È un primo semestre all’insegna dello streaming musicale in Italia: il segmento, che ormai da solo rappresenta il 63% di tutti i ricavi dell’industria discografica, è cresciuto ancora con percentuali elevate, generando oltre 54 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019.
In particolare, una buona performance è arrivata dagli abbonamenti, che hanno prodotto un ricavo in crescita del 32% rispetto al 2018. Vanno su anche i ricavi dall’ad-supported audio, che nella prima metà dell’anno hanno superato quelli del video sharing. Complessivamente il digitale rappresenta oggi il 73% del mercato italiano, in rapporto anche all’ulteriore declino del fisico, sceso del 26% – tranne il vinile, che con +4,8% ha proseguito la sua curva di crescita coprendo il 31% di tutto il mercato dei supporti fisici. Complessivamente, dunque, il segmento fisico rappresenta il 27% del mercato, oltre dodici punti di percentuale in meno rispetto al 2018.
Il primo semestre ha inoltre confermato il particolare dinamismo della musica italiana, al top sia negli album (otto titoli nei primi dieci), come nei singoli (sette su dieci).
L’intero mercato discografico ha generato nel primo semestre 86 milioni di euro (+5%). Da segnalare, naturalmente, anche la buona prestazione del bonus cultura 18app, che nel primo semestre ha sviluppato un fatturato di circa 11 milioni di euro: nel 2019 sono stati infatti circa 430 mila i diciottenni che hanno aderito all’iniziativa. Complessivamente, nel 2018, il bonus cultura aveva pesato per 21 milioni di euro.