Autore assai prolifico, Giuseppe Anastasi nel 2018 ha pubblicato il suo primo disco di inediti Canzoni ravvicinate del vecchio tipo, con cui vince la Targa Tenco come “miglior opera prima”. Il suo percorso ricorda molto quello di Vincenzo Incenzo: anche lui lavoratore dietro le quinte e poi con la voglia improvvisa di mettersi in gioco e cantare in prima persona le proprie canzoni. Una esigenza questa che può essere pericolosa, perché essere l’autore di Arisa o di Renato Zero è una garanzia di lavoro e sicurezza, anche economica: indossare i panni di cantautore ti pone su un diverso piano ed alcune certezze non ci sono più, anche perché ti devi confrontare con un numero infinito di interpreti che ti guardano pure in cagnesco, velati da una profonda invidia o che ti frequentano per il solo scopo di usarti per arrivare all’artista famoso.
Per citare le parole testuali di Giuseppe Anastasi, è vero che dentro questo disco … ci sono i miei affetti, i valori in cui credo, le sfaccettature dell’umano esistere ed alcuni libri che hanno segnato la mia formazione.. Ma a me sembra ci sia qualcosa di più e lo scopro della dedica che l’artista mi ha fatto. A penna mi ha infatti scritto…A Giancarlo con l’augurio di ascoltare sempre buona musica! Una frase fatta di getto, ma che filosoficamente mi pone in simbiosi con il focus di questo progetto ossia un filosofo che ci ha insegnato come liberarci dal dolore. Ed in questo la musica ci è di grande aiuto, come abbiamo modestamente dimostrato con i convegni Sincronica..mente voluti da quel vulcano di comunicazione (medica) che il dottor Paolo Scarsella. Ma ritorniamo a quella frase: Anastasi non ha scritto che con questo disco abbiamo in dote della sua buona musica, ma che io devo augurarmi di ascoltare musica buona. Lo trovo un atto di semplice modestia e che ti pone sereno ad ascoltare queste dodici canzoni, aiutato anche da un buon progetto grafico (curato da Maurizio Bernacchia) , introdotto da un disegno semi naive di Wellington Giardina. Prodotto da Carla Quadraccia, il disco è un viaggio tra emozioni portate sul pentagramma, dove ci sentiamo come bomboniere e che … daremo grandi baci e lucidi consigli.. Pura poesia che rende un brano come Ancora rose forse il brano principe dell’intera produzione. Un languore emotivo ti prende nella parte centrale di Luna di cioccolata, perché ti chiedi quali vicende abbia mai vissuto l’artista se ci racconta che.. E se un giorno ritornerai, ci sarò io in una notte bianca.. piccolo amore volato via dentro una Luna di cioccolata.. certo divora la nostalgia che ho di te ..da oggi il tuo nome diventerà amore.
Qualcuno di questi dodici brani non sfigurerebbe nel disco di qualche artista che Giuseppe Anastasi ha già frequentato (propongo Boia per Francesco Baccini, Ancora Rose per Mietta, Scrooge per Arisa, Nonna per Anna Tatangelo, Berlino per Emma Marrone), ma mi spingerei oltre cercando altre collaborazioni, proponendo Polistirolo a Willie Peyote, Bla Bla Star ai Maneskin, mentre Luna di cioccolato farebbe la felicità di Francesco Mengoni. O dell’evergreen Franco Simone… Oppure suggerisco ad Giuseppe Anastasi di far uscire subito un terzo disco solista, per ulteriormente dimostrare che con Schopenhauer e altre storie ha solo voluto ribadire che il suo nuovo percorso prevede una forte componente solista. E noi concordiamo …
Tracklist di Giuseppe Anastasi – Schopenhauer e altre storie
1) Berlino
2) Scrooge
3) Polistirolo
4) Boia
5) Bingo
6) Ancora Rose
7) I Sogni Del Colonnello
9) Bla Bla Star
10) Luna Di Cioccolata
11) Schopenhauer
12) Nonna
Giuseppe Anastasi – Schopenhauer e altre storie (Giuro 2020) lucidi consigli per la buona musica
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