Il ritorno di Luca Ploia: amore, notti insonni e voli fuoriquota!
Esiste una linea di confine dove il pop abbraccia lo swing, il jazz e il blues, una superficie dove una canzone diventa un viaggio per andare verso una meta.
In questo spazio comodo, ma non facile da occupare, il bresciano Luca Ploia, che abbiamo già incontrato per il precedente “Nato nel medioevo” si muove assolutamente a proprio agio. E come il pilota di aerei che interpreta in copertina, a Luca basta un semplice cenno per viaggiare verso nuove destinazioni. Ed è un viaggio ricco di emozioni, infatti in questo terzo album, ascoltiamo stili e generi a rimbalzo, gestiti con cura, che generano ottimi brani. Dal pop ironico “Mangio disperato” al funky di “La tua danza segue il sole” a “Tra le stelle della città” una ballata vellutata invernale che irradia calore ad ogni ascolto.
La sensibilità dell’artista si percepisce appieno nella poesia “I tuoi occhi”, e quando duetta con un gigante come Gatto Panceri, non c’è timore, perché in “Lunatic’o’” se la giocano entrambi con grinta tra cantati e ritornello. Il fischio che apre “Voglia di gente”, vagamente alla Paolo Conte, introduce un motivo bossa nova stupendo, che mette voglia di ballare in mezzo alla gente e di regalare sorrisi a chi ci sta intorno. L’atmosfera radiosa sfocia negli intrecci ritmici de “Il classico amore”, con un coro scapigliato che seduce. Colpisce al cuore l’atmosfera vintage di “Notti insonni”, dove la seconda voce di Erminio Sinni (vincitore di “The Voice Senjor”), ci regala brividi evocando gli spiriti di Fred Bongusto e Franco Califano, con un suadente sax che taglia l’aria e non da meno la versione solo per piano e canto inserita come bonus nel cd. Quando appare la voce di Giorgio Gaber in apertura di “Vengo a prenderti stasera”, un efficace brano pop beat, è impossibile non avere un sussulto, impastando meraviglia e nostalgia. La confessione poetica di “La voglia di vederti” si scontra con il rock di “Ha ragione la vecchia”, condivisa con i Superdownhome, che infondono la loro anima blues al taglio pop di Luca Ploia.
Ma se in “Fuoriquota” tutto funziona, il merito è anche di una squadra di grandi professionisti: i produttori Antonio Giovanni Lancini e Paolo Salvarani, che hanno lavorato per la qualità del suono e su ogni dettaglio, lo stuolo di ottimi musicisti, e in quattro pezzi l’efficacia degli arrangiamenti dell’Orchestra del Cinema di Roma, diretta dal maestro Richy Rossini nei mitici Forum Studio di Roma, in cui aleggia sempre lo spirito del geniale Ennio Morricone. Con simili presupposti era difficile incespicare, ma ripeto a funzionare sono le canzoni, perché si possono usare bellissimi colori, ma poi bisogna saper dipingere. E i colori di questo album sono melodie e armonie ben disegnate, che ci regalano brani che non si sfioriscono dopo pochi ascolti, come purtroppo spesso succede al pop odierno.
Immagine istrionica, voce originale, autore di testi intelligenti, umile da accettare collaboratori di talento nella scrittura delle musiche, Luca Ploia firma un album maturo che è una boccata di purezza ed aria fresca nella scena pop italiana. Ora lo aspettiamo in concerto, dove esprime il meglio delle sue qualità.
“Fuoriquota” per ora è disponibile solo in formato fisico, vinile e cd, con quest’ultimo che offre un brano in più. Il digitale? Per ora può aspettare.