Un cuore di luce dentro un cuore nero!!
A poco più di un anno di distanza dall’applaudito “Prima che sia troppo tardi”, di cui vi abbiamo riferito,, che ha regalato grande soddisfazioni, Olden (vero nome Davide Selleri), torna con un quinto lavoro, registrato e prodotto da Flavio Ferri, che stupisce per la qualità di scrittura. Sorprende perché in pochi mesi l’artista perugino, catalano di adozione, ha trovato una lucida e fervente ispirazione per nove nuovi brani, che raccontano di un mondo che si è capovolto e sconvolto dalla pandemia e che cerca con coraggio di rialzarsi. Ma le incertezze sono tante, come canta Davide in “Oceani”, che con la consueta voce sicura e melodica dice: “Ma il tempo è un trucco che cade da sé, che brucia presto”.
Ed è proprio questa sensazione di precarietà emotiva la scintilla dell’intero album, che si apre con la canzone che lo intitola, un “Cuore nero” che pulsa con un basso avvolgente, che contrasta con lo stridore di “Un figlio solo”, che ha umori shoegaze. “Per diventare un fiore” è un singolo potente e drammatico, proprio come il gelido inverno citato nel testo, che rievoca certi Afterhours più drammatici.
I rintocchi melodici di “Rinascere altrove”, fanno quasi da anteprima ad uno dei pezzi più emozionati del disco, “Ari la donna cigno”, ballata terribile come la frase centrale: “Sciagurata figlia di una catena, nata in un avanzo di terra e nessuna fortuna…”. Brano che mette in mostra anche l’importanza dei musicisti, tutti ottimi, coinvolti nel progetto.
Prima della conclusiva “Più veloce di un saluto”, una ballata nervosa, quasi alla Giorgio Gaber, un marchio di fabbrica di Olden, ascoltiamo l’acuminata “Le nostre vigliacche parole mancanti”, dove svetta il canto teatrale e cupo di Pierpaolo Capovilla, ospite prestigioso di un album che conferma Olden, come uno dei cantautori italiani più brillanti e coraggiosi degli ultimi anni, realisti, ma allo stesso tempo che guardano la lice che splende nel buio, che meriterebbe riconoscimenti ad ampio raggio, considerando l’interesse che riscuotono figure, penso a Vasco Brondi e Motta, sulle medesime coordinate stilistiche.
Interessante la scelta di non pubblicare l’intero album sulle piattaforme digitali, ma solo i tre singoli, mentre è disponibile in cd e ina versione limitata in vinile. Spiega l’artista: “È un modo per ridare dignità alla musica ed a un certo tipo di fruizione più consapevole di certi progetti legati al rock d’autore”.
“Cuore nero” di Olden è un album inteso, drammatico e ricco di sfumature, che colpirà dritto… al cuore!