato nel ’70 con la fortunata trilogia “Insieme”, “Io e te da soli”, Amor mio”. Il loro canto del cigno è stato “La mente torna”. Restano memorabili il loro duetto televisivo, due antologie a lui dedicate “Mina canta Lucio” e “Mazzini canta Battisti”, un medley live da brivido negli ultimi concerti con la stupefacente rilettura di “Ancora tu” e l’interpretazione coinvolgente de “I giardini di marzo”.

Le sue scelte musicali, spesso, sono sottoposte a critiche dai giornalisti, la più insidiosa è stata quella legata allo spazio dato a suo figlio, prima come autore e dopo come arrangiatore e produttore. ‘Non sono una madre scema’, ha dichiarato quando ha inciso i suoi primi brani. ‘Se dico che Massimiliano scrive delle belle canzoni, potete crederci. E mai accetterei di cantare un pezzo di cui non sono convinta’.

Ed è la stessa molla che l’ha portata ad inserire nei suoi due ultimi album composizioni del nipote Axel, che rivela doti di musicista dalla scrittura armonica e sensibile. “Con o senza te”, scritta da lui e contenuta in “Facile”, è un piccolo gioiellino: da qui si può intuire che il giovane talento troverà ancora spazio nei lavori successivi di Mina.

La sua esistenza scorre placida e normale, senza sussulti. Fa la casalinga, tranquillamente sposata con il cardiologo Eugenio Quaini, da anni si può occupare finalmente dei suoi figli e dei suoi nipoti. I suoi passatempi preferiti sono i libri, le partite a carte con le amiche, preparare torte. E, dulcis in fundo, fare l’opinionista, suscitando, a volte, scalpore con la sua penna pungente, come accaduto di recente con lo spot sulle Marche di Dustin Hoffman.
La sua vita da “pensionata” farebbe gola a molte persone, soprattutto per il vigore artistico che l’accompagna e l’energia che ancora riesce a trasmettere.

Alle soglie dei quarant’anni è stata profetica: ‘Non vedo l’ora di arrivare a 50 anni o 60 anni. Si è più lucidi, più sereni. Nessuno deve avere paura di invecchiare, perché è fantastico, è il massimo. Ho degli amici vecchissimi, gente di 80 anni con delle palle allucinanti. Le cose le prendono nel senso giusto, le filtrano in modo sano, semplice. Quando sei giovane, le cose le arzigogoli nella testa, ne fai un inferno’.

Per festeggiare i suoi settant'anni, che cadranno il 25 marzo, Mina pubblicherà un album di inediti, in uscita il 14 maggio, e la Sony ha emesso in vinile gli album stampati tra il 1994 e il 2009.
Da "Canarino Mannaro" del 1994 all'ultimo album "Facile" dell'ottobre 2009, per un totale di quattordici titoli, di cui due doppi, in versione picture disc con le riproduzioni delle copertine originali.

Questi i titoli: “Canarino Mannaro” (doppio); “Pappa di Latte” (doppio); “Cremona”; “Napoli”; “Leggera”; “Olio”; “Mina n.0”; “Sconcerto”; “Veleno”; “Napoli 2° estratto”; “Bula Bula”; “L'Allieva”; “Todavia”; “Facile”. Nel nuovo spot Barilla, in onda a partire dal 21 marzo, canterà "Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno.

Auguri di cuore, nuovamente, cara Mina. In attesa dei tuoi prossimi dischi, inediti o cover che siano, per regalarci ancora grandi emozioni!

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