Tina Turner scrive un brano su Nutbush, villaggio in cui è nata nel Tennessee, una comunità talmente piccola da non essere riconosciuta come comune: Nutbush non ha quindi “city limits” e cioè confini cittadini
Il suo vero nome è Anna Mae Bullock, nata nel villaggio di Nutbush, Tennessee, nel novembre del 1939. Quando ha 16 anni si trasferisce con la madre a St. Louis e qui conosce Ike Turner, musicista prodigioso, che intuisce immediatamente il talento innato di quella ragazzina. Insieme danno vita a un sodalizio artistico e sentimentale che non ha eguali nella storia della black music. Anna Mae diventa Tina, Tina Turner, vocalist sublime e performer ineguagliabile capace di ridare nuova vita a vecchi e nuovi classici come “Proud Mary” e “Honky Tonk Women”. Ike compone, arrangia e produce, ma Tina, nel 1973, scrive una canzone autobiografica altamente significativa che diventerà un cavallo di battaglia del duo e un evergreen del suo repertorio da solista una volta che la Turner scioglierà la liaison professionale e umana con Ike. Il pezzo si intitola Nutbush City Limits ed è dedicato proprio al paesello natio. Ironia della sorte, Nutbush è una comunità talmente piccola da non essere riconosciuta come comune e quindi non ha “city limits” e cioè confini cittadini. Poco importa: il brano è un’esplosione di energia, un formidabile mix di R&B e rock ‘n’ roll.