Valerio Sanzotta – Infinito vuoto attendere (VRec, 2024)

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Nonostante cerchino di far passare il messaggio che la musica vada in un’unica direzione, dove computer, basi pre-registrate e intelliggenza (o deficienza?) artificiale siano dominanti, in realtà esiste uno territorio ampio, dove si muovono artisti che cercano ancora umanità ed emozioni reali.

Valerio Sanzotta, un passato sul palco di Sanremo e due album pubblicati, è un cantautore romano che i principi della musica suonata li ha fatti propri sempre. Lo dimostra anche questo terzo lavoro dove la definizione di cantautore si amplia con il coraggio di prendere “Famous Blue Raincoat”, un brano antico di un gigante come Leonard Cohen, e di adattarlo alla lingua italiana, quindi non una traduzione, ma un personale adattamento che, credetemi, funziona e non appare oltraggioso.

Altrove, “Haiku sulla Maddalene penitente” e “Persefone”, con il suo personalissimo metodo dove mescola l’italiano con l’inglese, Valerio si muove con dinamiche intime e con tratti quasi meditativi, tanto da evocare il Claudio Rocchi degli anni ’80.

In “Infinito vuole attendere” c’è l’incontro con Andrea Chimenti, uno degli artisti più spirituali e raffinati della musica italiana, mentre “I Gave Way” e “Parola sentinella libertà” mostrano il volto rock di Valerio che in “Palermo” e “Notturno” si riprende la sua parte più intima e offre altre due gemme di folk cantautorale, illuminate da parole che volano sopra lo scorrere di sequenze legate solo ad una rima scontata, qui tenuta invece a debita distanza.

Mai banale, sempre attento ai dettagli e alle sfumature, Valerio Sanzotta, con la guida del produttore e musicista Marco Olivotto, si mette in discussione con un album profondo che non si svela subito, ma proprio per questo ancora più affascinante. In uno spazio antico, ma nuovo “Infinito Vuoto Attendere” si prende la scena e ci dimostra che c’è ancora voglia di musica non ordinaria.

Valerio Sanzotta (voci, chitarra elettrica, chitarra acustica); Fernando Pantini (chitarra elettrica, chitarra acustica); Pietro Casadei (basso elettrico); Fabrizio Fratepietro (batteria) e Marco Olivotto (pianoforte e tastiere, basso elettrico in “Tu non ricordi nulla” e “Palermo”)