Il pop che si fa dream, l’indie che si fa pop!
Una decina di singoli ed ep e un album “Missing” del 2018, in dieci anni, sono serviti ai trentini The Bankrobber, originari della splendida Riva Del Garda, cittadina sulla punta estrema del lago omonimo, per guadagnarsi la stima della critica e costruirsi un seguito di tutto rispetto, anche grazie all’attitudine di band nomade, che suona in giro per l’Europa, conquistando i fan sul palco, uno alla volta.
Tuttavia la mia impressione è che siano ancora in debito con ciò che meriterebbero. D’altronde in Italia se non hai un’identità precisa, incollata in un sottogenere destinato ad un (sotto)pubblico tra il fedele e il nerd, la strada sia in salita. Ma basterebbe ascoltare anche solo “White Skin”; accompagnata da un videoclip stupendo che cita il capolavoro “Ritorno al Futuro” e la popolarissima serie tv “Stranger Things”; per comprendere che i The Bankrobber giocano di squadra, come un’unica entità, per nutrire tutti coloro che amano il post punk e la new wave, che chiama in causa anche il dream pop. Il tutto sviluppato con un gusto melodico innato.
Citare Depeche Mode, Duran Duran, Wire e, per stare più vicini a noi, Catherine Wheel, Ride e i Coldplay più sperimentali, ci aiuta a focalizzare da dove parte il trio e dove vuole arrivare: melodie rotonde, alimentate da suoni hi-tech, con il basso in evidenze e la tastiera presente, ma non dominante, addomesticate da parti cantate, spesso a due voci, che sono la vera forza del sound dei The Bankrobber. “Leash Died” apre l’album come una magia, un tocco di disco soul che ci avvolge, a seguire la citata “White Skin”, che ci porta nei reticolati dream pop di “Always Wrong” e “Kill My Mame”. Dolce “Bury Me Softly” mentre “Hate Me”, dai rintocchi punk wave alla PIL di John Lydon, suona come una fotocopia negativa. “Guns Of Grace”, illuminata dalla voce del rapper inglese SBK, dimostra che la band ha saputo stringere alleanze solide fuori dai confini nazionali, dopo aver lavorato in passato, tra gli altri con Enrico Ruggeri.
In sintesi se c’è qualcuno disposto a credere che in Italia si possa suonare rock dal tocco wave, non perda tempo ed ascolti i The Bankrobber, questo album è un ulteriore passo in avanti, un fulgido esempio di maturità e di come si debbano scrivere canzoni asciutte, che stregano al primo ascolto. In Europa, durante i loro tour, i The Bankrobber hanno conquistato un pubblico fedele, adesso è il momento di trovare accoliti in patria. E “Lighters And Lovers”, undici tracce per altrettanti bersagli, ha tutti i requisiti per riuscirci. Il segreto? Le canzoni, nient’altro che le canzoni. In Italia i The Bankrobber rappresentano una splendida anomalia, non seguono una moda, ma provano a crearla. Disco splendido!!
Giacomo Oberti: chitarra, basso, voce
Maddalena Oberti: tastiere, voce
Neri Bandinelli: batteria