Nel parlarvi di lui, avevamo scritto che ci vuole coraggio sicuramente, ma anche un pizzico di incoscienza: ci riferivamo al suo partire da un paesino lucano ed arrivare a Roma, pur di portare avanti un progetto musicale personale a cui crede molto. Poichè il suo brano Bonjour è nella colonna sonora di Codice Karim (una produzione della Lime Film e RAI Cinema), ci è sembrato logico intervistarlo sulla sua personale galassia musicale..
– Buongiorno Erik o devo dire buongiorno Giuseppe? Riescono le due realtà a convivere? Buongiorno a voi: è un piacere incontrarvi! Diciamo che quando parliamo di Giuseppe non parliamo di Erik e viceversa, poiché sono due personalità completamente diverse. Giuseppe ha un carattere molto introverso e chiuso in se stesso ed è una persona molto riflessiva e sarebbe colui che scrive i brani. Erik è quello più socievole, quello più scenico e disinibito ed è colui che fa tutto il lavoro riguardante il pubblico. Lui è il personaggio. Ma l’uno non può esistere senza l’altro. Erik è semplicemente l’Alter Ego di Giuseppe.
– Attualmente sei orientato verso un pop di classe, ma la tua esperienza affonda in un sound hip hop: è giusta come definizione? L’Hip Hop (scritto volutamente in maiuscolo) per me è la bibbia. Come i 10 comandamenti per Mosè. Da lì è partita la mia evoluzione e non fossi partito da lì a quest’ora non saremmo qui a parlarne ..ah.. ah.. ah! Devo molto a questo genere perché è grazie ad esso se riesco a dare una poliedricità alla maggior parte dei versi che scrivo. I brani, vengono scritti in modo tale che ogni ascoltatore fa assumere al brano un significato soggettivo basato sul proprio stato d’animo. Questo concetto non viene preso molto in considerazione nella musica attuale, ma per me è importantissimo, lo chiamo il fattore di coinvolgimento.
– In gioventù hai ascoltato più Eminem o Fabri Fibra? O forse 50 Cent e Kaos One? Questi sono i big ed i più conosciuti dei miei “mostri sacri”. L’hip hop americano è quello che mi ha fatto appassionare sempre di più a questo mondo. Ogni volta quando ascoltavo un nuovo pezzo mi vedevi lì a stampare mille fogli di traduzioni dato che il mio inglese non era proprio il massimo. Fibra e Kaos sono quelli che invece mi hanno dato di più per comunicazione e sulla parte sentimentale, diciamo sono quelli a cui sono più legato, a cui voglio bene, senza conoscerli però..
– Come nasce la decisione di iscriverti alla Saint Louis College of Music? Questa decisione è stata più che altro un’esigenza. Ogni volta che magari pensavo a qualcosa che volevo fare, ma dalla mente non riuscivo a portarla alla musica reale, davo la colpa al fatto che in quest’ambito ho sempre fatto tutto da solo, nessuno mi ha mai spiegato come si canta ed era diventata come una giustificazione. Odio queste cose e quindi è partita questa sfida contro me stesso. Parlandone anche con il mio produttore Franco Eco, mi ha consigliato il Saint Louis e ad oggi sono più che soddisfatto di questa scelta.
– Raccontaci proprio del tuo incontro con Franco Eco e di come state ora lavorando assieme .. Con Franco ci siamo incontrati per pura casualità. Io in quel momento stavo facendo uscire il mio brano Malozarpla e inviandolo ai miei contatti Facebook, l’ho spedito anche a lui. Franco mi ha proposto un incontro qui a Roma per conoscermi perché il brano gli era piaciuto. Dopo esserci incontrati (ad Aprile 2018 mi sembra), abbiamo iniziato la nostra collaborazione per una nuova produzione discografica. Ora non riesco a raccontarvi le qualità da compositore di Franco, ma davvero non ho mai visto nessuno come lui: è un genio. Franco ora non è solo il mio produttore, ma è il mio mentore, Franco è il mio Virgilio. Non riuscirò mai a ringraziarlo abbastanza.
– Oltre a questo produttore, con chi stai collaborando per la tua promozione? Al progetto Erik sono tante le persone che stanno lavorando con massima professionalità e passione, cosa fondamentale. Sulla promozione abbiamo ragionato molto, ma alla fine abbiamo deciso che sul servizio stampa la persona adatta era Giancarlo Passarella, persona che ha lavorato e lavora con i più grandi, negli anni d’oro della musica e successivamente, nonché mio compaesano di origini lucane. E sulla parte social due bravissime Social Media Manager, Ilaria ed Elena, che si occupano di tutto quello che riguarda la presenza di Erik sui social e che, ahimè, hanno il duro compito di starmi sempre dietro per farmi mettere post..!
– Quanto è importante un brano come Bonjour nella tua attuale vita artistica? Bonjour è quello che non ti aspetti. È quello per cui ogni musicista studia e lavora. La mia prima uscita ufficiale è con un brano inserito nella colonna sonora di un film della Rai, mica male. Ed è soprattutto un’opportunità, che spero di aver colto pienamente.
– Diamoci un appuntamento fra un mese e fra un anno: quali soddisfazione speri di aver raccolto entro queste date? Non sono bravo con queste cose perché con le mie aspettative ti deluderei. Sono uno di quelli che non si aspetta niente per non rimanere deluso. Alcune cose meglio lasciarle top secret.
Erik, alter ego musicale dell’ottico Giuseppe Stalfieri
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