A tre anni dall’uscita dell’album precedente, accolto con entusiasmo da pubblico e critica, Mauro Di Maggio torna con “Amore di ogni mia Avventura”, un lavoro maturo, intimo e sincero. Prodotto dall’artista romano insieme a Giorgio Baldi (già produttore di Max Gazzè e di Raf), il disco riscopre il sound di fine anni ’70 e degli anni ‘80, impreziosito da suoni acustici, con pianoforte, batteria e archi da dare alle canzoni maggiore spessore e profondità. Abbiamo incontrato Mauro Di Maggio e ci siamo fatti raccontare di questo disco.
Grazie alle disponibilità di Mauro e della casa discografica Sony Bmg abbiamo realizzato una speciale iniziativa per i lettori. Ci sono ben 10 CD di “Amore di ogni mia Avventura” autografati da Mauro Di Maggio per voi. L’unica cosa che dovete fare è dimostrarci quanto amate le canzoni di questo bravo cantautore. Basta scriverci una breve storia o racconto ispirato alle canzoni di Mauro Di Maggio e spedircela a redazione@musicalnews.com specificando nell’oggetto “Contest Mauro Di Maggio”. Una giuria sceglierà i 10 racconti più belli, divertenti, simpatici, teneri ecc. Gli autori scelti riceveranno a casa una copia del CD autografato da Mauro Di Maggio. La tua critica, parere, opinione sulla musica di Mauro Di maggio deve arrivare alla nostra e-mail entro le ore 12:00 del 15 Luglio 2006. Intanto buona lettura….
Ciao Mauro, dopo il successo ottenuto con il tuo album precedente “In ogni forma”, lodato da pubblico e critica, sei venuto fuori con questo album bellissimo. In genere è sempre difficile bissare un album di successo. Tu invece ci sei riuscito. Vuoi raccontarci com’è nata la lavorazione del tuo terzo lavoro?
A livello di scrittura di canzoni, io scrivo sempre. Da quando ho chiuso la lavorazione di “In ogni forma” li è partita la lavorazione dell’album nuovo. In questi due anni ho preparato una quarantina di canzoni. Oppure, nel caso di “Hai le mani che odorano di aglio” il pezzo ce l’avevo già, ma poi ho cambiato il ritornello. In fondo scrivere canzoni è una cosa che mi appartiene nella vita di tutti i giorni. Scrivo sempre e comunque. La lavorazione dell’album è partita a settembre 2004: ho iniziato con alcuni amici a Cremona con Simone Bertolotti, che ha lavorato anche con Ron, e ci siamo messi con la band a registrare le canzoni. Li è nata tutta la pre produzione del disco. Poi mano a mano ho iniziato a fare prove. Poi ho deciso di tornare a Roma, grazie anche all’incontro con Giorgio Baldi (che ha lavorato con Raf e Max Gazzè nda) che mi è stato accanto con i suoi consigli. Ha contribuito a far uscire il meglio di me. Avere accanto una persona così saggia in ambito musicale è stato di grande aiuto. Ero partito con un suono acustico e sono finito con uno stile vicino a un pop che ritorna a quella degli anni ’80.
Ecco, una cosa che mi ha molto colpito è il suono di questo disco. Sin dalle prime note si notano evidenti richiami agli stili e al sound degli anni ’80. E’ stata una scelta precisa?
Più che una scelta è proprio una mia forma di scrittura. Io vengo da quella musica. La mia infanzia l’ho passata negli anni ’80 e ho ascoltato tanta musica di quegli anni, soprattutto cantautori come Lucio Dalla. E poi grazie a mio padre anche i classici del passato come Beatles, ma anche Ennio Morricone e Fausto Papetti. Le canzoni degli anni ’80 erano semplici ma fantastiche; ci metto dentro anche la musica dei cartoni animati di quegli anni. Le melodie facili mi sono entrate nel sangue. Quei suoni e quelle canzoni sono stati i miei alimenti musicali dell’adolescenza. E da lì viene tutto questo percorso: un approccio pratico, dinamico, semplice. Anche nella musica sono così. La musica mi piace semplice, ma che nasconda all’interno tanti elementi in grado di farti accorgere di mille sfumature.
Penso che la canzone più rappresentativa di questo “ritorno agli ‘80”, se così vogliamo chiamarlo, è “Mia Superstar”. Sembra una canzone dedicata ad una ragazza, anche se nasconde qualcos’altro. Com’è nato questo brano?
La canzone è rivolta ad una ragazza hai detto bene, ma può anche non essere… La canzone si rivolge a quell’elemento, che può essere anche una ragazza, che ti spinge a fare tutto, a fare tutto per lei, a vincere ogni paura. Lo stesso messaggio viene vestito in due modi diversi: uno intimista ed emozionale, l’altro in maniera ironica. E’ un pezzo che parla delle proprie passioni. Quando canto “Credo in me, credo in me, credo in te o mia superstar” voglio far emergere un concetto ben preciso: la “mia superstar” siamo noi stessi che grazie alla superstar esterna, che può essere anche la passione per la musica, troviamo la forza in noi stessi per distruggere e per reprimere quello che ci fa paura.
L’amore ricorre in tutto il disco. Quanto è importante per te l’amore?
L’amore è per me molto importante nella mia vita così come nel disco. Io vivo per l’amore. Poi l’amore si trasforma e quindi può diventare anche qualcosa di brutto. Io penso che l’amore sarà sempre al centro della mita. Cerco di dare il meglio di me da donare agli altri. Il mio scopo è quello di dare alle persone quella gioia, quella serenità e quella voglia di vivere che io stesso provo quando canto.
Come nasce “Amore di ogni mia avventura”?
Nasce per un grande amore, che ovviamente mi accompagna in tutti i miei giorni. E’ un amore che vivo sempre con la stessa speranza e con la stessa forza che tutti i giorni mi dà. Quell’amore che mi permette di toccare con mano cose che non sarei mai riuscito ad assaporare, se non grazie alla forza che questo amore mi dà.
Invece mi ha incuriosito molto “Se Moana ti vuole”. Ma chi è la Moana del titolo?
Mi sono ispirato a Moana Pozzi…
Lo avevo intuito…
Io non ero un fan di Moana Pozzi, non avevo mai visto i suoi film. Poi sentendo parlare di lei e della sua persona ho iniziato a documentarmi su di lei: più sui libri che sui film che ha fatto. Me la sono immaginata come se fosse stata una mia fidanzata e mi sono visto affianco a lei: una persona che anche se poteva amarmi, forse potevi viverla a quella maniera, perchè lei era una persona che voleva la libertà. Nel testo della canzone canto “Lei è il punto piu’ profondo del mare”, perchè avevo letto che il nome Moana vuol dire proprio questo. In ogni modo questo è un pezzo che non piange addosso sulla sua scomparsa, ma parla di lei come se fosse sempre presente. Un omaggio a lei, senza dubbio se lo merita. Mi piacerebbe consegnare questa canzone alla sua famiglia e alle persone che conservano ancora oggi il suo ricordo.
Più triste, invece, “Altre mani su di me”…
Ovviamente è chiaro quello che dice la una canzone: parla della fine di una storia, e di come ti ritrovi, seppur con un piccolo sorriso, ad affrontare la realtà. Dopo tanto tempo, anche se hai capito se ti vuoi separare, capisci quanto dolore di darà il pensiero di pensare alla tua ex compagna con un’altra persona. Si parla della paura dell’abbandono e della separazione. Quando due si lasciano devono trovare comunque il mondo di andare avanti.
Andrai in tour?
Questa estate ci concentreremo di più sulla promozione. Tra l’altro abbiamo da poco finito di girare, tra Ovindoli e Rocca di Mezzo (in Abruzzo nda) il video di “Amore di ogni mia avventura”. In questi meravigliosi posti, dove ci sono grandi spazi, abbiamo beccato giornate bellissime. Il video in sé non dice nulla: ci sono un ragazzo e una ragazza che si incontrano su due biciclette, ma in questo scenario bellissimo diventa una cosa bellissima da vedere. Il tour vero e proprio ci sarà ad ottobre in tutti i club e piccoli teatri, in una situazione sempre semi acustica.
Il suo precedente lavoro aveva ottenuto ampi consensi. Cosa di aspetti da questo nuovo disco?
Confermare e crescere. Penso che questo con questo album abbiamo voluto trovare un degno successore a quell’album, che mi aveva dato riscontro anche in classifica. Il disco era piaciuto tanto anche alla critica e ai fan, che mi scrivono tutti i giorni. Avevo un po’ di timore, ma mi sono preso l’impegno di creare un degno successore a quell’album. Cercherò di far arrivare al più vasto pubblico questo album in tutti i modi. A me interessa solo questo.