Sesto album, generato da una generosa campagna di crowfounding; il videoclip del singolo Il bagno e l’antibagno (diretto da Federico Baracchi) vi permette di inoltrarvi nel mondo indie rock di Taver, a meno che non l’abbiate conosciuto nel suo passato pre esperienza solista. Mi riferisco ai En Manque D’Autre dei quali mi rimbalza in testa il brano Hu-Ha Sir Biss, portatore di una riflessione ante literam sulla finzione televisiva che si sostituisce alla realtà e la conquista politica di un intero paese e di un immaginario di massa: una dissuasiva analisi su quello che poi sfocerà nella realtà aumentata, in cui compare spesso l’abusato termine algoritmo. Il Taver ci era dunque arrivato in tempi non sospetti nel puntare il dito contro i mezzi con cui qualcuno/qualcosa riesce a governare il mondo, le nostre scelte, persino la nostra sfera sentimentale/sessuale e sicuramente ci manipola quelle che in apparenza sono le nostre libere scelte. Algoritmi prosegue il navigar di Taver verso mari procellosi, ma che lo affascinano: lasciate le sponde compositive di Infanti (ma anche quelle del fortunato periodo con gli A.F.A. Acid Folk Alleanza), il nostro Home distopiens, si è armato di un binocolo ed ha provato a scandagliare la sua/nostra Fantacoscienza (confessando candidamente di non aver detto niente!) ovviamente all’interno della etichetta Lo Scafandro. Con Algoritmi c’è un ulteriore passo in più, compresa la partnership con l’attivo Consorzio ZdB.
Candido e spietato, Taver in Nei libri di storia ci fa rimanere a bocca aperta, mentre in Algortimo stocastico ci accorgiamo che non sta bestemmiando, ma ci sta invitando a non sonnecchiare. La parola algoritmo deriva dal nome del matematico persiano Abu Ja’far Mohammed Ibn-Musa Al Khwarizmi (vissuto alla corte reale di Baghdad) ed aveva assunto (anche in medicina e perfino in sociologia) una valenza positiva, per poi diventare preda dell’oscuro possessore delle briglie che non ci permettono di correre. Il brano Al Khwarizmi è un excursus apparentemente leggero del passare della sabbia tra le nostre mani: la vediamo scivolare via e non ci accorgiamo di quanto quel gesto sia drammatico, perché a monte siamo viziati dalla considerazione commerciale del valore nullo della sabbia! Il package deluxe del disco ci permette di applaudire alla cura con cui Taver pensa ai suoi progetti discografici: la stessa copertina è un ossimoro negato alla linearità delle nostre sensazioni istintive, sino al momento in cui non la ingrandiamo. Cosa scopriamo? Ma che è generata da un algoritmo e le variazioni cromatiche del suo viso, nascondono la scrittura criptica e da sintassi virtuale o da sistema binario. Fatevi guidare in questo da un brano come Fallibili… Tra gli ospiti Giorgio Canali (nei brani “Algoritmo Alfanumerico” e “Performance”) e l’orchestra Algoritmo Ensemble diretta da Simone Copellini (nel brano “Il lupo e lo Sciacallo”). Con Taver / Fabrizio Tavernelli collaborano il chitarrista Marco Santarello, il tastierista Alessandro De Nito, il bassista Marco Tirelli e il batterista Lorenzo Lusvardi. Il quartetto rappresenta la base delle nuove tracce, registrate al Teatro Asioli di Correggio e poi rifinite al Bunker Studio di San Faustino di Rubiera di Paolo Ferraboschi.
Tracklist di questo disco: Algoritmo Stocastico, Impantanato Nel Vietnam, Il Bagno E L’ Antibagno, Algoritmo Alfanumerico, Fallibili, Il Lupo E Lo Sciacallo, Performance, Al Khwarizmi, Braghetto Digitale, Algoritmo Gig, Nei Libri Di Storia, L’ Angelo Del Focolaio.
Fabrizio Tavernelli – Algoritmi (Consorzio ZdB / Lo Scafandro Scaf 16) Taver libera i numeri
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