Strea: una voce che emoziona incastonata tra i sogni

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Dopo aver lodato il suo album di esordio Gold And Mess, abbiamo pensato di conoscere meglio Strea e la sua musica.: a Maggio abbiamo avuto qui su Musicalnews in anteprima il videoclip del brano Ophelia feat. Colin Edwin dei Porcupine Tree. L’abbiamo incontrata prima di un concerto di Robert Plant. E già questo dice molto di questa artista bresciana.

Come ti avvicini alla musica e quando scopri che vuoi utilizzare il canto come espressione della tua creatività. Mi avvicino alla musica da bambina, canto effettivamente da sempre, ma inizio a studiare come usare la mia voce a 12 anni. Non smetto poi di fatto mai. Capire che la mia voce poteva essere uno strumento prezioso è stato qualcosa di spontaneo, legato ancora al mondo dell’infanzia. Attorno ai 17 anni ho poi sentito che potevo provare anche a scrivere qualcosa, stimolata anche da amiche cantautrici che in quel momento mi erano molto vicine e dalla grande ammirazione che ho sempre avuto nei confronti di chi scrive musica. La scelta di omaggiare Kate Bush in qualche modo intuibile, ma anche gli Anathema, dimostra la tua ampiezza di vedute. I tuoi gusti sono così ampi? E come sono cambiati negli anni? Ascolto tanta musica e generi differenti, anche se mi muovo principalmente attorno allo spettro del rock, con direi ampi passaggi nel Metal. La linea guida forse che è rimasta sempre valida nei miei ascolti è quella che mi ha portato ad essere sempre colpita da artisti abbastanza introspettivi e malinconici. Crescendo mi sono un po’ ammorbidita, inizialmente prevaleva molto l’aspetto più heavy, adesso apprezzo tanto anche altro. È subentrato sicuramente un grande interesse per il mondo progressive, Steven Wilson, sia nei lavori solisti che con i Porcupine Tree è indubbiamente stato un elemento molto presente nei miei ascolti insieme a Pain of Salvation, Dream Theater, Anathema e Symphony X.

Prima di scrivere musica propria ti sei mossa nell’ambito delle cover? Hai suonato spesso cover dal vivo per farti una sorta di predisposizione al pubblico? Sì, ho fatto cover per tanti anni sia in contesti acustici che con delle band. Ho iniziato a 15 anni e non ho mai smesso. Penso che sia fondamentale per sperimentare, per conoscere il proprio strumento e per crescere. La dimensione live è indubbiamente ancora la mia preferita.

La fase creativa dei tuoi brani come si sviluppa? E la scelta di cantare in inglese vuole dimostrare le tue radici? O pensi che la lingua italiana non si presti al tuo stile? Generalmente la creazione dei brani parte da voce e pianoforte, parto dalla melodia e cerco di arrivare a dire quello che sento, quindi i testi arrivano sempre un po’ dopo. Successivamente vedo di rimaneggiare le idee appoggiandomi ai musicisti con cui lavoro. Penso che scrivere in inglese sia stato più spontaneo e coerente in relazione ai miei gusti e ai miei riferimenti. Non ti nascondo di aver sperimentato anche con la lingua italiana, Stanze, bonus track dell’album è uno degli esempi, e in realtà penso che abbia una bellissima dimensione anche quella, solo diversa. Per questo progetto i lavori in inglese erano indubbiamente i più adatti. Poi per il futuro si vedrà.

La grafica del cd è veramente molto bella, quindi immagino che sia una parte importante anche questa nello sviluppo del tuo progetto. Come lo hai pensato ed elaborato? Ti ringrazio. Sicuramente l’elemento centrale da cui è partito tutto è lo specchio, volevo usarlo un po’ come nascondiglio e un po’ come strumento di riflessione per me e per gli altri. Ho avuto da subito le idee molto chiare sulla grafica e indubbiamente fondamentale è stato incontrare Erika Serio che si è occupata della realizzazione delle fotografie e che ha immediatamente capito quello che avevo in mente. La cosa forse più complessa è stata la ricerca di un contesto naturalistico adatto e di forte impatto, ma, qui ammetto probabilmente solo per un gran colpo di fortuna, siamo state accolte da questo bellissimo campo di fiori nel parco della Rocca di Manerba e lì abbiamo capito che la ricerca era finita. In concerto ti presenti con una band, ma potresti anche offrire uno spettacolo acustico più intimo? In realtà le prime date del tour sono tutte sviluppate in un contesto acustico. Ho avuto modo di riarrangiare i brani con il chitarrista Nicola Sanzogni e il pianista Daniele Piovani per creare uno spettacolo appunto più intimo. In futuro sto lavorando per portare i brani al pubblico anche con la formazione completa. Cosa ti aspetti da questo primo viaggio nella discografia? Insomma la classica domanda: i tuoi sogni a breve e lungo raggio? Mi aspetto di poter trovare persone con cui condividere i brani che ho scritto sia in una dimensione di ascolto “a distanza” che nel contesto dei live. Mi emoziona molto l’aver consegnato questi brani a chiunque li voglia ascoltare e devo dire che per me questo è già un grande traguardo. Per il futuro mi auguro di continuare a vivere questa dimensione creativa e poterla condividere con gli altri.

Lo speriamo anche noi. In bocca al lupo Strea. E… W il lupo!

(Foto di Erika Serio)

Appuntamenti dal vivo:
15\11- Monastier (TV) – Il Baretto
16\11 -Soresina (CR) – Circolo Arci
24\11 Dal palco di casa mia – Live Streaming 
in diretta dal Mulino di Ronzone a Vinci (FI)
06\12 – Villafranca (VR) – Esoteric Pro Audio Theater 
– with. Carlo Rizzolo
14\02 Colle Valdelsa (SI) – Bottega Roots